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Enrico Ruggeri: “Ci sono cose di me che sono più chiare quando scrivo rispetto a quando vivo”

Enrico Ruggeri: “Ci sono cose di me che sono più chiare quando scrivo rispetto a quando vivo”

La Rivoluzione il nuovo album del cantautore milanese parla di rapporti umani, di sogni adolescenziali e di una generazione che si è scontrata con la vita

“La Rivoluzione” (Anyway Music) è il nuovo album di Enrico Ruggeri, un disco che parla di rapporti umani, di sogni adolescenziali e di una generazione che si è scontrata con la vita, rappresentata dall’iconico scatto di copertina, una foto della classe di Enrico Ruggeri al Liceo Berchet, anno scolastico ‘73/’74.

Il cantautore ha lavorato per due anni a tutti i brani dell’album, con la collaborazione di Andrea Mirò in “Gladiatore” e di Massimo Bigi in “La Rivoluzione”, “Non sparate sul cantante”, “Parte di me” e “Glam bang”.

Vincitore del Premio Tenco nel 2021, in oltre 40 anni di carriera Enrico Ruggeri ha scritto pezzi di storia della musica italiana, per se stesso, per i Decibel e per altri grandi artisti. Affonda le sue radici nel punk, in bilico tra rock e synth pop senza mai rinunciare alla melodia. Al cantautorato affianca l’attività di scrittore (il suo ultimo romanzo è il best seller “Un gioco da ragazzi” per La Nave di Teseo), conduttore televisivo e radiofonico.

È il Presidente della Nazionale Cantanti, Associazione nata nel 1981, da un’idea di Mogol per sostenere cause benefiche e per creare un’occasione di aggregazione tra i cantanti e non solo. Un’associazione, attualmente guidata dal Direttore Generale Gian Luca Pecchini, che sostiene il valore dello sport e della musica, per veicolare messaggi di pace e solidarietà non solo in Italia ma nel mondo. Nazionale Cantanti e Fondazione Progetto Arca hanno sostenuto il progetto “Profughi di Guerra” relativo all’“Emergenza Ucraina”.

“Ho passato la vita a fare 1 album all’anno e poi a un certo punto ho saltato 3 anni. Questo disco – racconta Enrico Ruggeri –  quindi arriva dopo un lungo periodo di lavoro e programmazione, per me è come se fosse un best of, in cui ho raccolto le canzoni più belle che ho scritto in questi ultimi anni. È un album che mi è costato tanto lavoro, tanti giorni passati con gli amici in studio, da Fortu Sacka a Sergio Bianchi (già mio ingegnere del suono in anni precedenti). Sono stati fondamentali anche la creatività della band, Marco Montanari, arrivato in corsa, e Massimo Bigi, che firma con me alcune canzoni alle quali ci siamo approcciati in maniera diversa, partendo da un suo spunto e elaborandolo.”

Hai dichiarato che questo album ti è costato tanto lavoro, possiamo aggiungere che ti è costato anche tanti ricordi anche di notti notti da asciugare e vuoti immensi, per citare due parti della canzone Parte di me?

“Si, questo è un album diverso dagli altri, proprio da un punto di vista pratico. Io in quarant’anni ho fatto 37 album, siamo quasi a uno all’anno, Adesso sono passati tre anni dall’album precedente, molto per motivi intuibili vedi pandemia e restrizioni. Tutto questo in realtà ha fatto sì che io mi prendessi tutto il tempo perché ho la fortuna di avere il mio studio e quindi di non avere scadenze. Questa volta sono arrivato in studio con le canzoni e i primi giorni li abbiamo spesi a parlare delle canzoni, a ragionare sul testo e sulle musiche, su come realizzare poi subito dopo abbiamo iniziato a suonare e dopo ancora abbiamo iniziato ad accendere le macchine per registrare . Questo perché volevo essere certo che il suono che avevo in mente, il Santo Graal che ogni musicista ha e cioè il suono, fosse anche quello che avevano in mente anche gli altri della band e quindi ci voleva più tempo”

Tutto questo tempo è stata quindi un’opportunità?

“Esatto, è stato l’opportunità per scrivere un romanzo che ho iniziato a marzo 2020 e poi l’ho finito in estate e poi per tutto il resto del tempo lavorare all’album perché l’obiettivo era che questo album avesse una riconoscibilità ancora prima che io iniziassi a cantare. L’aspetto importante era che prima ancora di cantare si capisse che era il mio album.”

Hai dichiarato che quello che abbiamo vissuto tutti è stato “un periodo logorante che ha esasperato la solitudine in cui abbiamo ascoltato poco”, forse perché il non ascoltare soddisfa il nostro bisogno di sicurezza. Soltanto l’ascolto reale e profondo di noi stessi ci porta ad abbandonare la nostra area di comfort e quindi ci porta a fare la rivoluzione. Questo album, questo messaggio arriva nel momento giusto

“Assolutamente, oggi su qualsiasi cosa ci si divide in due tifoserie. Qualsiasi argomento: pandemie, guerra qualsiasi cosa e ognuno ascolta solo quelli che la pensano come lui non c’è possibilità di essere sfiorati dal dubbio o dalla curiosità di dire: «Ma quello che sostiene una tesi diversa dalla mia cosa ha da dirmi, fammi sentire perché la pensa così diversamente da me». Ecco, noi non siamo più abituati a fare questo.”

