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Isotta: la luce nel nostro lato dark

La cantautrice toscana al Ceglie Summer Festival di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi

Con l’inconfondibile eleganza della sua voce e dei suoi movimenti sul palco Isotta, lo scorso 21 Agosto, ha proposto a Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, in occasione dell’apertura del concerto di Raphael Gualazzi con Simona Molinari,  alcuni brani contenuti nel suo album d’esordio “Romantic Dark” (etichetta Women Female Label & Arts / distribuzione Artist First) (ASCOLTA QUI), disco tra i 5 finalisti del Premio Tenco nella categoria Opera Prima. Accompagnata sul palco da Jacopo Ilari, Leonardo Fontanon e Alessandro Chiavoni, Isotta ha cantato tra le altre Io, Psicofarmci, Palla avvelenata, Pornoromanza, Un due tre stella e Cryptocornuta.

Ph di Nicola Di Dio

Io, con la quale la cantautrice si è aggiudicata la 17esima edizione del premio Bianca D’Aponte l’unico concorso italiano riservato a cantautrici insieme alla menzione per la miglior musica, racconta il viaggio interiore alla ricerca di sé stessi e della propria unicità. Un viaggio ostacolato dalle parole della gente che tentano di rende impervia la navigazione ma che, nonostante i forti venti avversi creati dal giudizio altrui, non riesce più a rallentare il viaggio perché la consapevolezza di sé stessi rende il vento non un freno ma una spinta per navigare ancor più velocemente nel mare della consapevolezza. Quell’essere arrabbiati con se stessi, cantato nel brano, facilita l’ascolto di sé e diventa poi consapevolezza che permette di solcare mari diversi rispetto a quelli in cui ci si trova.

Psicofarmaci  “sono tutti quei costrutti mentali, castelli di sabbia,  – racconta Isottache la nostra mente crea per cercare di stare meglio”. Il brano racconta l’altro lato del viaggio interiore, di chi invece trova il vento come un freno e si rifugia nel proprio castello di sabbia credendo di essere al sicuro rinchiuso in delle mura che lentamente vengono portare via dal vento facendoti restare solo con i tuoi fantasmi. È proprio quando il vento spazza via l’ultimo granello di sabbia del castello e dolcemente accarezza il viso e i capelli, portando pace nel proprio spirito, segna il momento giusto per ripartire nel viaggio alla ricerca di sé stessi e della propria unicità.

Estratto dell’esibizione di Isotta

Palla avvelenata, brano portato sul palco della finale di Musicultura 2022 e con il quale si è aggiudica l’ambito Premio della Critica “Targa Piero Cesanelli” e il Premio Afi, è il frutto del ricordo di una sofferenza legata al bullismo che porta ad una guerra contro sé stessi e contro la bilancia. “Palla avvelenata è la mia testimonianza – racconta Isotta – con la quale voglio essere vicina a tutti coloro che vivono una situazione che gli appare insormontabile, come a me allora sembrava”.  Un viaggio che lascia delle cicatrici profonde, cicatrici che rappresentano la mappa del lungo viaggio per superare la cattiveria di chi trovava una forza effimera solo quando era in gruppo.

Pornoromanza racconta una storia di revenge porn, una delle forme più subdole di violenza che, soprattutto in questo periodo storico, sta condizionando tragicamente la vita di molte donne e purtroppo “la gente crede soltanto ad ogni stupida e sporca bugia”.

Un due tre stella è un brano in cui si mette in evidenza la paura di lasciarsi andare in questo illusorio Paese dei Balocchi che finisce per toglierci il coraggio di esprimere la nostra unicità e nel viaggio alla sua ricerca bisogna inevitabilmente fare i conti con la parte peggiore di sé stessi  “È importante conoscersi ed accettarsi per quello che si è – racconta Isotta – quindi la parte peggiore di noi se accolta con amore e quindi non cercando di eliminarla, potrebbe non essere più la parte peggiore ma semplicemente una caratteristica propria e potrebbe poi piacerci di più.”

