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Fatay: Una Notte Ancora, ogni giorno, per sempre

Fatay: Una Notte Ancora, ogni giorno, per sempre

Da venerdì 22 marzo 2024 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale Una Notte Ancora, il primo singolo di Fatay.

Da venerdì 22 marzo 2024 è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale Una Notte Ancora, il primo singolo di Fatay.

Ilaria Tucci, in arte ‘Fatay’ cantautrice classe 2000, si innamora della musica sin da bambina e con il passare del tempo si accorge del fatto che cantare nella sua cameretta, quando è sola, le dà conforto specialmente nei momenti di tristezza o di paura e realizza che la fa sentire sicura di se stessa e compresa. Decide di prendere lezioni di canto pop, frequenta successivamente il liceo musicale della sua città dove continua gli studi di pianoforte e comincia quelli di flauto traverso senza mai però allontanarsi dal canto. Si avvicina alla scrittura quando i suoi problemi personali la spingono a prendere carta e penna e buttare giù tutte le sue paure, ansie e incertezze realizzando che così facendo si sente meno sola. L’artista fa parte della scuola di alto perfezionamento canoro RC VOCE PRODUZIONE diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale.

Il brano “Una Notte Ancora” prodotto da CORE, pubblicato dall’etichetta Label DMB Production e distribuito da Sony Music Italia, racconta di come l’ansia possa influenzare quotidianamente la vita di una persona in modo negativo, come questa possa far sorgere dubbi, paranoie ed incertezze costanti dalle quali talvolta non si riesce ad uscire da soli. Tuttavia, la mano di una persona amata può rendere tutto meno difficile da affrontare, come la sua presenza nei momenti più difficili possa completamente ribaltare la propria prospettiva e migliorare in tutto e per tutto il proprio stato d’animo. La canzone parla di come per allontanarsi dallo stress si possa sognare un futuro diverso e di come l’amore possa “inondarti i pensieri” fino a non lasciare più spazio ad altre paure se non quella di perdere la persona senza la quale non si riuscirebbe più ad andare avanti, così da chiederle tutte le notti di restare una notte ancora.

Qual è per te il significato di “Una notte ancora”?

“È una canzone con un testo abbastanza forte, ciò che ho voluto raccontare sono i momenti di ansia. Il testo si basa principalmente sull’ansia, sulla paura di non conoscere il futuro, di non riuscire a dormire la notte per i tanti pensieri che girano nella testa, ma anche di come una persona amata e che sia al proprio fianco,  possa farti sentire meno sola e possa farti allontanare da quelle paure non lasciandoti mai sola.

Che cosa ti ha spinto a scrivere questo brano, c’è stato un evento in particolare o è stato un tuo prendere coscienza della situazione nella quale ti trovavi?

Questa canzone deriva da un grande lavoro di autoanalisi e autocritica quindi è un po’ entrambe le cose che hai detto. Quando ho scritto il pezzo stavo tentando di scrivere più cose, volevo riuscire a scrivere un testo che mi appartenesse e che raccontasse me. Ricordo che un giorno sono andata nella mia Accademia e il mio Vocal Coach mi ha chiesto: «Che cosa sei riuscita a scrivere, cosa hai nella testa?» Da quel momento ho realizzato che per scrivere effettivamente un testo avrei dovuto scrivere quello che provavo in quel momento e quindi ansia. Scrivere mi fa sentire al sicuro” 

Perché una notte ancora, una notte ancora di…

Una notte ancora, insieme alla persona che si vuole avere al proprio fianco. Ho sempre paura del futuro, non sai mai che cosa ci aspetta e quindi è come chiedere alla persona di restare ogni giorno, per sempre, senza dirlo apertamente perché si ha paura del futuro.

Nel testo della canzone sono contenute le parole Origami, Shanghai e Tsunami, tre parole che richiamano l’Oriente. Come mai questa scelta? 

“Sono affascinata dalla cultura orientale. Il mio nome d’arte Fatay deriva da fata, anche se ho pensato che con l’aggiunta della “y” finale sarebbe stato un nome più vicino all’Oriente. Quando scrivo mi piace creare delle immagini e mi piace pensarmi in quegli scenari. Ho sempre sognato di andare a Shanghai e questa è anche la verità (ride). Origami è una metafora per dire che la persona amata riesce a cambiare forma ai  miei pensieri in positivo.”

Quali sono i tuoi progetti futuri, a cosa stai lavorando?

“Da quando ho trovato la chiave di lettura dei miei sentimenti  ho iniziato a scrivere tanto, ho già altri pezzi nel cassetto che mi piacerebbe far uscire nel più breve tempo possibile e più in là un album.”

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Chinny: In Abbracciami canto i momenti felici di ognuno di noi

Chinny: In Abbracciami canto i momenti felici di ognuno di noi

È disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale Abbracciami, il nuovo singolo di Chinny

È disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale Abbracciami, il nuovo singolo di Chinny.

Il videoclip di “Abbracciami” racconta l’autenticità del brano attraverso le immagini in cui, oltre alla cantante e al fidanzato Daniel, compaiono altre star del web come Lorenzo Ostuni (Favij) e Jacopo Malnati (iPantellas) ripresi durante veri momenti di vita off-camera. L’intimità del video riflette il modo in cui Chinny racconta la sua storia d’amore, mostrando con genuinità i momenti felici di ognuno di noi.

Chinny (all’anagrafe Marta Chinello) è una giovane artista emergente dallo spiccato talento emotivo. La sua passione per la musica, sbocciata in tenera età le hanno permesso di scrivere e comporre i suoi pezzi. Nel 2021 esce “L’ultima”, il suo primo brano inedito prodotto da Danilo Amerio, autore e compositore che vanta collaborazioni con i più grandi artisti del panorama italiano. La collaborazione con Amerio prosegue anche per i singoli “Adesso” e “Impossibile” sempre composti da Chinny, che hanno collezionato complessivamente più di 800.000 ascolti su Spotify.

“Abbracciami” è un brano che racconta una storia d’amore intensa e autentica, toccando temi universali quali la vicinanza, il sostegno e l’affetto incondizionato. Caratterizzato da un testo estremamente dolce e da una melodia liberatoria, la canzone si distingue per la voce emotiva della giovane cantautrice, che dedica questo brano a Daniel de iPantellas, con il quale ha una relazione dal 2021. L’apertura del brano è un invito all’ascolto, che sin da subito si propone di guardare al lato positivo, che spesso viene messo in secondo piano dai momenti difficili. La voce morbida dell’artista canta l’essenza e la forza trovate nell’amore vero, mentre nel ritornello invita all’abbraccio come gesto di unione e conforto.

Qual è il significato della canzone?

“Questa canzone l’ho scritta un pomeriggio quando ero da sola con la chitarra in mano ed ho iniziato a comporre un giro di accordi. Le parole sono uscite da sole e soltanto dopo mi sono resa conto di aver scritto una canzone dedicata al mio ragazzo Daniel. Mentre scrivevo sentivo di voler guardare al lato positivo della nostra relazione ed ho raccolto tutto quello che ci diciamo nei momenti che passiamo insieme. Troppo spesso siamo concentrati sul lato negativo della vita ed è giusto concedersi quella serenità dei momenti felici.”

