Sgrò e l’ampio respiro dell’Io
“Non siamo al centro del mondo” feat. Fanfara Station è il nuovo singolo del cantautore Sgrò.
“Non Siamo al Centro del Mondo” feat. Fanfara Station (https://ada.lnk.to/nsacdm) distribuito da ADA Music Italy è il nuovo singolo del cantautore Sgrò, in collaborazione con il trio cosmopolita che fonde fiati ed elettronica ai ritmi e canti del Maghreb. La canzone è un invito ad allontanarsi dal calcolo sicuro e comodo della propria quotidianità. Anche a livello musicale la canzone esorta alla scoperta e alla contaminazione, con la fusione di due mondi molto diversi tra loro, quello più cantautorale di Sgrò e quello più world music dei Fanfara Station.
Intimo, metaforico e autoironico, Sgrò ha pubblicato il suo primo album lo scorso 19 novembre. “Macedonia” (https://sgro.lnk.to/MACEDONIA) è uno sguardo sensibile, inusuale ed evocativo sulla quotidianità. La voce del cantautore, a tratti apatica, eppure sempre molto espressiva, ci offre con queste canzoni la sua macedonia, le sue emozioni tagliate in piccoli pezzi, aspri e dolci. A livello musicale, il cuore del progetto è un profondo amore per le produzioni di Battisti e di Battiato a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, con riferimenti stilistici più contemporanei che sono una sorta di preziosa speziatura all’interno delle canzoni: Homeshake, Mild High Club, Glass Animals, Frank Ocean.
“Non Siamo al Centro del Mondo” è il tuo nuovo brano e già dal titolo possiamo intuirne il significato.
“Non siamo al centro del mondo è una frase che dico a me stesso ma è anche un invito agli altri a non continuare ad assecondare sempre tutto ciò che fa comodo perché si perde molto. Ci sono tanti sapori che ci possono sembrare sgradevoli solo perché non siamo più abituati, quindi è solo questione di abituarci di nuovo. C’è tanto caos fuori, il mondo è tanto complesso e tutto questo sta provocando una regressione nell’Io quindi è necessario trovare un respiro più ampio che ci aiuti a tornare fuori dal proprio Io.”
Infatti, quando ho ascoltato la canzone, l’ho interpretata come se fosse un Io che parla con se stesso perché tu canti di scuse che ti bloccano, di smettere di giudicarsi anche se gli altri ti indicano.
“Assolutamente si! Infatti nella versione originale il ritornello era “Non sono al centro del mondo”. Quando poi l’ho finita e riascoltata ho notato che sembrava troppo ripiegata su me stesso. Portandola al plurale, la canzone, ha avuto un respiro più ampio.”
Così la canzone stessa ha assunto un margine più ampio di interpretazione permettendo all’ascoltatore di pensare di più.
“Esatto! Quello che ho voluto trasmettere a livello di testo abbiamo provato a ricrearlo nell’arraggiamento con i Fanfara Station. Ho voluto inserire la poetica di Sgrò all’interno della World Music dei Fanfara perché è stato come dire: “Non siamo al centro del mondo musicale.”
Quando hai scritto il testo di questa canzone?
“Il testo di questa canzone l’ho scritto a marzo di quest’anno ed era un periodo nel quale avevo ripreso a suonare live. È stato un momento di apertura e rimettersi in gioco su un palco, inconsciamente, mi ha stimolato molto infatti mi era tornato in mente un ricordo di circa dieci anni prima quando una sera, ad un concerto, mio fratello, venuto a trovarmi a Bologna, mi disse: “Francesco, se tu morissi ora la musica andrebbe avanti lo stesso, non sei al centro del mondo.” Era stato come dirmi di non rimandare niente, di agire. Questo ricordo è tornato alla mente dopo aver scritto il testo della canzone quindi avrà agito sicuramente a livello inconscio.”
Ti chiedo questo perchè visto il tema della canzone e della parole che tu hai detto come tornare a respirare e cantate come le scuse che ti hanno bloccato ho pensato che questa canzone fosse la conseguenza del periodo che ci ha visti tutti bloccati in casa fisicamente ma che ci ha lasciato liberi di viaggiare con il pensiero, per chi ci è riuscito.
“Assolutamente si, mi hai fatto venire in mente che il testo l’ho scritto poco dopo aver contratto il COVID ed essere stato costretto a restare 15 giorni in camera. La canzone infatti fa riferimento anche a mettere il corpo fuori e come dicevi nel periodo che ci ha visti tutti bloccati, chi lo ha fatto, è riuscito ad uscire ugualmente con il pensiero. Per il corpo è stato terribile perché vedevamo l’altro come un pericolo tanto da evitarne il contatto.”
Ho visto il videoclip che accompagna la canzone e l’ho interpretato come se raccontasse i pensieri di chi, chiuso in casa, non potesse uscirne fisicamente.
“È perfetto perché è proprio così! Il video è stato realizzato grazie al sostegno di Italia Music Lab, in seguito ad un bando a cui ho partecipato e vinto. Abbiamo scelto l’animazione perché riguarda il mio mondo perché la voce di Sgrò è a tratti anche infantile e delicata e quindi le illustrazioni di Luca Di Battista mi sembravano potessero essere in linea con il progetto visto il suo stile ricco di colori e vitalità. Già con la mia canzone “In differita” avevo realizzato un video animato con le illustrazioni di Giulia Conoscenti.”
Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo se tu fossi un piatto che piatto saresti e perché?
“Come Sgrò sarei sicuramente un cornetto alla marmellata di albicocche come quello che mi comprava sempre mia madre quando uscivo da scuola alle elementari. Invece questa canzone mi riporta alla mente il Falafel che vende il mio amico qui sotto casa.”