Ph di Nicola Di Dio

Cryptocornuta, con la quale Isotta ha chiuso la sua esibizione, è un brano che la cantautrice spiega con una metafora “siamo il cappello magico del mago dove si nascondono le tante possibilità umane e in base alle nostre unicità ne tiriamo fuori alcune invece di altre”. “Un’eroina spompata, una cavalla zoppa, una cantante fioca, ferita al cuore con prognosi riservata” è il giudizio gratuito di chi, non riuscendo a raggiungere l’uva, dice che è acerba ed è quel vento che prova a frenare ma che si trasforma in spinta.

Ph Nicola Di Dio

Romantic dark quindi è un viaggio dentro la nostra anima attraverso le vibrazioni che crea il suono della voce di Isotta. Rassicurante e serena rappresenta la purezza e la luce è una guida nel lato Dark. Una voce che dolcemente entra nell’anima arrivando fin dentro il nostro spirito che, intento ad accarezzare il cuore, lo fa rallentare creando uno stato fisico e psicologico positivo. È il vento che entra dentro, che porta la luce nel nostro lato dark.

Isotta vince il Premio della Critica e il Premio Afi a Musicultura 2022

Isotta vince il Premio della Critica e il Premio Afi a Musicultura 2022

La cantautrice toscana si aggiudica gli ambiti premi con il brano “Palla Avvelenata” brano estratto dall’album d’esordio Romantic Dark

Isotta si aggiudica l’ambito Premio della Critica “Targa Piero Cesanelli” e il Premio Afi a Musicultura 2022 con il brano “Palla Avvelenata”. Il brano, che racconta un momento di grande sofferenza dell’autrice durante l’infanzia, è estratto da Romantic Dark: il disco d’esordio, uscito lo scorso 22 aprile (etichetta Women Female Label & Arts / distribuzione Artist First – ASCOLTA QUI), è tra i 5 finalisti del Premio Tenco nella categoria Opera Prima. La cantautrice toscana, inoltre, aprirà la data di Madame a Siena (23 luglio) e quattro live di Simona Molinari.

Un periodo pieno di soddisfazioni per Isotta, dopo la vittoria del Premio Bianca d’Aponte 2021, l’esordio discografico e la partecipazione alla finale di Musicultura allo Sferisterio: “Questo 2022 delle meraviglie non smette di regalarmi gioie smisurate – racconta l’artista – Dopo l’indimenticabile vittoria sul caloroso palco del Premio Bianca D’Aponte lo scorso ottobre, è stata la volta di Musicultura che da marzo ad oggi mi ha regalato un’esperienza preziosa e palchi strepitosi, dai teatri di Macerata e Recanati, allo Sferisterio. Il primo risultato è stato di non svenire di fronte a così tanta bellezza e a 2500 spettatori. Anzi, ho sentito qualcosa che si sprigionava dentro me e ho cantato con un senso di libertà e soddisfazione mai provate in vita mia. L’esperienza di Musicultura, le prove, le persone con cui ho avuto modo di relazionarmi e conoscere, i soundcheck, i consigli ricevuti da chi ne ha molti da dare, l’incontro con artisti importanti, mi hanno trasmesso energia e ancora più voglia di vivere di musica. A colorare ulteriormente questo periodo fiabesco, sono arrivati due Premi che ritengo oltremodo gratificanti e che oltretutto confermano che c’è qualcosa di buono in ciò che faccio: il Premio della Critica Piero Cesanelli e il Premio AFI. Ringrazio tutti coloro che hanno dedicato il loro tempo ad ascoltare il mio progetto e hanno deciso di darmi fiducia per il futuro. Altra notizia che mi ha reso immensamente felice è stata la selezione del mio album nella cinquina finale del Premio Tenco per migliore opera prima. Ho letto e riletto la notizia sinceramente estasiata e onorata.”