Infatti nella canzone all’inizio canti “Non contiamo il male, fa parte del gioco, ma contiamo il bene che quasi mai si conta” proprio a sottolineare questo voler concentrarsi sul lato positivo della vita e delle relazioni. Questo è un concetto che ritroviamo anche nel video che accompagna la canzone.

“È stato molto bello creare il video perché, insieme a Daniel ed i nostri amici, siamo andati a cercare le foto e video che avevamo girato in tre anni della nostra relazione ed è stato bello rivivere tutti i nostri abbracci e baci. Tutt’ora, quando lo vedo, continuo a sorridere. Con questa canzone e con questo video abbiamo cercato di essere veri e sinceri nel descrivere questi sentimenti che, seppur raccontando i miei, sono sentimenti universali che tutti proviamo. Il significato della canzone Abbracciami può essere riferita a tutte le relazioni non soltanto quelle romantiche, è anche il bisogno di sentirsi abbracciati e sostenuti da un amico o da un parente. L’abbraccio è un gesto di amore ed unione universale.” 

In questa canzone mi è piaciuta particolarmente la tua descrizione del “per sempre” o comunque quello che ho percepito essere il “per sempre” ed è quando canti “Dammi il primo bacio per l’ultima volta” e poi “ Dammi l’ultimo bacio per la prima volta” ed è come dire che staremo “per sempre” insieme.

“Sì, è stato un voler citare il lavoro che fa Daniel nell’intrattenimento ed anche il lavoro che facciamo insieme perché, quando si gira un video, la prima scena che vedi è l’ultima che si è girata. È stato come voler immortalare il “per sempre” di un video, quel momento lo sarà per sempre perché lo possiamo ripetere tutte le volte che vogliamo. Il primo bacio per l’ultima volta e l’ultimo bacio per la prima volta dava anche a  me la sensazione di infinito. Sono molto felice che sia arrivato il mio intento.”  

Di solito sono i momenti “tristi” che portano a scrivere una canzone o comporre dei versi di una poesia, invece la tua canzone è la dimostrazione che anche i momenti felici possono essere fonte di ispirazione per la creazione d’arte.

“Si, sono totalmente d’accordo ed infatti è stata una sorpresa anche per me perché avevo sempre scritto nei momenti più cupi e di introspezione emotiva. Invece questa canzone, scritta di getto in un momento in cui ero serena e felice, è stata una sorpresa anche per me ed è stato molto naturale. Quando la canto non smetto di sorridere.”  

Guardando la copertina del brano che ti ritrae con Daniel ci sono i numeri 5 e 29 che non rappresentano la durata della canzone. Qual è il significato di quei numeri?

“Sei un osservatore molto attento (ride), sei il primo che lo nota! È la data del nostro anniversario. La scelta della copertina è stata molto combattuta perché pensavamo ad una foto più editoriale. Poi con Danilo Amerio, grande professionista con il quale collaboro ed anche con Daniel che ha partecipato al montaggio del video, abbiamo deciso di usare questa copertina che richiama un frame del video stesso inserendo il messaggio nascosto della data del nostro anniversario.”

Quali sono i tuoi progetti futuri, a cosa stai lavorando?

“Danilo Amerio, grandissimo musicista che ha avuto la pazienza ed il buon cuore di insegnarmi la musica e che riesce a tirare fuori il meglio dalle persone, mi ha insegnato a scrivere dei brani sia con chitarra che con pianoforte e quindi uno dei miei progetti futuri è sicuramente di continuare a collaborare con lui per produrre nuovi brani. Il mio più grande sogno è di tornare su un palco con dei musicisti davanti ad una platea e poter riprovare quell’emozione.”   

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Morgan: Si, certo l'amore

Morgan: Si, certo l’amore

Esce oggi “Si, certo l’amore” il nuovo EP frutto della collaborazione tra Morgan e Panella

Da Oggi Venerdì 23 Febbraio è disponibile su tutte le piattaforme streaming e download il nuovo EP frutto della collaborazione tra Morgan e Panella dal titolo Si, certo l’Amore pubblicato su INCIPIT RECORDS e distribuito da EGEA MUSIC. Il disco composto da 8 tracce include il singolo Si, Certo l’Amore in attuale rotazione radiofonica, il nuovo bellissimo inedito Non + Tu ed una serie di componimenti, variazioni ed interludi a cavallo tra musica elettronica ed orchestrale sul tema portante di Si, Certo l’Amore. Più precisamente: Radiophobic, Album version, Orchestra, Elastic Brass, New wave, Post atomic.

Questo EP anticipa l’uscita del nuovo disco …E QUINDI INSOMMA OSSIA (Incipit Records / Egea Music)

Queste le parole di Morgan sull’uscita:

Il progetto Morgan/Panella è molto uniforme, è un continuo generarsi di canzoni come le piante spuntano dal terreno, in maniera quotidiana spontanea e naturale e con estrema facilità. Questo è senza dubbio dovuto alla grande musicalità della scrittura di Panella e anche alla mia irrefrenabile dedizione all’esperimento, pratica che conduce in territori imprevedibili e inesplorati, e che alimenta in modo estremamente nutriente la creatività, entusiasmando, gratificando, tenendo acceso il fuoco della vita artistica. Questo stato d’animo è chiamato da molti “ispirazione”, io preferisco dargli invece un ruolo ridimensionato alla normalità perché si tratta di una condizione regolare e non intermittente. Concepire in questo modo il lavoro della creazione progettuale di musica (nel mio caso, ma vale per tutte le discipline dell’ingegno) mi porta a realizzare ciò che davvero desidero e non per forza si tratta di qualcosa di ufficiale o di commissionato o di obbligatorio contrattualmente, anzi è l’esatto contrario, ossia quel che faccio nessuno mi ha chiesto di farlo e nessuno oltre a me ha previsto che esistesse, e quindi nessuno si aspetta nulla da ciò di cui nemmeno sa l’esistenza. La controindicazione di questo è che il pubblico, non sapendo, crede che io non componga più musica originale e che addirittura abbia “perso la vena”, quando invece non ha idea della fecondità che mi investe da cui sgorga una copiosità di oggetti davvero incontenibilmente accumulati in oltre quindici anni di artigianato musicale svolto tutti i giorni con regolarità anzi abnegazione stacanovista che mi ha fatto dedicare più di dieci ore alla certosina produzione di musica originale che non ho pubblicato. Ma che non sia pubblicata per me non significa che non esista invece per la gente sì, ma è una falsa credenza anche pesantemente avallata dalla selvaggia narrazione pubblica del mio discredito, cosa notoria e sistematica terribilmente antipatica che non ho nessuna intenzione di tirare in ballo adesso. Il lavoro con Panella quindi è una cosa che ho voluto pubblicare o forse “sono riuscito”’ a pubblicare, perché dopo tutti questi anni di distanza dal mercato (e non dalla musica, sia beninteso) il mio rapporto con il settore dell’industria musicale si è totalmente annientato e quindi ora lo sto ricostruendo da zero. Questa mia presentazione che lo introduce è qualcosa che non ero più abituato a fare ma che vent’anni fa era una delle mie principali attività, ero sempre alle prese con domande sui miei dischi e sulle canzoni, sui testi e sugli arrangiamenti, sulle produzioni, e stavo sempre a raccontare e fare esempi e connessioni ed è proprio per quello che ad un certo punto sono stato contattato dalla televisione, per il mio modo di affrontare il senso della musica, ma non avrei mai potuto immaginare che proprio di quello io negli anni a venire sarei stato privato. La televisione mi ha strappato alla mia natura, alla mia vera professione, frutto della mia preparazione, coltivata dalla passione. Nulla io conosco meglio di quella materia che si chiama “produrre dischi”, e nonostante tutti questi anni siano passati dal mio ultimo lavoro di inediti ufficialmente pubblicato (DaAadA, 2006), anni in cui sono avvenuti radicali importanti cambiamenti tecnologici proprio nel campo della realizzazione della musica pop, e la realtà mercantile sia stata dominata da persone altre da me, molto sinceramente, non sento di essere rimasto indietro e posso competere con chi ha vent’anni in meno di me ma non solo non ha la mia esperienza, non ha la mia libertà di esplorazione e la mia autenticità ma soprattutto non ha il mio coraggio ma è imbrigliato in un qualunque conformismo retorico del suo universo fatto di limitati stereotipi e poggiato su debolissime basi, schiacciato dalla cattività in cui è nato e di cui non percepisce i confini e comandato da un sistema che ha come solo motore un’economia schizofrenica e in amnesia costante, in stato di coscienza incoerente.