Parafrasando i titoli di due canzoni dell’album La rivoluzione è parte di me e La rivoluzione parte da me nel videoclip de La Rivoluzione ci sei tu che lentamente ti trasformi, ti metti una maschera e alla fine del video allo specchio invece viene riflessa la tua immagine senza nessuna maschera. Con questo che cosa ci hai voluto dire?

“C’è una parte di noi che rimane sempre con il candore e l’entusiasmo dell’adolescenza e c’è un’altra parte della nostra anima che si guasta e si imbruttisce perché la vita è complicata. Nella copertina dell’album ad esempio ho messo degli adolescenti, ho messo la mia classe a significare quanto la vita cambi da quando siamo adolescenti e ci immaginiamo una vita che poi non sarà così e quindi nel video lo stesso il lui “normale” si guarda con il lui “rovinato”. C’è tutta una letteratura sull’invecchiamento, logoramento e sullo sdoppiamento vedi Dorian Grey o Frankenstein, Dottor Jekyll e Mister Hide e anche nel video ci sono questi temi. A volte abbiamo un’anima candida e a volte abbiamo un’anima sporca.”

Restando su queste due canzoni ne La rivoluzione canti “Siamo quello che resta di certi sogni appesi al soffitto di quest’ultima festa” mentre in Parte di me canti “Ci sono sogni lasciati in terra”. Quindi ti chiedo quali sono questi sogni che sono ancora appesi al soffitto e quali sono quelli che invece hai lasciato per terra?

“Il mio sogno dell’adolescenza era proprio quello di suonare, non come fanno oggi come rivalsa sociale, non volevo dire: «Beccati questa o rosicate». Volevo solo suonare perchè era la cosa che mi faceva stare bene e quindi nel periodo dell’adolescenza il sogno era fare dei dischi, due o tre magari, e da questo punto di vista si sono altro che realizzati. Poi un po’ perchè l’appetito vien mangiando un po’ perché conosci la vita quando poi ho iniziato ad essere un musicista conosciuto, un musicista professionista, come tutti del resto, ci sono stati dei progetti che non sono andati in porto o cose che speravo andassero in modo e poi sono andate in modo diverso. Questa è la vita”

Proprio continuando sul tema della letteratura due canzoni dell’album mi hanno fatto pensare a Gabriel Garcia Marquez e cioè La mia libertà, che tratta il tema della morte, e Glam Bang. L’autore nei suoi scritti racconta di personaggi soli, del lento ed inesorabile scorrere del tempo e della morte. Ne La mia libertà canti “la mia libertà è restare solo, la felicità sarà spiccare volo”. Invece in Glam Bang tu canti, “c’è una parte di noi che non scrivo e non dico”. Queste parti dei due testi mi hanno riportato alla mente Cent’anni di solitudine nel quale la protagonista ascende al cielo e scompare alla vista della famiglia e quanto detto dallo scrittore colombiano che gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata e una segreta.

“In La mia libertà la solitudine possiamo vederla anche come premio e liberazione dalle brutture mentre in Glam Bang quella parte che non dico magari è perché non la so, oppure non l’ho capita o perché non sono sicuro di dirvela perché troppo intima. Le licenze poetiche vanno anche al di là di chi scrive nel senso che non si può capire tutto fino in fondo”.

Enrico Ruggeri: "La rivoluzione è un album che mi mette a nudo più di tante parole"
Enrico Ruggeri: “La rivoluzione è un album che mi mette a nudo più di tante parole”

Tu hai scritto canzoni che resteranno nella storia della musica ed hai scritto canzoni anche per altri artisti. Mi viene in mente “Quello che le donne non dicono” cantata da Fiorella Mannoia che al Festival di Sanremo ha vinto il premio della critica. Quando scrivi quelle canzoni le scrivi per te e poi vengono donate ad altri artisti oppure nascono con l’intento di essere donate?

“Le scrivo per me, per il piacere che provo nello scrivere canzoni. A volte inizio a scrivere canzoni che non mi piacciano ma la scrivo lo stesso proprio per il piacere di scriverle, poi le butto. Scrivere canzoni è un pò un cruciverba con la mia anima e a volte prendono strade diverse per i casi della vita. “Quello che le donne non dicono” è nata così in versione femminile e mi sono reso conto che quantomeno in prima battuta non potevo cantarla io, poi ogni canzone ha la sua storia. Ci sono cose di me che sono più chiare quando scrivo rispetto a quando vivo”

Magna Charta, la prima traccia dell’album è raccontata e non cantata e più volte ripeti che abbiamo mangiato la polvere e mi ha riportato alla mente proprio il brano polvere quando ripeti più volte Non mi cercare che non mi riconoscerai

“Ci sono delle immagini molto forti, che sono la polvere e le stelle e c’è anche un album che si chiama Fango e stelle e “l’abbiamo mangiato la polvere guardando le stelle” sono gli alti e bassi della vita, sono i momenti della vita controversi quando ti senti il più forte del mondo e un attimo dopo ti senti più debole e credo sia un qualcosa che succede a tutti.”