Romantic Dark è un disco di 13 tracce in cui Isotta riversa tutti i suoi sentimenti e i suoi stati d’animo, in cui racconta la sua vita, i legami umani, le difficoltà quotidiane, le fragilità, la violenza, sotto ogni sua forma. Tracklist: Intro, “Io”, con cui Isotta ha vinto il Premio Bianca d’Aponte 2021, “Doralice” “Cryptocornuta”, attualmente in rotazione radiofonica e dall’1 luglio accompagnato dal videoclip, “Psicofarmaci”, “Kebab”“Un due tre Stella”“Pornoromanza”, “Palla avvelenata”, “Hawaii”, “Bambola di pezza”, “Tecniche di sopravvivenza”, “Ti amo ma ho da fare”.

Isotta Carapelli, in arte Isotta, è una cantautrice nata a Siena nel 1992. Inizia a cantare e a prendere lezioni di canto all’età di 5 anni. Influenzata fin dalla tenera età dai più grandi cantautori italiani e stranieri, inizia a scrivere le sue canzoni all’età di 14 anni, e a partire dai 16 anni si esibisce dal vivo con svariate formazioni musicali. Nel 2021,vince il premio Bianca d’Aponte con il brano “IO” (Guarda qui). Sempre nel 2021, ad ottobre, esce “Palla Avvelenata” con video (guarda video). A gennaio 2022, esce il singolo “Bambola Di Pezza” (Etichetta: Women Female Label & Arts / Distribuzione: Artist First), accompagnato dal videoclip con la regia di Renato Nassi GUARDA VIDEOIl disco d’esordio è stato prodotto ed arrangiato da Pio Stefanini, con il quale Isotta ha scritto la maggior parte dei brani e condiviso il linguaggio musicale e sonoro che ha portato alla realizzazione di questo suo primo lavoro discografico.

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Isotta: La luce guida nel nostro lato dark

Isotta: La luce guida nel nostro lato dark

Romantic dark è l’album d’esordio della cantautrice toscana 

Romantic dark è un viaggio dentro la nostra anima attraverso le vibrazioni che crea il suono della voce di Isotta. Rassicurante e serena rappresenta la purezza e la luce è una guida nel lato Dark. Un voce che dolcemente entra nell’anima arrivando fin dentro il nostro spirito che, intento ad accarezzare il cuore, lo fa rallentare creando uno stato fisico e psicologico positivo. È il vento che entra dentro, che porta la luce nel nostro lato dark.

È un racconto della parte più oscura dell’uomo, dove i desideri e gli impulsi si manifestano nella assoluta libertà. È il racconto dei nostri valori e della nostra coscienza che impedisce,  alla parte oscura, di prendere il sopravvento ed è il racconto del proprio Io, dell’individuo nel suo quotidiano.

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“Romantic Dark” (etichetta Women Female Label & Arts / distribuzione Artist First) è l’album d’esordio di Isotta, disponibile in digitale a partire da oggi (ASCOLTA QUI): 13 tracce in cui la cantautrice toscana racconta la sua vita, i legami umani, le difficoltà quotidiane, le fragilità, la violenza, sotto ogni sua forma. In contemporanea, sarà in rotazione radiofonica il quarto singolo estratto, “Psicofarmaci” (con la partecipazione di Claudia Gerini, voce fuori campo).

“Spesso nelle canzoni racconto mie storie – dice Isotta– e mi piace anche raccontare storie che ascolto come ad esempio in Pornoromanza, che è stata l’ultima canzone ad essere arrangiata, che racconta una storia di revenge porn, una delle forme più subdole di violenza che, soprattutto in questo periodo storico, sta condizionando tragicamente la vita di molte donne

Invece in Psicofarmaci canti un suicidio, il suicidio della coscienza. 

