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Roberta Giallo: "Lucio mi diceva sbaglia e impara"

Roberta Giallo: “Lucio mi diceva sbaglia e impara”

La città di Lucio Dalla è un’intensa ode pop dedicata al cantautore bolognese e alla sua città, che da sempre apre le porte ai giovani talenti.

“La città di Lucio Dalla” (https://bit.ly/3pBGRXW), è il nuovo brano della cantautrice Roberta Giallo, prodotto dal polistrumentista Enrico Dolcetto, questo brano rappresenta l’eterna gratitudine, l’amore e la riconoscenza che l’artista prova nei confronti della città di Bologna e del suo cantautore per eccellenza: Lucio Dalla. Attraverso questo brano la versatile cantautrice narra una storia autobiografica che inizia nella città dei portici: è qui che si incrociano sogni da realizzare, timori, incontri e soprattutto amicizia e gratitudine.

Roberta Giallo muove i primi passi nel mondo dello spettacolo aprendo il concerto di Sting in piazza del Plebiscito a Napoli, in diretta su All Music. Viene notata da Mauro Malavasi che la introduce a Lucio Dalla, il quale diventa suo amico e mentore. Roberta Giallo nel corso della sua carriera fa incetta di premi: dal Premio dei Premi MEI al Premio Bindi, passando per “Un Certain Regard” Musicultura. Si esibisce nei più prestigiosi teatri e luoghi della cultura, in Italia e all’Estero, portando in scena numerosi concerti e spettacoli con Federico Rampini, Ernesto Assante, Gino Castaldo, Gnu Quartet e Valentino Corvino.  Il 3 dicembre 2021 è uscito “Canzoni da museo”, disco in cui propone le liriche musicate di alcuni poeti di spicco, da Giovanni Gastel a Davide Rondoni, passando per Roberto Roversi e viene riconfermata per il secondo anno consecutivo come parte della giuria di Musicultura.

La città di Lucio Dalla è la tua nuova canzone, cosa ci racconta di te e qual è il messaggio?

“È un messaggio di gratitudine nei confronti di un artista che già amavo prima di conoscerlo come persona, poi siamo diventati amici. Sai, quando le persone ti lasciano, perchè la vita è fatta anche di partenze purtroppo tristi, a volte si cerca di colmare un vuoto e l’arte viene in soccorso quindi, questa canzone, è nata poco dopo che Lucio ci ha lasciato ed ho sentito il bisogno di ricordarlo e di dire grazie non solo a lui ma ancha e Bologna che un po’ gli assomiglia che è la città che amo e in cui ho scelto di vivere e che ha fatto sì che io lo incontrassi.”

Nella canzone tu canti sbaglia e impara, mi diceva Lucio.

“È un aforisma che ho voluto conservare e che rappresenta una chiave di lettura del brano perché è un grande insegnamento che ho appreso da lui. Ricordo che stavamo lavorando alla stesura di un mio spettacolo, lui stava leggendo quello che avevo scritto e ricordo di aver detto una frase e lui mi detto: «Ma perché non la metti così questa frase?».  Io gli dissi: «Ma Lucio non è proprio in italiano» e lui mi disse: «Ma che ti importa sbaglia e impara». Era come un voler dire non avere paura a non essere sempre perfetta perché anche per il pubblico è importante una certa colloquialità. Sicuramente questa frase mi ricorda quel momento ma ha un senso molto più ampio, Lucio mi spingeva sempre ad osare e a non aver paura di esprimermi. Penso proprio fosse un invito ad osare senza aver paura di essere giudicati.”

Quindi tu arrivi a Bologna, apri la tua valigia di sogni e inizi a realizzarli perché se vogliamo che un nostro sogno si realizzi siamo noi i primi a doverci credere.

“Esattamente, hai molto ragione! Io adesso sono cambiata, sono cresciuta e sebbene avessi una certa intraprendenza avevo comunque dei timori, delle paure e delle timidezze. Anche quando ho incontrato Lucio, pur essendo io una grande chiacchierona,  al suo cospetto, aspettai prima di proferire parola tant’è vero che lui ad un certo punto disse: «Ma tu non parli mai?». Subito dopo lo sommersi di parole e racconti. Quindi posso dire che ero quello che sono ma non completamente quello che sono diventata e sono così anche grazie alle persone che ho incontrato e Lucio è sicuramente una delle persone più importanti. Lui mi è ancora oggi di ispirazione.”  

Lucio è l’essere infinito, non appartiene ad un genere musicale lui è Lucio Dalla e la sua anima è nelle sue canzoni che continueranno ad essere ascoltate.