L’album è disponibile in digitale, in versione CD e vinile ed è prodotto da Enrico Ruggeri con Fortu Sacka e Sergio Bianchi. Hanno suonato Paolo Zanetti (chitarre), Francesco Luppi (tastiere), Alex Polifrone (batteria), Fortu Sacka (basso), Stefano Marlon Marinoni (sax), Davide Brambilla (fiati) e Andrea Mirò (archi).  Il disco contiene due featuring: con Francesco Bianconi in “Che ne sarà di noi”, amicizia nata due anni fa a Musicultura, e con Silvio Capeccia in “Glam bang”, insieme al quale 50 anni fa (1972) aveva fondato gli Champagne Molotov, prima dei Decibel.

Le altre canzoni contenute nell’album  e raccontate dal cantautore milanese sono “La fine del mondo”, in bilico tra sentimenti e voglia di combattere, e “Non sparate sul cantante”, metaforica cavalcata sul ruolo dell’artista nel mondo di oggi, “Che ne sarà di noi”, in bilico tra speranza e smarrimento (e qui c’è un Francesco Bianconi che aggiunge poesia con la sua voce profonda ed evocativa) e “Alessandro”, la storia vera di un amico fraterno costretto a una non vita da una terribile malattia. Con “Gladiatore” si torna al “nuovo rock”, che trova in “Vittime e colpevoli” il suo risvolto epico-orchestrale. “Un album che mi mette a nudo più di tante parole”.

Carlo Mey Famularo:"In Cuba Cafè canto gli odori e sapori dell’amore che rende felici"

Carlo Mey Famularo:”In Cuba Cafè canto gli odori e sapori dell’amore che rende felici”

Il cantautore napoletano e interprete della sigla di “Un posto al sole” pubblica il suo nuovo album

È disponibile in streaming e in digital download “Cuba Cafè” (https://makarl.wixsite.com/cubacafe), il nuovo album di Carlo Mey Famularo, il cantautore napoletano e interprete della sigla di “Un posto al sole” dal 1996. 

Cuba Cafè”, distribuito da Believe Digital, contiene 10 brani: 8 inediti scritti da Carlo Mey Famularo e da Max Marcolini, storico co-produttore di Zucchero “Sugar” Fornaciari, che ne ha anche creato l’arrangiamento, 1 cover del brano di Zucchero “Hey Man” e il brano “Un Posto al Sole”, sigla dell’omonima serie tv, riproposto in una nuova versione e arricchito dalla voce della cantante Stefania Orrico. L’art-work del disco è a cura di Dario Frattolillo, le foto di Amy Eoukich.

«Cuba Cafè è un album che ho sempre desiderato scrivere e finalmente sono riuscito a trovare la giusta ispirazione per realizzarlo – dichiara Carlo Mey Famularo– È nato durante la pandemia e parla di cose belle: degli odori, dei sapori, dell’amore che rende felici e che ci fa sentire vivi»

Com’è nata l’idea di questo album?

“Questo album nasce dal mio fortunato incontro con Max Marcolini, che ho conosciuto a Milano durante la presentazione dell’ultimo album di Zucchero, è nato subito un feeling tra noi: «Tra i musicisti sai com’è?» O nasce un feeling o non nasce niente (ride). Quindi abbiamo iniziato a lavorare insieme, avevamo pensato ad un singolo e poi è venuto fuori un album perché durante la pandemia, come tutti gli artisti, siamo rimasti fermi in casa, ma nella mia mente c’era questa voglia di viaggiare e di rivedere i posti che avevo visto di recente e Cuba è stata la meta del mio viaggio fatto di musica e note, quindi sono stato bene anche se chiuso in casa. Le note mi hanno aiutato a superare quel periodo e mi hanno dato la possibilità di produrre il miglior album che io abbia mai prodotto.”  

Infatti leggevo che hai dichiarato che questo è stato l’album che avevi sempre desiderato produrre. Possiamo dire che tutta questo che abbiamo vissuto ti ha dato il coraggio di scriverlo?

“Esatto, è  proprio questo perché nelle difficoltà si trova il genio che resta lì in attesa che tu lo provochi. I pensieri erano tanti in quel periodo però la voglia di vivere e di tornare a viaggiare mi hanno dato la possibilità di scrivere questo disco e raccontare cose che magari non avrei mai raccontato prima. Questo disco è autobiografico, parlo delle cose che sono andate bene e cose non sono andate poi così bene, in sostanza è stata come una seduta psicologica e con la pandemia ho trovato il coraggio di scrivere cose che prima non avrei scritto. Durante le zone rosse e lockdown avevo i miei permessi per recarmi in studio, ricordo che eravamo in tre nel treno mentre andavo a La Spezia a registrare i brani. Io non mi sono mai preoccupato della solitudine, perché la solitudine non esiste, tu puoi stare in mezzo alla gente ed essere solo lo stesso.”