“In questa canzone gli psicofarmaci non sono intesi come composti chimici, non mi riferisco alle pillole, ma ad un viaggio in tutte le nostre convinzioni che sporcano le nostre coscienze. Gli psicofarmaci sono tutte quelle convinzioni che ti allontanano da ciò che sei veramente e quindi è un allontanarsi dalla nostra coscienza, dai nostri valori e da quello che vogliamo veramente. Gli psicofarmaci sono tutto ciò che ci impedisce di arrivare a te stesso. Claudia Gerini, che ha collaborato in questa canzone, nella sua parte parlata è come se leggesse una lettera che può essere intesa come la lettera lasciata da un suicida.  “Passerò dall’altra parte del muro” l’ho visto come un passaggio da fuori a dentro la nostra mente, ho provato a capire cosa abbiamo nella nostra testa. La canzone è sempre al limite tra un suicidio mentale e un suicidio fisico.”

Psicofarmaci è accompagnata da un videoclip, prodotto da Movi Production, nel quale ci viene proposta la dualità di due corpi a rappresentare il torto e la ragione, il buono e il cattivo ed il positivo e negativo. Un video nel quale il protagonista è anche il numero 3, tre pillole e tre sigarette. La Kabalah associa questo numero alla terza lettera dell’alfabeto ebraico la cui forma, rappresenta la spinta ad uscire da sé stessi e dalle proprie limitazioni. È la sede della volontà di crescere è ciò che invita al miglioramento di noi stessi è un invito ad uscire dalle nostre abitudini, da ciò che ci limita e a dirigerci verso il nostro vero sé, la parte più vera di noi stessi.

Proprio sul video Isotta ci ha raccontato  che

“Il video, girato in bianco e nero, è andato in anteprima su Tgcom24 e di questo ne sono stata davvero molto contenta. Nel video ho voluto inscenare una particolare interpretazione del rapporto d’amore. Richieste, concessioni, rifiuti, violenze rappresentate dall’interazione tra i corpi in un contesto dark. Nel video ci siamo io ed un altro attore e descriviamo l’incontro di due volontà anche nei loro contrasti. Ci si fa del bene ma anche del male.”

Romantic Dark cosa rappresenta per te, un bisogno, è la realizzazione di un sogno, un tuo obiettivo o tutti e tre?

“Io ho iniziato a scrivere non con l’idea di fare l’album, quella poi è arrivata successivamente. Sicuramente è sempre stato un mio sogno poter pubblicare le mie canzoni anche se nel mio sogno, come in ogni sogno, non vedevo bene il punto d’arrivo. Sentivo che era la strada giusta da seguire affinché la musica fosse sempre presente nella mia vita. L’album è stata una conseguenza di tutto. Spesso mi chiedono quale sia il mio ascoltatore ideale, sicuramente il mio ascoltatore ideale è un ascoltatore che ascolti, che ascolti attivamente le parole e la musica delle mie canzoni”

In Un due tre stella, Doralice, Psicofarmaci, Bambola di Pezza c’è sempre un riferimento al luna park. Canti dell’ottovolante, dici che sei al lunapark, fai riferimento ad un giostraio. Come mai questi riferimenti?

“Ho pensato anche io a questi riferimenti nelle canzoni e penso che mi ricordi quei momenti vissuti da bambina ai quali sono molto legata. Ho molto rispetto del mio ricordo da piccola perché mi sento molto più fortunata adesso di com’ero prima. È come se dovessi qualcosa all’Isotta piccola. In ogni caso il luna park mi ha sempre trasmesso emozioni molto contrastanti e cioè da un lato il divertimento e dall’altro angoscia e tristezza  per la vita dei giostrai, io la vivevo così.”

Sempre in Un due tre stella canti, “cerco ancora me stessa ma trovo ancora la peggiore di me

“Il percorso dell’album è l’essere sempre più coscienti che è importante conoscersi ed accettarsi per quello che si è. Quindi la parte peggiore di noi se accolta con amore e quindi non cercando di eliminarla, potrebbe non essere più la parte peggiore ma semplicemente una caratteristica propria e potrebbe poi piacerci di più. Io ho cercato, in questi anni, di accogliere quelle parti di me che mi piacevano meno.”