Lynora: In Enea l'essenza della mia personalità

Lynora: In Enea l’essenza della mia personalità

Dal 22 settembre Enea, il nuovo album di Lynora, è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale

È disponibile in rotazione radiofonica ed in digitale Enea il nuovo album di Lynora che rappresenta un capitolo fondamentale nella carriera dell’artista.

 Scritto e prodotto da Marco Canigiula, il disco è composto da otto tracce che catturano l’essenza della personalità vibrante e complessa di Lynora. L’album è una fusione di suoni pop, latin, trap e indie, ogni traccia è un viaggio emozionale che invita gli ascoltatori ad esplorare il mondo dell’artista. L’uscita del disco coincide con un momento speciale nella vita di Lynora, la nascita del suo primo figlio, a cui è stato dato il nome “Enea”. Questo rende il lavoro discografico non solo una creazione artistica, ma anche un testimone tangibile dell’amore e della gioia che accompagnano una nuova vita.

Insieme all’album esce “1000 spine”, il nuovo singolo di Lynora feat. Fat Dad brano composto a quattro mani con Marco Canigiula, prodotto da Korma per Cantieri Sonori e distribuito da Ada Music Italy (Warner). La canzone dal ritmo vivace e contagioso con sonorità funky esprime la personalità complessa, passionale e vivace dell’artista. Le immagini e le metafore utilizzate nel testo contribuiscono a creare un’atmosfera di euforia e intensità.

Le liriche sono un viaggio attraverso l’anima della protagonista, che si descrive come “crazy ma original” e vive la vita con una passione intensa. La metafora delle rose con mille spine velenose rappresenta un’immagine potente e contraddittoria, suggerendo la bellezza e la pericolosità della personalità del protagonista. Inoltre, il pezzo evoca un’atmosfera urbana e contemporanea, con riferimenti a Londra e a un taxi blu, creando un contesto visuale interessante per l’ascoltatore. Il brano è un’esperienza sonora coinvolgente che cattura l’essenza di una personalità vibrante e complessa, mentre la presenza del featuring dell’artista italo-francese Fat Dad aggiunge un elemento di sorpresa e mistero che rende la canzone ancora più intrigante.

Nella canzone Enea, contenuta nell’album canti che hai capito qual è il vero significato della parola amore. Secondo te qual è?

“Da queste ultime due settimane è sicuramente mio figlio, quindi il vero significato dell’amore è lui e siamo molto felici sia io che il mio compagno, l’amore che ti da un figlio è unico. Amore è dove decidi di metterlo, mio figlio, il mio compagno e la musica. Enea è una canzone che è stata scritta quando ero al sesto mese di gravidanza.”

Quindi è una canzone che è stata scritta immaginando emozioni e sensazioni?

“Si infatti molti mi hanno detto: «Come hai fatto a scrivere questo brano se questo bambino non l’avevi ancora visto?» Infatti insieme a Marco Canigiula che è il mio compagno ed anche produttore, manager ed autore abbiamo immaginato questo incontro tra me ed Enea. Adesso, quando la canto, è più reale perché quando l’abbiamo scritta abbiamo immaginato cosa potesse succedere in quel momento.”

Il tuo album cos’altro ci racconta?

“L’album descrive appieno la mia personalità vibrante e complessa ed è un mix di tanti suoni, perché nell’album ho voluto sperimentare, il latin, trap, hip hop. Ogni traccia è un viaggio emozionale ed un invito ad esplorare il mio mondo. Sono tracce di generi diversi che hanno un unico filo conduttore. Io ritengo che, come primo album, sia stato importante sperimentare diversi generi anche per capire gli ascoltatori cosa hanno da dire.”

Insieme all’album esce 1000 spine, una canzone nella quale si avverte un contrasto molto forte infatti canti di spine velenose “ma se mi guardi negli occhi muoio”

“In questa canzone uso la metafora delle rose con le spine perchè descrive  il mio carattere, quindi la bellezza della rosa con le spine che sono pericolose. Ognuno di noi ha un lato del proprio carattere che piace ed uno che piace meno. Le spine le possiamo intendere anche come una corazza. Il pezzo evoca una atmosfera contemporanea in modo che l’ascoltatore crei una sua immagine di ciò che sta ascoltando.”

La collaborazione con Fat Dad  com’è nata?

“Sono molto contenta di questa collaborazione e Fat Dad, che è un artista francese, l’ho conosciuto grazie a Marco Canigiula ed è un artista molto misterioso infatti di lui posso dire che è stato interessante collaborarci e rappresenta una parte misteriosa e speciale del brano.”  

Stai già lavorando al prossimo album?

“In realtà si, noi quando scriviamo dei brani li riascoltiamo dopo alcuni mesi per capire se ci piacciono infatti per Enea abbiamo scelto queste otto tracce perché abbiamo ritenuto fossero quelle giuste. Per il prossimo album ci sono già delle canzoni pronte.”

Gio Cristiano: un ritorno all'essenziale

Gio Cristiano: un ritorno all’essenziale

Gio Cristiano pubblica il suo nuovo album Del blue (ed altre essenze), già disponibile su tutte le piattaforme digitali

“Del blue (ed altre essenze)” è il nuovo album di Gio Critsiano prodotto da Aspro Cuore composto da otto composizioni originali che sono tutte intensamente intrise di quel sound mediterraneo che mescola negritudine (ovviamente a metà!) e melodia partenopea, jazz, jazz-rock e pop(ular) song.