Ph. Amy Eoukich

Quindi questo viaggio a Cuba sulle ali delle note rappresenta il viaggio della tua vita, è un viaggio che racconta te stesso?

“Se io volessi raccontare me stesso mi vedrei come quei grandi scrittori o pittori che alla fine della propria vita si trovano su un’isola bella come Cuba (ride). Negli anni precedenti ci è stata tolta la vita, per noi musicisti la vita è fare concerti e socializzare con le persone e quindi o se ne veniva fuori più forte oppure era davvero un disastro.”

Se volessimo trovare un’unica rotta che unisca tutte le canzoni di questo tuo viaggio quale sarebbe?   

“Mi piace pensare al caffè, perché quando penso al caffè penso al calore di una storia d’amore, penso alla passione. È come quando tu stai conoscendo una persona a cui poi vuoi bene e che pensi sia la persona giusta e poi quando vivi la storia questo caffè è molto forte, molto bollente, poi però quando si raffredda stai arrivando alla fine della storia. Quindi per me il caffè è il filo conduttore.”

Nell’album oltre ai tuoi brani c’è una cover di una canzone di  Zucchero. Perché proprio Hey Man?   

“È una canzone che ho sempre amato e poi io seguo Zucchero dai tempi di Rispetto. Fare quella cover mi ha ricordato un periodo bellissimo della mia vita che coincise con l’uscita del suo album “Blue’s” e poi perché  Hey Man è una caznone che parla dello stare insieme, parla di musica. Zucchero l’ha dedicata ad un grande musicista ed io, in questo caso, l’ho dedicata a lui perché se oggi in musica mi devo riferire a qualcuno mi riferisco a Zucchero come cantautore.” 

Dopo “Un giorno in più”, “Soul Cafè” e “Donna nera”, è online il videoclip di “Spirito(https://youtu.be/XL_Tc54fCS0), l’ultimo brano estratto dall’album “Cuba Cafè”.  Il videoclip diUn giorno in più(https://youtu.be/x2HxkRv9GhM), brano realizzato con la produzione di Max Marcolini, è presente anche sul sito della Biennale di Luanda 2021, promossa dall’UNESCO e sostenuta dall’ Ambasciata Italiana in Angola. 

Ho notato un particolare in quasi tutti i video che tu hai pubblicato e cioè si vedono tante persone ma mai insieme, sono sempre da sole, come mai questa scelta?

“Nei video mi piace sempre fare la parte del racconta storie, non mi piace interagire con i personaggi. Mi piace ci sia quel distacco perché così si dà più importanza alla musica piuttosto che alla storia in sé. Come vedi nei video sono sempre protagoniste le donne, le presenza femminili sono importanti,  quindi non mi piace contaminare la scena. Poi non si sa mai i prossimi video cambio idea (ride) .”

Ph. Amy Eoukich

Il ricavato dell’albumCuba Cafè verrà devoluto all’Associazione benefica Emergenza Musica, di cui Carlo Mey Famularo è responsabile in Italia insieme al dott. Mauro Gallo, che si prefigge di regalare strumenti musicali ai ragazzi dei ghetti più poveri dell’Africa occidentale seguendo lo slogan “mettiamo strumenti di pace nelle mani dei ragazzi” (https://makarl.wixsite.com/musicemergency).

Una parola da poter abbinare al tuo album è anche solidarietà.

“Si, io sono legato ad un progetto molto importante e voglio donare parte dei proventi di questo disco all’acquisto di chitarre acustiche per i ragazzi dell’Africa occidentale infatti avrò un aiuto dell’ambasciata italiana ad Angola. L’intenzione è fare questo regalo a dei ragazzi che hanno bisogno anche di cultura oltre che cibo e vestiti perché è così che si vincono anche le guerre come ci hanno insegnato John Lennon e Bob Dylan. Quindi più streaming e più download ci saranno più chitarre potrà acquistare.”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Mi sto organizzando perché porterò questo disco in giro per i teatri, ad esempio ad Ottobre sarò al Trianon di Napoli e il mio spettacolo si chiamerà “Un posto al soul”, mi sono ispirato al nome “Un posto al sole”. Soul, anima e sole vanno d’accordo (ride).”

La sigla di “Un posto al sole” va in onda dal 1996 su Rai Tre ed è ascoltata ogni sera da 1,4 milioni di persone in Italia e da 20 milioni di italiani residenti nel mondo, grazie a Rai Italia. Con quasi 6000 puntate in 24 anni, la sigla, e così la voce del cantautore, detengono un record di presenza su una rete nazionale. Proprio per la longevità e la qualità del brano, a cui il pubblico si è sempre dimostrato tanto affezionato, Carlo Mey Famularo ha ricevuto un premio in Canada nel 2019 dalla Soundtrack Film & fiction di Toronto.

Ecco, che cosa rappresenta per te “Un posto al Sole”?