Hawaii, altra canzone dell’album, parla della mancanza di sintonizzazione tra l’illusione di ciò che pensiamo ci manchi e ciò che davvero ci manca. 

In questa canzone canti “Dimmi cosa vedi nei miei occhi”, parafrasando ti chiedo tu ora cosa vedi nei tuoi occhi?

“Nell’album si possono vedere anche malinconia e nostalgia, invece in questo periodo nella mia vita c’è un sottofondo musicale molto positivo. È un bel momento della mia vita vista l’uscita dell’album, è una mia bellissima realizzazione.”

“Kebab”, altra canzone presente nell’album, è un’ode all’irrazionalità delle nostre preferenze, è una dichiarazione d’amore verso le cose semplici e banali che finiscono per rivelarsi il vero motore delle nostre emozioni più profonde.

Di questa canzone mi ha particolarmente colpito una tua parte parlata nella quale dici “Non so se essere magra o essere felice, felice” 

“Kebab è una canzone molto particolare il cui reale significato arriva dopo qualche ascolto, sia come testo che significato. Nello specifico quella parte parlata era stata registrata in precedenza e quando l’ho detta ridevo davvero e non avrei pensato che poi sarebbe stata inserita nella canzone, quindi è stata molto naturale”

Isotta è tra i finalisti della 33sima edizione di Musicultura che si è tenuta il 3 e 4 maggio al Teatro Persiani di Recanati (Macerata): dopo una lunga selezione, iniziata nel novembre scorso e con un record assoluto di partecipazioni con ben 2.172 canzoni in concorso, la cantautrice toscana salirà sul palco di una delle manifestazioni più importanti d’Italia. La finale verrà trasmessa da Rai Radio 1 diretta dalle 21,05 con la conduzione di John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua.

Le altre canzoni presenti nell’album, dopo un Intro parlato, si sono “IO”, con cui Isotta ha vinto il Premio Bianca d’Aponte 2021, un brano che esprime la voglia di realizzare chi si è nel profondo attraverso la forza ribelle di cambiare strada rispetto a quella che si sta percorrendo. “Doralice” racconta la nostalgia degli anni magici della nostra infanzia e la ricerca continua e spesso sterile di una connessione vera e spontanea con le cose e le persone che avevamo in quel periodo così lontano. “Cryptocornuta” è un brano che la cantautrice spiega con una metafora “siamo il cappello magico del mago dove si nascondono le tante possibilità umane e in base alle nostre unicità ne tiriamo fuori alcune invece di altre”. “Palla avvelenata”, in cui si affronta, senza sfuggire, i mostri dell’infanzia attraverso gli occhi maturi e distaccati dell’Isotta di oggi, per poterli accettare come una semplice esperienza di vita vissuta. “Bambola di pezza” invece parla di stati d’animo, di rapporti di coppia tossici, morbosi e vigliacchi ma non senza un messaggio di speranza, quella speranza racchiusa nella forza che ogni donna deve trovare per ribellarsi. “Tecniche di sopravvivenza” è filosofia spicciola, un compendio di efficaci espedienti per superare le difficoltà della vita quotidiana. L’album chiude con “Ti amo ma ho da fare”, canzone che traccia lo scorcio del labirinto in cui si avviluppa il groviglio di sentimenti ed emozioni che si celano sotto l’inflazionata ed abusata parola “amore”.

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Isotta: La luce guida nel nostro lato dark

Isotta è tra i finalisti di Musicultura 2022

La cantautrice toscana, inoltre, aprirà le date del tour di Simona Molinari e il 22 Aprile presenterà il suo album d’esordio Romantic Dark

Isotta raggiunge la finale della 33sima edizione di Musicultura che si terrà il 3 e 4 maggio al Teatro Persianidi Recanati (Macerata): dopo una lunga selezione, iniziata nel novembre scorso e con un record assoluto di partecipazioni con ben 2.172 canzoni in concorso, la cantautrice toscana salirà sul palco di una delle manifestazioni più importanti d’Italia. La finale verrà trasmessa da Rai Radio 1 diretta dalle 21,05 con la conduzione di John Vignola, Marcella Sullo e Duccio Pasqua. La cantautrice toscana, inoltre, aprirà le date del tour di Simona Molinari.