Il disco rappresenta un pieno ritorno al sound mediterraneo del chitarrista e songwriter partenopeo, da sempre ammaliato dalla grande produzione musicale mediterranea ed in particolare partenopea.Con questo nuovo lavoro, Gio Cristiano ritorna dalle profonde immersioni nella “black music più viscerale e innovativa” (cit il Mattino) del disco “Voodoo Miles” (scritto a quattro mani con il vocalist newyorkese Dean Bowman) e rimescola le sperimentazioni soul-gospel-jazz con la grande tradizione melodica partenopea e l’universo armonico della tradizione jazzistica afro-mediterranea.

Quali essenze sono presenti nell’album?

“È presente ciò che è essenziale, ho pensato agli affetti anche a quelli che non ci sono più ed essenziale  è anche la melodia. Il disco contiene dei brani nella forma canonica della canzone, le altre sono quasi delle prese dirette, quasi come in un live. Sentivo il bisogno dell’essenza della freschezza del concerto dal vivo, una take e via. Anche l’improvvisazione è un’altra delle essenze perché è una forma di composizione estemporanea nella quale i processi razionali vengono totalmente messi da parte.”     

Una canzone riesce a comunicare anche senza le parole, riesce comunque a far vibrare le emozioni.

“Concordo su tutto e ritengo che la forma più pura di comunicazione musicale sia quella strumentale che prescinde da un testo e da un significato facilmente codificabile dell’ascoltatore. Il brano strumentale permette all’ascoltatore, con uno sforzo di fantasia, di attribuire delle immagini a quei suoni, basti pensare alle colonne sonore dei grandi film. Il processo di produzione di un testo per me deve essere molto simile al processo improvvisativo quindi tutto il processo deve essere naturale. Ad esempio Pino Daniele usa la parola come un suono, lo stesso Lucio Dalla.”     

Quanto un brano risente dello stato d’animo di chi la sta suonando in quel preciso istante?

“Nella stessa sessione suono il brano tre volte, già dalla seconda sessione si inizia a ragionare, poi nella terza ancora di più. Ogni esecuzione risente dello stato d’animo dell’artista, se ad esempio quel giorno sono in riva al mare è un conto se sono in un club sia ha un’altra sensazione, se sono in streaming è un altro mood. Se sei disposto a rischiare lasciandoti andare allora una sessione è diversa dall’altra.”

Quindi questo album è anche un racconto dei tuoi stati d’animo

“Ddoje parole blues ad esempio è nato da un momento melanconico pensando ad una persona che ho perso. La fase iniziale delle mie canzoni, la fase di ispirazione, per me deve essere totalmente libera e più sono fuori da una possibile codifica più sono felice e più sento che sono mie.”       

Nel nuovo progetto emergono, tra le sei composizioni strumentali, anche due canzoni d’autore scritte ed interpretate dallo stesso Gio Cristiano con la sua voce profonda da crooner mediterraneo.In tutto il disco i temi centrali di “sirena” e “ddoje parole blues” – due sole tracce non totalmente strumentali – vengono rievocati, rielaborati, reinterpretati dal quartetto in un continuo gioco di richiami e citazioni.La canzone è racconto a sé stante, ma al contempo fascinazione per nuove immagini, nuove storie, che a partire dai temi principali, vengono improvvisate e reinventate nelle versioni reprise ed instrumental.

Altre quattro composizioni strumentali vanno a completare l’opera: “Blue quintessenziale”, unico spaccato blues (chiaramente mediterraneo) del disco; “Piazza Miraggio”, un tango con fortissime influenze arabeggianti; “Morgana”, gioco di illusioni e rielaborazioni che plasmano – cavalcando un ostinato di basso – il ritmo del tango fino a riportarlo su lidi nostrani; “Terra!” composizione per trio dai colori del jazz-rock modale post Davisiano, brano dai toni acidi le cui immagini richiamano quel mediterraneo inteso come sogno di speranza per molti disperati.

Il disco è sospinto dal drumming gravido di groove della batteria e delle percussioni di Angelo Calabrese (che in alcuni brani ibrida il set con una darbouka), sin dalle prime note si evidenzia la grande intesa ed il giusto interplay con la chitarra di Gio Cristiano e con il resto della band. Il pianismo elegante di Marco Ciardiello – elemento di novità in una band i cui meccanismi sono già stati rodati nel progetto parallelo Voodoo Miles – sposa perfettamente la visione armonica del compositore ed impreziosisce ogni brano con interventi solistici che fanno da contraltare alle linee essenziali, a tratti suadenti, a tratti graffianti del “chitarrista hendrixiano di matrice jazzistica” (cit La Repubblica). A sostenere tutto il complesso impianto armonico e ritmico delle otto composizioni sono le frequenze basse del giovane e talentuoso bassista elettrico Francesco Girardi.

“Del blue (ed altre essenze)” nel suo complesso è un crossover di elementi di jazz, funky, pop(ular) song, jazz-rock modale, melodia mediterranea, canzone d’autore ed improvvisazione.

“Del blue (ed altre essenze)” è stato registrato presso Aspro Cuore Studio, missato e masterizzato da Marco Ciardiello e Gio Cristiano, che si è occupato anche dei testi e musica. Nel disco hanno suonato Gio Cristiano (chitarre e voce), Marco Ciardiello (pianoforte e tastiere), Angelo Calabrese (batteria), Francesco Girardi (basso) e Roberta di Palma (cori). Credits copertina Francesco Berriola.

TRACKLIST:

  • Ddoje parole blues
  • Blue quintessenziale (instrumental)
  • Sirena
  • Miraggio (instrumental)
  • Morgana (instrumental)
  • Sirena reprise (instrumental)
  • Terra! (instrumental)
  • Ddoje parole blues (instrumental)

Biografia

Gio Cristiano è un chitarrista, cantautore e producer napoletano. Laureato in musica jazz e Scienze Politiche. La Repubblica lo ha definito “Un chitarrista funk/jazz di matrice hendrixiana” mentre Radio 3 lo identifica come “frutto dell’incrocio del mondo arabo-mediterraneo con la tradizione jazzistica”. Fondatore di Aspro Cuore, centro di produzione e formazione musicale ed etichetta discografica. Come producer cura le produzioni di molti artisti emergenti.  Come chitarrista, lavora principalmente nel circuito dei festival jazz e blues italiani. (Sant’Anna Arresi Jazz festival, Eddie Lang Jazz Festival etc). Ha suonato con diversi artisti della scena musicale internazionale, tra i quali gli statunitensi Dean Bowman (con il quale ha realizzato il disco Voodoo Miles), Reggie Washington, Hamid Drake. Con il sassofonista Daniele Sepe ha partecipato alla realizzazione del disco live Direction Zappa. Con “Del blue (ed altre essenze)” il suo ultimo progetto discografico ha tracciato una linea di connessione tra le esperienze americane ed i linguaggi originari della musica napoletana moderna.

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Namida: Cristalli è la paura ad aprirsi

Namida: Cristalli è la paura ad aprirsi

Cristalli, il nuovo singolo della cantautrice punk rock Namida, è disponibile sulle piattaforme di streaming digitale ed in rotazione radiofonica.

“Cristalli” (Matilde Dischi), è il nuovo singolo della cantautrice punk rock Namida disponibile sulle piattaforme di streaming digitale ed in rotazione radiofonica.