“È stato sicuramente una sorpresa, prima della pandemia io ho girato il mondo da San Pietroburgo a New York ho partecipato a tanti eventi nei quali proponevo la mia musica e tanti altri successi della musica italiana e napoletana e quando mi sono trovato in giro per il mondo, persino a Rio De Janeiro, nei posti gestiti da italiani tutti conoscevano la sigla di Un posto al sole. Visto che questa canzone è molto popolare è giusto che le persone sappiano chi la canta da 25 anni. Tra l’altro sono l’unico cantante italiano di voce maschile che da 25 anni entra in casa delle persone tutte le sere, non per rubare (ride) ma per allietare. Un posto al sole è anche la trasmissione italiana più seguita all’estero e quindi sono tutte sorprese per me. Anche quando sono stato al Master Theater di New York con Fausto Leali, Clementino e tanti altri artisti il pubblico, circa 1500 persone, cantava Un posto al Sole (ride). Quindi molte soddisfazioni e sorprese.”

È possibile prenotare una copia in formato vinile diCuba Cafèaccedendo al link https://makarl.wixsite.com/prenotacubacafe oppure mandando una e-mail a carlomeyfamularo@yahoo.it

Questa la tracklist di “Cuba Cafè”: Cuba Libero”, “Ahi Mi Rovinahi”, “Soul Cafe”, “Donna Nera”, “Non Mi Rompere il Blues”, “Sentirò il Vento”, “Spirito”, “Un Giorno In Più”, “Un Posto Al Sole”, “Hey Man”.  

Carlo Mey Famularo, è un cantautore e musicista napoletano, noto come l’interprete maschile della sigla della celebre soap-opera italiana “Un Posto Al Sole”.  Inizia la sua carriera musicale nel 1991, suonando con Billy Preston e Sam Moore in una data della loro tournée Italiana. Nel 1994 è ideatore di “Canzoni per la Vita” (Warner Music), album a cui partecipa con un brano, insieme ad artisti come Ivan Graziani, Paolo Vallesi e Lighea. Nel 1996 interpreta insieme a Monica Sarnelli la sigla musicale della soap-opera “Un Posto al Sole”. Nel 1997 esce “Spiritonero”, il primo album da cantautore di Carlo Mey Famularo, distribuito da Rti Music mediaset group. Nel 2002 esce l’album “Konfusione”, distribuito da Sony Music Italia e realizzato da musicisti del calibro di Massimo Riva (chitarrista di Vasco Rossi). Nel 2005 pubblica il terzo album “Night Club”, interamente registrato a Toronto e prodotto da Joel Joseph e Kenny Moran (musicisti di Nelly Furtado e produttori di Earth Wind and Fire). Nel 2014 pubblica la raccolta “Fragile Collection 2014”. Nel 2018 realizza il suo quinto album “Accadrà” in cui figurano collaborazioni con musicisti quali Paolo Costa, Giorgio Cocilovo, Fabrizio Fedele, Ernesto Vitolo, Luca Rustici, Joel Joseph e Kenny Moran. A giugno 2020 pubblica “Soul Cafè” il primo singolo che anticipa l’album “Cuba Cafè”. Nel 2020, Carlo Mey Famularo, riceve un premio dalla Comunità Italiana al Festival Italiano “Bronx” da parte del sindaco di New York Bill de Blasio, e nel 2022 ritira a Sanremo il prestigioso premio AFI/Lucio Dalla (Associazione Fonografici Italiani) per i 25 anni di presenza della sua voce nella celebre sigla televisiva che ha raggiunto il record di 6.000 puntate.

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Loris Al Raimondi:"In Passing Through Emotions ho trasformato le emozioni vissute in musica"

Loris Al Raimondi:”In Passing Through Emotions ho trasformato le emozioni vissute in musica”

Nel nuovo album il musicista e produttore italo-svizzero racconta in musica il suo percorso di vita attraverso le emozioni provate.

È disponibile su tutte le piattaforme digitali “Passing Through Emotions” (https://lnk.site/passing-through-emotions), il nuovo album del musicista e produttore italo-svizzero Loris Al Raimondi. Hip-Hop, Jazz e Soul mescolati in album strumentale che vede la partecipazione del leggendario chitarrista Mike Stern e di musicisti del calibro di Fabrizio Sotti, Alfredo Paixao, Gary Willis, Nir Felder, Tom Kennedy, Kevin Field, Tony Grey, Ettore Carucci, Massimo Biolcati, Michel Cusson, Giuseppe Milici.