A coronare questo periodo così intenso di preludio all’uscita del mio primo disco, è arrivata la meravigliosa notizia che sono stata selezionata tra i 18 finalisti di Musicultura. Ogni parola non è abbastanza per esprimere la gioia che provo”, dichiara Isotta.

Venerdì 22 aprile uscirà, infatti, il suo album d’esordio, “Romantic Dark”, per l’etichetta Women Female Label & Arts con distribuzione Artist First. In contemporanea, sarà in rotazione radiofonica il nuovo singolo estratto “Psicofarmaci”, che sarà accompagnato dal videoclip, in uscita il 29 aprile.

Il disco è stato anticipato dai singoli “Io”, con cui la cantautrice vince il premio Bianca d’Aponte 2021 (guarda video), “Palla Avvelenata” (con video – guarda video) e “Bambola Di Pezza, anche questo accompagnato dal videoclip con la regia di Renato Nassi (guarda video).

Isotta Carapelli, in arte Isotta, è una cantautrice nata a Siena nel 1992. Inizia a cantare e a prendere lezioni di canto all’età di 5 anni. Influenzata fin dalla tenera età dai più grandi cantautori italiani e stranieri, inizia a scrivere le sue canzoni all’età di 14 anni, e a partire dai 16 anni si esibisce dal vivo con svariate formazioni musicali. Nel 2021,vince il premio Bianca d’Aponte con il brano “IO”. Sempre nel 2021, ad ottobre, esce “Palla Avvelenata”, mentre a gennaio 2022, esce il singolo “Bambola Di Pezza”. Il disco d’esordio è stato prodotto ed arrangiato da Pio Stefanini, con il quale Isotta ha scritto la maggior parte dei brani e condiviso il linguaggio musicale e sonoro che ha portato alla realizzazione di questo suo primo lavoro discografico.

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Isotta: "Bambola di pezza è un invito ad innamorarsi di sé"

Isotta:”Bambola di pezza è un invito ad innamorarsi di sé”

La cantautrice senese pubblica il suo nuovo brano in vista dell’album di debutto.

Fermi ed immobili intrappolati in una relazione tossica incapaci di reagire, l’essere vittima di quel carnefice che arriviamo, a volte, addirittura a giustificare pensando di essere noi a sbagliare, capace di ingenerare sensi di colpa che contribuiscono ancor più a lacerare le ferite che ci provoca. Ferite fisiche e psicologiche difficili da richiudere, fino a quando non siamo noi a decidere di reagire accendendo il fuoco che brucia dentro noi così da rinascere come la fenice simbolo di chi, nelle difficoltà, riesce a trovare la forza di reagire. 

È online su YouTube anche il videoclip con la regia di Renato Nassi.

Proprio come ci racconta Isotta nel suo nuovo brano “Bambola di pezza”  (Women Female Label & Arts/Artist First), disponibile in digitale https://Isotta.lnk.to/Bamboladipezza, scritto dalla stessa Isotta con Pio Stefanini e prodotta dallo stesso Pio Stefanini che è un inno contro la violenza sulle donne e la violenza contro ogni essere umano in generale ed è un invito ad innamorarsi della della propria ribellione e quindi ad innamorarsi di sé perché “Amare sé stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta una vita” (Oscar Wilde). 