Claudia Pregnolato, in arte Namida, (Torino, 20 febbraio 2000) è una cantautrice punk rock dal sapore internazionale. La sua voce calda e potente è il marchio di fabbrica del suo primo progetto discografico che tocca sonorità sperimentali senza dimenticare la melodia italiana. Si avvicina alla musica da molto piccola e infatti, all’età di 6 anni, si esibisce per la prima volta su un palco, partecipando ad alcuni concorsi canori della provincia. Namida, artista pungente che riesce a mischiare, allo stesso tempo, cattiveria e dolcezza trasportandovi in un meraviglioso viaggio fatto di istinto, colori ed emozioni contrastanti è vincitrice di Area Sanremo 2021, finalista al Festival di Castrocaro e  finalista di The Voice of Italy 2018. 

Cristalli è un brano che racconta una storia vera vissuta non solo da Namida ma da molti. Parla della paura di innamorarsi e di lasciarsi andare davanti ai sentimenti soprattutto quando sono talmente forti da spaccarti le ossa. Namida lo racconta su una musica potente, che fa ballare per far immergere gli ascoltatori nel Setting in cui ha dovuto fare i conti con la realtà: dall’amore non puoi scappare, devi solo lasciarti trasportare. 

Il pezzo è stato scritto da Claudia Pregnolato (Namida) e da Gianmarco Grande che si è occupato anche della produzione.

Cristalli è nata da un’esperienza personale o hai immaginato  come ti saresti comportata se ti fossi trovata in una situazione simile?

“Questa canzone è un ibrido tra una storia vera ed il frutto della mia immaginazione. Tutti nella vita abbiamo conosciuto quella persona che ci ha fatto provare delle emozioni ma con la quale, all’inizio, abbiamo avuto paura ad aprirci. L’ambientazione della canzone invece è un qualcosa che ho creato nella mia mente, come ad esempio il ballare in spiaggia. La situazione in sé è una situazione che ho vissuto.

La stessa paura che provi ad aprirti con una persona è la stessa paura che si può provare ad aprirsi con chi ascolta la canzone?

“Sto imparando a non averla e  sto cercando di capire come scavare dentro di me. Nel momento in cui scaverò nel profondo allora sentirò la paura di far ascoltare agli altri quello che ho trovato ma se ho scelto di scrivere canzoni e di renderle fruibili a tutti è perché così, anche chi le ascolta, possa rispecchiarsi nella mia storia. A volte pensiamo che ciò che viviamo non sia importante invece riesce a colpire anche altre persone.”    

Guardando la copertina del brano ho visto un occhio con intorno dei tagli, è come se quell’occhio provasse dolore e visto che gli occhi sono lo specchio dell’anima allora è come se quei tagli e quel dolore fossero tagli e dolore dell’anima. 

“Bellissima interpretazione! L’idea era di fare un qualcosa di psichedelico, i colori sono particolari e se noti l’occhio si sta sciogliendo, nell’occhio c’è la paura e poi Cristalli era anche un riferimento alla droga. Questo è il bello della musica, io scrivo una canzone che significa qualcosa per me poi gli altri possono percepire qualcos’altro che dipende anche dal loro vissuto, dando quindi un significato diverso.”     

Le tue canzoni nascono in seguito a…

“Solitamente ad emozioni negative (ride) come la rabbia, la tristezza, la paura e poi io le trasformo con la musica in sensazioni positive perché io, di base, sono una persona molto solare. Analizzo la vita con gli occhi di una ragazza di 23 anni che a volte non vede tutto bellissimo (ride).”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Stiamo lavorando ad altri singoli e ad un album che uscirà dopo l’estate e sarà come una chiusura di un cerchio. Poi sarà come immergersi in un’altra dimensione perché io ho in mente già il prossimo album. A questi singoli sto lavorando da un anno e mezzo e in un anno e mezzo tante cose cambiano, in primis te stesso, ci sono storie nuove da raccontare. Adesso stiamo lavorando anche molto alla dimensione live, abbiamo già avuto un po’ di date e andremo avanti così fino a Settembre.”  

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Giulia Pratelli: La musica colma le distanze della vita

Giulia Pratelli: La musica colma le distanze della vita

Tutt i Santi è il nuovo Ep di Giulia Pratelli già disponibile sulle piattaforme digitali

È disponibile su tutte le piattaforme di streaming “Tutti i Santi” (Blackcandy Produzioni), nuovo ep di Giulia Pratelli dal quale è estratto l’omonimo singolo in rotazione radiofonica.

Giulia Pratelli, che ha più volte attirato l’attenzione di grandi artisti quali Fiorello (che dal 2014 l’ha accolta nel cast della sua Edicola Fiore), Enrico Ruggeri e Grazia De Michele, negli anni è stata ospite nel concerto di Marco Masini, mentre ha aperto i live di Edoardo Bennato, Diodato e Mirkoeilcane. Nel 2018 crea e organizza “Come è profondo il mare”, uno spettacolo in omaggio alla musica di Lucio Dalla che la porta a cantare nei teatri e locali italiani insieme a Tommaso Novi, Giorgio Mannucci e Luca Guidi. Nell’estate 2020. A gennaio 2022 esce l’album “Nel mio stomaco” anticipato dal singolo “Qualcuno che ti vuole bene” feat. Bianco.

“Tutti i santI” è un piccolo EP homemade, che contiene due brani inediti “Tutti i santi” e “Come stai” e una nuova versione di “Nodi” (già contenuta in TUTTO BENE, 2017) interpretata qui in duetto con Setak, cantautore abruzzese e amico di Giulia. I tre pezzi sperimentano sfaccettature diverse dello stesso tema: la distanza.  Il lavoro, prodotto e arrangiato da Luca Guidi, è breve ma intenso e in esso le canzoni di Giulia si affidano a sfumature nuove e atmosfere sospese, che ruotano attorno alla chitarra, elettrica e acustica. 

“Tutti i santi” è un brano che prova in qualche modo a descrivere la distanza più difficile da misurare e raccontare che è probabilmente quella che ci separa da chi se n’è andato per sempre, spalancando una piccola crepa affinché da questa possano entrare (e uscire) i sentimenti, i ricordi, la rabbia, la nostalgia e tutte le imprecazioni possibili. Un piccolo percorso per ritrovare quella voglia di cantare che in certi momenti ci abbandona ma poi, in un modo o in un altro, ritorna. 

Ascoltando Tutti i Santi ho pensato a  quei momenti della vita nei quali hai solo voglia di lasciare tutto e non perché hai perso fiducia in te stesso ma hai perso la voglia di fare anche ciò che più ami fare. Capita un qualcosa che ti porta a soffrire e quella sofferenza ti fa perdere la voglia ma è solo una sensazione passeggera che, pur andando via, ti lascia una ferita.