Produttore e musicista Hip-Hop, Loris Raimondi nasce a Lucerna da genitori italiani il 2 luglio 1973. Affascinato dal Jazz sin da bambino, le sue produzioni mescolano sapientemente il genere principe della musica afroamericana con l’Hip-Hop, il Soul, l’R&B e il Funk, donandogli uno stile inconfondibile. La sua carriera nel mondo della musica comincia ufficialmente all’inizio del 2000, quando inizia a produrre prima per rapper svizzeri e poi anche per rapper internazionali. A partire da quegli anni fino ad oggi produce tantissime tracce per artisti vari sotto il suo pseudonimo “AL R”. Dopo una profonda riflessione sulla sua vita, nel 2020 inizia a comporre nuova musica e a lavorare sul progetto “Passing Through Emotions”. Attualmente lavora come produttore per il mercato americano assieme a Fabrizio Sotti, chitarrista, compositore e produttore che ha suonato e prodotto per Whitney Houston, Jennifer Lopez, Tupac, Zucchero, Shaggy, Mondo Marcio, Clementino e tanti altri, conosciuto proprio in occasione della registrazione dell’album.

Composto, registrato e mixato da Loris AL Raimondi, “Passing Through Emotions” riflette il percorso di vita del produttore italo-svizzero, dalla sua stessa nascita, passando attraverso l’amore, la nascita di una figlia, fino alle dolorose esperienze con la morte. Le canzoni suonano leggere come una piuma e i musicisti, provenienti da ogni angolo del globo, si fondono tra loro come se si conoscessero da anni.

Com’è nato quest’album e da quali parti di te è composto?

“Ho svuotato l’anima, riempiendo un album che potesse rimanere nella mia storia musicale e che  potesse essere da supporto a chi sta vivendo delle emozioni simili, belle o brutte che siano e dire: «Io sono qui e ti capisco perchè so cosa stai provando perchè l’ho provato anche io». Nasce da una crisi di mezza età, mi sono chiesto: «Cosa ho fatto fino ad ora e cosa voglio ancora fare?» Il mio obiettivo era fare un album che parlasse di emozioni e della vita. Il titolo è Passing Through Emotions è quindi il passare attraverso le emozioni a partire dalla nascita, infatti l’album parte con il primo pezzo “The First emotion 273” e il 273 rappresenta la mia data di nascita, 2 luglio 1973 e termina con “No one dies forever”, nessuno mai muore per sempre. Chi lascia questa terra lascia sempre qualcosa nelle persone che ha conosciuto, rimane anche l’anima e questo pezzo in particolare l’ho dedicato a mio fratello che è morto nel 1986 quando aveva 17 anni e so che mio fratello è qui. Nascita e morte e poi nel mezzo ci sono tutte le altre emozioni perché ogni titolo ha un suo significato e ogni musicista che ha collaborato in questo album sapeva perfettamente qual era il motivo del titolo e quale era l’emozione che era in quel pezzo.”

Volendo definire quest’album con una sola parola ho pensato ad empatia, perché c’è voluta molta empatia nel suonare questi brani. Tu insieme agli altri musicisti avete lavorato molto su questo aspetto.

“È vero, la parola empatia è perfetta e io penso che sia stato il successo di questo album. Io ho proposto a questi musicisti qualcosa di reale, di vero. Non ci sono filtri ma solo una crisi di mezza età e sentimenti forti perché ognuno di noi ha delle sofferenze e delle gioie. La musica mi ha sempre aiutato, è stata sempre la mia migliore amica perché quando soffri e ascolti il tuo artista preferito poi ti senti bene perché sembra proprio di parlare con un amico e questo è sicuramente un punto di forza di questo album. I musicisti che hanno suonato con me li ho stanati dal jazz, jazz fusion, jazz contemporary e li ho fatti suonare su delle basi Hip Hop. Non era così scontato che Mike Stern e Gary Willis venissero a suonare o un Alfredo Paixao che ha suonato molto in Italia con Pino Daniele. All’inizio avevo timore nel chiedere ad Alfredo Paixao di suonare nel disco ed invece è nata un’amicizia molta bella. Io dico sempre che sono un fan di quell’album, un fan di tutti i musicisti che hanno suonato nell’album. L’emozione che provoca l’ascolto di Alfredo Paixao e degli altri musicisti posso dire che è una magia”

Possiamo dire che questa crisi di mezza età che dicevi prima, sia stata l’opportunità per tirare fuori il coraggio di esternare le proprie emozioni ed il coraggio di chiamare gli altri musicisti che hanno suonato nell’album?

“Si, la crisi di mezza età ti fa uscire allo scoperto e tu devi essere il primo a metterti in gioco. Le prime volte che ho detto crisi di mezza età i miei amici ridevano. Io ho l’età giusta per parlare di emozioni e lo voglio fare adesso perchè ora mi chiedo cosa ho fatto fino ad ora ed è ora che voglio fare qualcosa di importante. La crisi di mezza età non è solo la paura di invecchiare o comprare la cabriolet a cinquant’anni. Io ora ho fatto dei tatuaggi ma proprio per l’album perchè sentivo queste forti emozioni che stavo comunicando e le ho voluto mettere anche sulla pelle. Tutti i tatuaggi che ho fatto riguardano l’album, alcuni riguardano i titoli. Quindi la crisi di mezza età ti mette non solo la paura di invecchiare ma ti fa fare cose che prima non potevi fare.” 

ph Uschi Raimondi

Proprio sui titoli, il primo che mi ha molto incuriosito è il numero otto After All There’s A Star, qual è questa stella che troviamo?