“Bravissimo, è esattamente la scia sulla quale mi sono messa anche io, non tanto la paura di definirsi ma la volontà di essere nel senso di non essere per le mode ma essere quello che si sente di essere. Essere se stessi ha un significato molto profondo ed arrivare ad esserlo non è una cosa così immediata. Nell’arte è necessario togliere tanti blocchi, tante strutture che a volte non si vedono. ll vero artista dovrebbe essere già liberato da tante paure e limiti però devono costantemente lavorare per buttare giù questi muri che a volte non permettono di arrivare ad essere se stessi.” 

Secondo te, che cosa Lucio Dalla aveva visto in te che tu in quel momento non vedevi?    

“Alcune cose me le aveva dette e cioè vedeva una grande naturalezza e musicalità e che quindi in me il canto e il comporre avvenivano in modo molto naturale. Gli piacevano molto i miei testi e al di là di questo io credo di essergli stata molto simpatica, con lui ho riso davvero tanto. Forse anche per il mio spirito molto intraprendente, lui mi chiamava spesso Giallina.”

Foto di Valerio Mengoli

Del video che accompagna la canzone cosa ci puoi raccontare?

“Il video ho voluto fosse qualcosa di semplice anche se la semplicità è un punto d’arrivo, quindi ho voluto raccontare i luoghi che amava Lucio e che amo anche io. Ho raccontato la città che gli ha dato i natali ed i luoghi che amava frequentare e i luoghi che fanno parte di me. In una parte delle riprese c’è Piazza Maggiore, Piazza delle Sette Chiese, Piazza San Francesco, l’Oratorio San Filippo Neri dove ho fatto molti concerti compreso l’ultimo spettacolo insieme ad Ernesto Assante intitolato proprio “Il mio incontro con Lucio Dalla”  e lì ho anche presentato per la prima volta, in un live, questa canzone. C’è anche la mia intimità, c’è il terrazzo del condominio dove abito ed è dove andavo a passeggiare nelle fasi più estreme del covid e tante volte su quel terrazzo ho pensato a Lucio.” 

I tuoi progetti futuri quali sono?

“Sicuramente mi aspettano i miei concerti in cui presenterò il mio nuovo album “Canzoni da museo”, lo spettacolo teatrale con Ernesto Assante, infatti saremo a Montecarlo il 9 Giugno, ci sarà il tour con Federico Rampini e poi partiranno le riprese del film “I Mei primi 25 anni” dove io racconterò la storia del MEI e degli ultimi 25 anni di musica indipendente. Tra l’altro io sono stata eletta da poco Presidente dell’AIA Associazione italiana Artisti e Autori.”

Roberta Giallo vanta numerose collaborazioni con artisti del calibro di Corrado Rustici e Samuele Bersani, inoltre si interfaccia con alcune delle principali Orchestre Italiane, tra cui l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo e l’Orchestra Filarmonica Italiana. Nel 2014 esce l’EP “Di luce propria”, mentre l’anno segue vede la pubblicazione del singolo “Animale”, per proseguire nel 2016 con i brani “Start” e “Amore amor”. Nello stesso anno porta in scena ad Hong Kong, allo Youth Square Y-Theatre lo spettacolo “Trip Of A dreaming Soul”, un one woman show: sue la sceneggiatura, la regia e la performance. Nel 2017 pubblica il disco “L’oscurità di Guillaume” e il singolo “In amore muoio di frontale”. Nel 2018 vola ad Hong Kong per rappresentare la Musica italiana nel Mondo in occasione del Festival della musica Europea “Make Music di Hong Kong” svoltosi al Tai Kwun. Il 2018 e il 2019 sono scanditi dal tour mondiale Astronave Gialla World Tour”, in cui la cantautrice porta in scena le canzoni dell’album L’oscurità di Guillaume”, facendo tappa a Hong Kong, Mosca, Kiev, Istanbul, Los Angeles, Ho Chi Min, Singapore, Monte Carlo, Porto, Oslo. Nel 2019 debutta sul grande schermo nelle vesti di attrice protagonista nel film “Il Conte Magico”, di Marco Melluso e Diego Schiavo, per cui riceve la menzione come miglior attrice al Symbolic Art Film Festival di San Pietroburgo. Lavora alla realizzazione di diverse colonne sonore tra cui il film “Il cuore grande delle ragazze” di Pupi Avati. Nel 2020 pubblica il disco “Vicina Vicina” e l’anno seguente debutta come scrittrice con “Web Love Story” (Pendragon) il suo primo romanzo, che ripercorre le vicende che hanno ispirato il disco “L’oscurità di Guillaume”.