“Il significato della canzone è proprio questo che hai detto, nella mia esperienza riguarda la perdita di un’amica per un problema di salute grave ed è stata una perdita rapidissima e prematura vista la sua giovane età. Capitano, quindi, quei momenti che dicevi tu e ti senti sopraffatta da un qualcosa che è più grande di te, che non ha spiegazione ed è anche inutile cercarla e che ti fa passare la voglia di fare le cose che ti tengono anche vivo. Con questa canzone ho voluto provare a raccontare questa mia esperienza. La voglia di fare ciò che ami deve tornare proprio per vivere appieno le nostre giornate ed il tempo che abbiamo.” 

Tutto questo ti porta a comprendere ancora di più l’importanza del trascorrere dei singoli attimi della vita. Apprezzando ancora di più il presente si riesce a riempire quegli attimi del tempo che diversamente sarebbero vuoti. 

“Esattamente è proprio così, noi ci accorgiamo di tutto ciò solo dopo che avviene qualcosa che ci spaventa. Se imparassimo a vivere le cose nel momento in cui ci sono, dando il valore che hanno, la nostra vita sarebbe più completa.”

In “Come stai” canti che in un labirinto non è importante la via d’uscita ma trovare il centro. Questo labirinto possiamo intenderlo come la vita o come noi stessi quindi diventa importante trovare il centro di noi stessi perché, trovandolo, ci permette di superare proprio quella sensazione di voler mollare tutto che canti in Tutti i santi.

“È proprio così ed è un percorso faticoso che ci dà la conoscenza di noi stessi. Lo canto come se fosse semplice (ride) ma in realtà, conoscere se stessi,  non è proprio così semplice (ride). Quantomeno provarci è importante soprattutto in un periodo come questo che ci vede sempre di corsa e ci chiede di dover essere sempre prestanti e rapidi. Quindi è importante trovare il centro del labirinto, fermarsi e capire che al centro ci sono aspetti di noi stessi che vale la pena conoscere.”   

Magari al centro del labirinto si nasconde la parte peggiore di noi, quella parte che tendiamo sempre a nascondere, con la quale invece dovremmo dialogare proprio perché così si può avere una visione completa del nostro essere. 

“Sono assolutamente d’accordo! Anche se non mi piace autocitarmi, quando parlavi mi è venuta in mente “A memoria” che è una canzone contenuta nel mio precedente album, che dice: “io resto il peggio di me tu resta con me”. Nel senso che il peggio di me fa parte di me e per restare insieme ad un’altra persona è necessario che anche quest’ultima la conosca. Magari può capitare che quello che noi vediamo essere il peggio di noi stessi, visto da fuori, è molto più gentile. Conoscere la parte peggiore di noi ci può permettere anche di migliorarla.” 

In Come stai canti “Come te la immagini la felicità?”. Tu come te la immagini la felicità?

“Me la immagino vicino al mare e molto simile alla serenità. Più cresco e più sto rivalutando il concetto di serenità che non è una assenza di pensieri ma è una pace di fondo che è data dall’aver raggiunto un equilibrio nella vita e dall’avere raggiunto la conoscenza di se stessi, di quello che ci piace fare, di dove vogliamo arrivare e l’esserci anche un po’ arrivati.”   

Tra le canzoni dell’Ep esiste una linea che le lega?

“Si c’è e mi ha sorpreso accorgermene perché sono tre canzoni che sono nate in periodi molto diversi tra loro. Mi sono resa conto che tutte e tre raccontavano la distanza. In Tutti i Santi c’è una distanza irrimediabile, in Come stai c’è una distanza che si può colmare ma che in quel momento non si riesce a colmare e in Nodi c’è una distanza di cui siamo consapevoli.”  

Sulla copertina dell’ep cosa ci puoi raccontare?

“È stata disegnata da Disegnacci, nome d’arte di Riccardo Pratesi, che ha voluto giocare, conoscendo la mia passione per la storia, con una vetrata medievale ed un insieme di elementi che vogliono veicolare un messaggio più complesso, sono elementi che raccontano il disco. Ci sono io con uno strumento medievale, i microfoni a simboleggiare la registrazione dell’ep e il palazzo perché questo progetto è stato interamente registrato a casa e poi intorno alla mia figura ci sono un insieme di piccoli nodi che ricordano la terza traccia dell’ep.”  

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MonnaElisa: in Caffè canto il bisogno di leggerezza

MonnaElisa: in Caffè canto il bisogno di leggerezza

Caffè il nuovo singolo di MonnaElisa, artista prodotta da Joseba Label, è disponibile su tutte le piattaforme digitali. 

Il videoclip di “Caffè” è stato registrato in uno scenario statico, un semplice divano, in un modo però molto dinamico. Dall’inizio alla fine si può seguire infatti il cambiamento, il graduale approccio, tra i due protagonisti, interpreti di un amore in cui vengono esaltati pregi e difetti.

Elisa Malpezzi, in arte MonnaElisa, cantautrice, rocker, nostalgica, sicuramente ribelle è cresciuta con le sue chitarre, ancora tutte colorate, piene di adesivi, come a volerle ricordare ogni esperienza, ogni tappa musicale, ogni mano stretta. Alla fine del 2023 partecipa ad AreaSanremo, vincendo con il brano “Gaia”. 

Caffè è un brano leggero che parla però di un amore turbolento, quello dove vengono esaltati pregi e difetti, dove si osserva ogni minimo dettaglio del partner, dal contestare il fatto di non mettere zucchero nel caffè al conoscere perfettamente il colore dei suoi occhi. È una canzone che mette in risalto il contrasto tra “me” e “te”, dove la diversità a volte stride e altre invece è quella scintilla che accende il fuoco, che ci permette di amare, di essere reali.

L’ascolto della tua canzone mi ha fatto venire in mente che, a volte, ci facciamo troppe domande, sia rivolte all’altra persona sia a noi stessi. In realtà le anime non hanno bisogno di fare troppe domande, perché le anime sanno comunicare tra loro, le anime comunicano anche attraverso le sensazioni che ci provoca l’altra persona.

“Si, è proprio questo il senso. In amore si guardano sia i pregi che i difetti e ad un certo punto, quando il rapporto diventa troppo pesante, si dà peso ai difetti e si contesta anche ciò che è futile, come ad esempio canto nella canzone, il non mettere lo zucchero nel caffè. In Caffè canto un amore che vede i protagonisti crescere insieme e amarsi per quello che sono senza farsi troppe domande, soltanto guardandosi, toccandosi e sfiorandosi. Questo è ben visibile nel video che accompagna la canzone infatti io divento Drag King e il mio lui Drag Queen, quindi ci si ama e basta.”

In questa canzone ho ascoltato un contrasto, un testo forte accompagnato da una melodia spensierata, contrasto che ho visto anche nel video del quale parlavamo prima.

“Hai colto esattamente ciò che voglio trasmettere. Quando faccio delle musiche più concentrate alleggerisco i testi invece quando mi rendo conto di avere dei testi che sono pesanti, alleggerisco la canzone dandole spensieratezza perché voglio comunque che il messaggio arrivi sempre in modo diretto e chiaro. Anche attraverso il video ho voluto fare la stessa cosa trattando un tema che mi sta molto a cuore e cioè l’amore libero. L’idea iniziale del video era diversa poi ho conosciuto Leila Star, che è la Drag Queen, che mi ha dato una lezione sulla libertà della vita che ho pensato di raccontare nel video.”