“È la stella che trovi dopo ogni sofferenza, ad esempio come è successo nel mio caso con la perdita di un fratello così presto e mi ricordo che quando aprivo la porta della sua camera piangevo tantissimo. In quei momenti di sofferenza vedi tutto scuro ma se tu non ti arrendi e prendi coscienza prima poi arriva sempre quella stella, dopo tutto arriva sempre qualcosa che ti aiuta ad andare avanti, di tuo ci devi credere sempre.”

Quest’album ho letto che è nato in modo molto particolare. Quando ti allenavi avevi davanti un quadro con tre lupi Jon Van Zyle che si chiama “Passing Through”, cosa ci puoi dire?

“Si, è il periodo del covid ed io essendo stato sempre molto magro, negli ultimi tempi avevo messo su un po’ di chili, poi non giocando più a calcio capita di mangiare e bere un po’ di più e ingrassi così mi sono messo sul tapirulan ma, da calciatore, correre senza una palla era difficilissimo. Io correvo se davanti avevo un pallone allora correndo sul tapirulan ho iniziato ad ascoltare musica ed avevo questo quadro davanti a me. Io ho anche praticato gare con cani da slitta negli anni ‘90, ed ho conosciuto quest’artista Jon Van Zyle. Lui mi aveva fatto una dedica sul quadro “Passing Through” che rappresenta tre lupi che attraversano un paesaggio invernale in Alaska e guardandolo mentre correvo mi ha ispirato il mio “Passing through”. Ogni titolo di questo album ha un significato legato anche al tipo di musica del brano ad esempio il pezzo numero dieci “Crazy we are” voglio dire che nella vita bisogna essere un pò mattarelli e il tipo di musica rispecchia questo concetto, per vivere ci vuole anche un po’ di pazzia (ride).”

Prima hai detto che  in The First Emotion 273 il numero rappresenta la tua data di nascita invece in Feel Magic 21? 

“Ecco, è un sentirsi magico a 21 anni perché a quell’età avevo finito gli studi e mi sentivo di poter conquistare il mondo perché a quell’età ti senti al posto giusto, ti senti più figo. Quella è stata la mia età più bella perché avevo la sensazione di poter conquistare tutto e il pezzo anche lì è figo ed è il pezzo con Paixao. Io affronto la vita sempre in modo real, in modo vero e in questo album non ho mai avuto un pensiero legato al marketing quindi sono stato libero di creare.” 

ph Uschi Raimondi

Su altri brani dell’album cosa ci puoi raccontare?

U R the melody of my life, ad esempio,  U e R sono le iniziali di mia moglie e sto con lei da quando io avevo 17 anni e lei 16, quest’anno ne compio 49 quindi si può dire che sia una vita che stiamo insieme ed io credo molto nell’amore ed oggi è molto difficile trovare l’amore. I ragazzi non si innamorano più delle ragazze ed è necessario che i ragazzi tornino di nuovo ad amare a comprendere cosa voglia dire amare una ragazza, bisogna riscoprire l’amore.  The Last Moment In Your Arms racconta il voler trascorrere gli ultimi istanti della vita nelle braccia della persona che mi fa sentire bene e quindi nel mio caso mia moglie ed ai musicisti che hanno suonato con me, Alfredo Paixao, Kevin Field e Nir Felder, ho detto che quel pezzo trattava proprio quell’argomento e che avrebbero dovuto suonarlo mettendoci dentro tutte quelle emozioni, sentimenti e amore. Nel brano numero 7 The Midlife Episode ho campionato un pezzo degli Uzeb, un gruppo fusion degli anni ‘80-’90 nello specifico un pezzo del 1984 ed ho chiesto il permesso di usare quel campione a Michel Cusson, grandissimo musicista canadese,  che ne era l’autore. Lui ha voluto ascoltare il pezzo e dopo averlo ascoltato mi ha detto di volerlo registrare di nuovo su questa base. Nel brano infatti le due chitarre che si sentono una e Michel Cusson del 1984 e subito dopo è Michel Cusson di oggi. 

Altri brani contenuti nell’album sono Friends In Rome, la Città Eterna con il suo carattere romantico e la facilità di prendere la vita come nessun’altra città. Condividere la Dolce Vita con gli amici, It’s A Daughter canzone per tutte le figlie del mondo. “Ho scritto questa canzone – ha dichiarato Loris –  dopo aver visto il film “Cosa dirà la gente” di Iram Haq. Ogni ragazza ha bisogno di amore e sostegno e ha il diritto di essere felice. Alla fine della canzone arriva la liberazione come nel film. Di Fuori Testa S.D.T. Loris ha detto: “chi non conosce questa sensazione? Sei solo, perso e impazzisci quando non hai il tuo amore con te! Originariamente scritta come una canzone rap, poi pubblicata solo con un ritornello. In My Delicate Passion Loris Al Raimondi tratta della passione per la cultura italiana, le regioni, il cibo, il mare, il Mediterraneo, le donne, e per Life’s Best View  Loris ha dichiarato che : Quando ero a Cefalù e osservavo il mare così blu, ho pensato che Dio ci ha dato questa vista per aiutarci. Trasmette pace e serenità.