L’idea del titolo del brano com’è nata, perché Caffè, perché dà l’idea di incontro e leggerezza?

“Ho scelto caffè perché dà l’idea della semplicità ed è legato al concetto che a volte ci focalizziamo su aspetti dell’altro che sono poco importanti, come dicevamo prima il non mettere lo zucchero nel caffè. Ci soffermiamo su aspetti davvero inutili di una relazione.”  

Questa canzone nasce da una tua esperienza personale?

“Si, nasce dalla necessità di liberarmi di un amore pesante ed avevo bisogno di chiudere un cerchio. Stavo riscoprendo me stessa, dando spazio alle mie priorità, studiando ogni mio singolo rapporto. Nel frattempo, ho conosciuto Leila Star una drag queen incredibile che mi ha davvero alleggerito l’esistenza e mi ha dato una bella lezione sull’essere se stessi, sulla bellezza della diversità.” 

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

“Tutto il cantautorato italiano che va da De Andrè , Baglioni Mina, fino al rock italiano e straniero. Da piccola, i miei genitori, mi facevano ascoltare rock e mi sono innamorata di Jimi Hendrix e ricordo che, tutte le volte che prendevo la mia chitarra giocattolo, facevo finta di suonare le sue canzoni. Infatti nella canzone Caffè c’è un’influenza, molto leggera, di Little wing proprio di Jimi Hendrix.”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Al momento sto continuando a scrivere e sto registrando in studio nuovi pezzi perchè, a breve, dovrebbe uscire un altro brano e sto lavorando al mio Ep, quindi sono nel pieno della mia produzione artistica. Il prossimo brano che uscirà parla di me ed è molto introspettivo anche se la prima canzone che ho pubblicato, che si chiama Gaia, l’ho scritta per la mia migliore amica e parla dei disturbi alimentari. Non scrivo solo musica per sfogarmi ma anche per stare vicino agli altri.”     

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Ida Altrove: L'imperfezione tonalizza la vita

Ida Altrove: L’imperfezione tonalizza la vita

Ragazza a modo è  il nuovo singolo di Ida Altrove feat. Fabrizio Bosso

Ragazza a modo è  il nuovo singolo di Ida Altrove feat. Fabrizio Bosso ed è già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica

Ida Scarlato, in arte Ida Altrove, si avvicina alla musica sin da piccola, partecipando a vari concorsi canori e masterclass di formazione musicale. Consegue il triennio di Canto Jazz presso il Conservatorio di Cosenza ed è prossima al compimento del secondo livello. L’artista fa parte della squadra di RC Voce Produzione diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale nella quale studia da un anno.

“Ragazza a modo”,  brano prodotto da Core e distribuito da Sony Music Italy,  descrive una ragazza che ha una doppia personalità: una fragile e un’altra più spavalda e irriverente. Il singolo, con contaminazioni jazz e il featuring di Fabrizio Bosso, vuole rimandare anche ad un riferimento di una “ragazza a modo”, oltre che per i modi di fare anche per i “modi” delle scale musicali caratteristiche della teoria jazz come anche nel passaggio testuale cambia subito quel tono.

La canzone racconta di una relazione nascosta nella quale la ragazza non trova più il suo posto e nel ritornello parla di un cuore rotto in maniera molto allusiva proprio per continuare e sottolineare questa duplice personalità. “Sei la piega imperfetta che prende la vita perfetta di una ragazza a modo” è il fulcro di un testo che vuole far comprendere che quasi sempre sono le imperfezioni a farci innamorare e renderci perfetti.

Ascoltando la canzone ho percepito una presa di coscienza, canti “mi hai rotto il cuore” e “cambia subito quel tono.”  È il momento nel quale si arriva finalmente a vedere che l’altro ci ha feriti e ci ha fatto del male. Riusciamo a vedere ciò che non volevamo vedere.

“Si esatto, racconto di una persona stanca di dover vivere una relazione in un modo che non gli piace più e quindi prende consapevolezza di voler cambiare vita perché le si è rotta il cuore e anche le scatole (ride). Hai interpretato esattamente l’intento con il quale ho scritto la canzone ed è bello ascoltare i pareri di altre persone perché magari ci trovano aspetti diversi da quelli pensati da me durante la scrittura del testo. Una canzone raggiunge la sua completezza nel momento in cui viene condivisa con il pubblico, se rimanesse nella camera dove l’hai scritta le mancherebbe sempre qualcosa.”   

Nella canzone canti “Sei la piega imperfetta che prende la vita perfetta di una ragazza a modo.”  Noi cerchiamo sempre di raggiungere la perfezione ed invece la nostra unicità risiede proprio nelle nostre imperfezioni. La perfezione è trovarsi fermi in un luogo di cristallo nel quale un minimo movimento rischia di incrinare tutto. La perfezione la vedo come staticità e l’imperfezione come movimento. 

“Si esatto, l’imperfezione è quella sfumatura che tonalizza la vita di ognuno di noi e la compostezza di questa ragazza, che canto nel brano, viene stravolta da una imperfezione che è ciò che cambia tutto. L’immagine che hai dato di questo movimento è bellissima perchè il più delle volte le opere d’arte che siano canzoni, poesie, libri o quadri vengono sempre fuori da momenti di frattura, di movimento e non quando sei fermo, anche se poi fermi in realtà non stiamo mai e questo movimento ci porta a creare. Ogni tanto c’è bisogno di fare delle pause ed anche se fermi, dentro di noi, stiamo sempre macinando dei pensieri che poi  si concretizzano.”

Questa canzone nasce da un’esperienza personale, hai immaginato sensazioni ed emozioni o è il racconto di una storia che hai ascoltato?

“Nelle canzoni c’è sempre qualcosa della vita, in passato mi è capitato di vivere una situazione simile a quella che racconto nella canzone anche se, nel momento nel quale l’ho scritta, non pensavo ad un episodio preciso ma ad uno stato d’animo. È nata in modo molto spontaneo mentre ero in movimento in casa ed ho iniziato a canticchiare il ritornello poi, in un secondo momento, mi sono messa al piano per definire la struttura.”      

La collaborazione con Fabrizio Bosso com’è nata?

“Dopo aver scritto il testo ed abbozzato un arrangiamento, l’ho portata al mio produttore facendo una richiesta ben precisa, desideravo che nella canzone ci fosse una tromba con una parte strumentale importante e scherzando ho azzardato il nome di Fabrizio Bosso, che già conoscevo artisticamente avendo ascoltato più volte i suoi concerti. Poi, due persone con le quali collaboro, Cecilia Cesario e Rosario Canale hanno fatto in modo di poter realizzare questo mio sogno e adesso sono felice e grata perchè non avrei mai immaginato di condividere questa canzone con Bosso che è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di jazz e per tutti i musicisti.”       

Questo “altrove” del tuo nome d’arte dov’è, è un luogo al di là del tempo e dello spazio?

“Altrove è una parola che mi ha sempre affascinato tanto da accostarlo al mio nome sin dall’adolescenza, sin dai primi video su Youtube. Mi piace l’immagine che evoca nella mente quando pronuncio quella parola, è quella ricerca che io posso fare altrove, in un posto che può essere lontano ma che in realtà è dentro di me, è quel movimento che posso fare all’interno di me.”       

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Continuo a scrivere perché, essendo una cantautrice, la scrittura è anche una sorta di terapia e di spontaneo che arriva durante la giornata. Ho già avuto modo di far ascoltare questa canzone nei miei concerti e durante questa estate continuerò a suonarla e poi spero di continuare a produrre qualcosa che mi renda felice così come è stato per Ragazza a modo.”   

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Gli occhi dei giganti è il nuovo brano dei CdA, già disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale

CdA: Gli Occhi dei giganti è un invito a non fuggire dalle proprie emozioni

Gli occhi dei giganti è il nuovo brano dei CdA, già disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale

È disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Gli Occhi dei Giganti”, il nuovo singolo dei CdA.

I CdA sono Matt Mancuso, David Cherubini, Simone “Billo” Tomei e Lorenzo “Lorenz” Cicerchia e nascono a Roma nel 2014 con l’obiettivo di portare sui palchi di tutta Italia le sigle dei cartoni animati più amati trasmessi dagli anni ‘70 fino ad oggi. Grazie ai loro elettrizzanti arrangiamenti in chiave Rock e a un vero e proprio Show completo di sketch e video proiezioni ad hoc, riescono a divertire, appassionare e far rivivere emozioni sopite dal tempo. 

“Gli Occhi dei Giganti” è un brano che racconta di come le persone che appaiono più spaventose o imponenti, come i giganti, possono nascondere un cuore gentile o una storia difficile che le ha rese così. Il pezzo invita l’ascoltatore a non farsi intimorire dalle apparenze e a prendersi il tempo di conoscere davvero le persone.

Ascoltando “Gli Occhi dei giganti” mi è venuto in mente il pregiudizio e l’ascolto di sé. Il pregiudizio perché proprio nel ritornello cantate “Non correre anche gli occhi dei giganti hanno lacrime” perché anche quelle persone che sembrano essere forti e che spiccano tra gli altri per sicurezza in se stessi, hanno le loro debolezze. Ascolto di sé perché cantate “cerchi fuori ma è dentro la chiave che ti libererà” ed è solo ascoltando se stessi che si riesce a comprendere e conoscere il Sé più vero.   

“Quello che volevamo trasmettere con la canzone è proprio questo! Ogni brano che pubblichiamo è ispirato ad un anime e il progetto al quale stiamo lavorando è proprio quello di creare canzoni ispirate agli anime. In questo caso “Gli occhi dei giganti” è ispirato a “L’attacco dei giganti”. Con questo brano vogliamo dire che non ci dobbiamo mai fermare all’apparenza e che è proprio negli occhi che si cela la verità di una persona. Molto spesso le persone creano una corazza per affrontare la quotidianità e quindi bisogna comprenderne  il motivo.”  

Abbinare ogni canzone ad un anime nasce da una vostra passione, cioè quella di rivedere in chiave rock le sigle dei cartoni animati dagli anni ‘70 ad oggi.

“Esatto, infatti questo è un progetto che nasce nel 2014, con lo scopo di creare degli arrangiamenti in chiave rock delle sigle dei cartoni animati che tutti noi conosciamo. Dal 2022 abbiamo deciso di fare quel passo in più e di scrivere dei nostri brani originali, è stata proprio una nostra necessità.”

Quanto i testi delle canzoni di quei cartoni animati hanno influenzato i vostri brani, perché quei testi, soprattutto dei cartoni animati anni ‘70 e ‘80 raccontavano delle storie a differenza di quelli di oggi?

“Hai ragione noi ci siamo ispirati a quei testi  perché il significato delle parole negli ultimi anni si è perso a differenza di quello che accadeva dagli anni ‘70 in poi. Secondo me non c’è bisogno di spiegare il significato di un brano perché poi ognuno di noi può capirlo in modo molto personale. I nostri brani hanno sicuramente un significato e per noi è molto bello capire cosa hanno recepito le persone senza che gli diciamo nulla. Per me è stato molto bello sentire cosa avevi colto tu ascoltando il brano e anche se tu non avessi centrano in pieno il significato del brano, sarebbe stato bello ugualmente sentire un’altra versione.”     

Il testo de “Gli occhi dei giganti” nasce da un’esperienza personale?

“Si, nasce da un’esperienza personale di Matt, il cantante del gruppo, che ha voluto raccontare attraverso il brano un’esperienza personale che e poi è coincisa con la storia raccontata nell’anime “L’Attacco dei giganti” che tratta proprio questi temi e quindi ci è piaciuto abbinarli. Come dicevi tu, è molto importante il mood che ispira questa canzone perché c’è stato uno studio molto meticoloso sul brano. I brani nascono da riff e da armonie poi ognuno di noi del gruppo mette delle proprie idee e una volta creata una struttura ci dedichiamo a scrivere melodia e testo. Questo brano, come i precedenti due, nasce prima dalla musica.” 

Per i prossimi brani a quali anime vi state ispirando?

“Il primo brano che abbiamo fatto uscire era ispirato a One-Punch Man e si chiama “Come un pugno” ed ha una chiave rock, un altro brano “You & I” era ispirato a “Demon Slayer” e stiamo lavorando ad altri anime ma che non voglio spoilerare ma posso dirti che stiamo lavorando insieme ad un’orchestra, non dico altro.”  

Parlando di orchestra e arrangiamenti in chiave rock mi fai venire in mente il periodo prog

“Esatto, noi siamo amanti delle armonie particolari. Ad esempio, sulle strofe de “Gli Occhi dei giganti”, ci sono tanti ritmi particolari che sono proprio ispirati dal prog  e questo lo riproponiamo spesso nei nostri brani.”   

Biografia

“CdA” nascono a Roma nel 2014 con l’obiettivo di portare sui palchi di tutta Italia le sigle dei cartoni animati più amati trasmessi dagli anni ‘70 fino ad oggi. Grazie ai loro elettrizzanti arrangiamenti in chiave Rock e a un vero e proprio Show completo di sketch e video proiezioni ad hoc, riescono a divertire, appassionare e far rivivere emozioni sopite dal tempo. 

L’effetto nostalgia che attivano i CdA quando salgono sul palco fa venir voglia di scoprire, sigla dopo sigla, quale sarà il prossimo ricordo ad uscire dal cassetto. Dal 2022 affiancano a quello delle cover un nuovo percorso che li porta a scrivere brani inediti inerenti il mondo degli anime giapponesi. I primi singoli “Con un pugno” (One Punch Man) e “You & I” (Demon Slayer) sono disponibili in tutti gli store e le piattaforme digitali. Dopo quasi dieci anni di attività, i CdA vantano collaborazioni con molti doppiatori e artisti del campo musicale e dell’animazione, nonché l’essersi esibiti in numerosi locali prestigiosi e l’aver calcato i più famosi palchi italiani. Apparizioni in articoli di giornale, rubriche radiofoniche e trasmissioni televisive completano il curriculum vitae di questa band di ragazzi romani pronti a portare a termine la loro missione alla fine di ogni concerto: far divertire ed emozionare fino all’ultimo spettatore.

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