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TRACKLIST

  1. The First Emotion 273
  2. U R The Melody Of My Life
  3. Friends In Rome
  4. It’s A Daughter
  5. Fuori Testa S.D.T.
  6. My Delicate Passion
  7. The Midlife Episode
  8. After All There’s A Star
  9. The Last Moment In Your Arms
  10. Crazy We Are!
  11. Feel Magic 21
  12. Life’s Best View
  13. No One Dies Forever

CREDITS

The First Emotion 273

Composed by Loris Raimondi

Drum Machine, Sampler, Keys, Vocals by Loris Raimondi

Bass & Bass Solo Arrangement, Keys by Gary Willis

Harmonica by Giuseppe Milici

Mixed by Loris Raimondi & Co-Mixed by Alfredo Paixao

U R The Melody Of My Life

Composed by Loris Raimondi & Kevin Field

Drum Machine, Percussions, Guitar, Keys by Loris Raimondi

Bass & Bass Solo by Tony Grey

Piano & Rhodes Solos by Kevin Field

Mixed by Loris Raimondi & Co-Mixed by Alfredo Paixao

Friends In Rome

Composed by Loris Raimondi

Drum Machine, Percussions, Guitar, Keys by Loris Raimondi

Bass & Bass Solo, Synth Bass, Percussions, Keys by Alfredo Paixao

Keys Solos by Ettore Carucci

Mixed by Loris Raimondi & Co-Mixed by Alfredo Paixao

It’s A Daughter

Composed by Loris Raimondi & Fabrizio Sotti

Drum Machine, Percussions, Guitar, Keys by Loris Raimondi

Guitar Solos-Melody by Fabrizio Sotti

Bass, Keys, Percussions by Alfredo Paixao

Keys Solos by Ettore Carucci

Mixed by Loris Raimondi & Co-Mixed by Alfredo Paixao

Fuori Testa S.D.T.

Composed by Loris Raimondi

Drum Machine, Percussions, Guitar, Keys, Vocals by Loris Raimondi

Guitar & Guitar Solos by Nir Felder

Bass & Bass Solo by Tom Kennedy

Rhodes & Piano Solos by Ettore Carucci

Mixed by Loris Raimondi 

My Delicate Passion

Composed by Loris Raimondi & Fabrizio Sotti

Drum Machine, Percussions, Sampler, Keys by Loris Raimondi

Guitar by Fabrizio Sotti

Bass by Alessandro Simeoni

Mixed by Loris Raimondi 

The Midlife Episode

Composed by Loris Raimondi & Michel Cusson

Drum Machine, Percussions, Sampler, Keys by Loris Raimondi

Guitar by Michel Cusson

Upright Bass by Massimo Biolcati

Keys & Rhodes Solo by Ettore Carucci

Mixed by Loris Raimondi 

After All There’s A Star

Composed by Loris Raimondi

Drum Machine, Percussions, Keys, Guitars, Vocals by Loris Raimondi

Guitar Solos by Mike Stern

Bass by Alfredo Paixao

Keys, Rhodes & Rhodes Solo Arrangement by Ettore Carucci

Mixed by Loris Raimondi 

The Last Moment In Your Arms

Composed by Loris Raimondi

Drum Machine, Percussions, Guitars, Keys by Loris Raimondi

Guitar & Guitar Solos by Nir Felder

Bass Solos, Synth Bass by Alfredo Paixao

Rhodes & Piano Solo by Kevin Field

Mixed by Loris Raimondi & Co-Mixed by Alfredo Paixao

Crazy We Are!

Composed by Loris Raimondi & Fabrizio Sotti

Drum Machine, Percussions, Synth Bass, Sampler, Keys by Loris Raimondi

Guitar by Fabrizio Sotti

Upright Bass by Massimo Biolcati

Keys & Solos, Piano-Part Arrangement by Ettore Carucci

Mixed by Loris Raimondi 

Feel Magic 21

Composed by Loris Raimondi & Alfredo Paixao

Drum Machine, Percussions, Guitar, Keys by Loris Raimondi

Bass, Upright Bass, Percussions, Track Arrangements by Alfredo Paixao

Mixed by Loris Raimondi & Co-Mixed by Alfredo Paixao

Life’s Best View

Composed by Loris Raimondi & Fabrizio Sotti

Drum Machine, Keys by Loris Raimondi

Guitar by Fabrizio Sotti

Upright Bass by Massimo Biolcati

Mixed by Loris Raimondi 

No One Dies Forever

Composed by Loris Raimondi

Drum Machine, Percussions, Guitar, Sampler, Keys by Loris Raimondi

Guitar Solos by Mike Stern

Bass & Bass Solo by Alfredo Paixao

Piano & Rhodes Solos by Kevin Field

Mixed by Loris Raimondi 

Recorded and Mixed at “Fusion Notes Studio” 2020/21

Mastered by Dan Suter at echochamber

Publishing Fusion Notes Records