Isotta Carapelli, in arte Isotta, è una cantautrice nata a Siena dalla voce “romantic dark” , tra le prime donne a far parte del nuovo progetto discografico Women Female Label & Arts vincitrice del Premio Bianca D’Aponte 2021 insieme alla menzione per la miglior musica grazie alla sua “Io”, (https://isotta.lnk.to/Io_),  ci ha raccontato la sua “Bambola di pezza”

In questa tua nuova canzone, Bambola di pezza, usi la metafora della bambola quale trofeo da vincere in una giostra di un Luna Park di paese che non può ribellarsi al divertimento del giostraio, per parlarci di violenza di genere.

“La bambola vuole dare l’impressione di immobilismo verso una violenza che può essere intesa sia in senso fisico che psicologico. Questa è la prima canzone in cui parlo di una relazione d’amore ma intesa come un amore tossico e la bambola è un invito a cercare di cucirsi addosso la propria bambola e cioè cercare di essere quello che si è. Racconto anche di questa violenza subdola che il giostraio o di chi per lui fa sulla vittima che, magari innamorata, permette di fare un pò di tutto. Un amore tossico che ti immobilizza e intrappola in una situazione nella quale sei talmente preso da una persona che non hai la lucidità per comprendere che ti sta facendo del male o anche se lo capisci cerchi ugualmente di restargli attaccato perchè l’amore può farti vedere le cose come realmente non sono fino a far mettere in dubbio te stessa, proprio perché vedi l’altro come non è e lo vedi come un essere “superiore” non riuscendo a ribellarti. Bambola di pezza è un invito alla ribellione e ad innamorarsi della ribellione e quindi di noi stessi.”

Con “Io” hai iniziato a raccontare un po ‘ di te, poi hai proseguito con “Palla avvelenata”. Voglio chiederti quanto di autobiografico c’è in Bambola di pezza? 

“Si, anche in questo brano c’è qualcosa di autobiografico circa una violenza psicologica passata che mi ha spinto a scrivere questa canzone. Uso le canzoni un pò come catarsi. Cerco di scrivere in modo da buttare fuori tutto ciò che mi fa soffrire. Sono parti di me che cantandole riesco ad affrontare sempre di più. Un pensiero quando lo scrivi lo vedi e lo riesci a vedere dall’esterno. Anche quando ascolto la canzone riesco a vedermi in modo diverso, ho questa sensazione.”      

La copertina del singolo vede ricucire una ferita, uno strappo, che lascerà una cicatrice che resterà visibile e ci ricorderà e racconterà cosa ci è successo?

“Esatto, per me la cicatrice è un modo per ricordarsi di una esperienza, intesa più in senso emotivo. È un pò il ricucire una ferita o anche inteso come il cucirsi addosso i vestiti che stanno meglio, è il cucirsi della propria pelle ed ho considerato proprio questo quando ho pensato alla copertina del singolo.”

Cosa ci racconti del video che accompagna la canzone?

“Di questo video, come tanti altri, insieme al regista Roberto Nassi ne ho seguito tutto il montaggio. Con lui scegliamo anche insieme la sceneggiatura e le coreografie. Mi piace tantissimo partecipare a tutte le fasi della produzione della canzone, anche del video perché oggi il video è importante quanto la canzone. La scelta di far partecipare nel videoclip più persone di etnie diverse nasce dal presupposto di raccontare non solo la violenza sulle donne ma la violenza in generale, perché la violenza sull’essere umano riguarda tutte le culture”.  

Tutte le tue canzoni hanno un colore, “Io” è blu, “Palla avvelenata” è giallo ocra, “Bambola di pezza” è rosso porpora e la prossima canzone che colore sarà?   

“La prossima è bianca ed uscirà l’8 Marzo. Gireremo anche il video di questa canzone e sarà il singolo che lancerà poi il mio album di debutto in uscita il prossimo mese di aprile. Tra i miei impegni imminenti ci saranno le audizioni a Musicultura 2022”

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Il tortino di Crêpes in tempesta

Un piatto e una canzone sono ben più della somma delle loro parti siano esse spezie e ingredienti, o parole e musica.

Un piatto e una canzone sono ben più della somma delle loro parti siano esse spezie e ingredienti, o parole e musica.

In questo blog con un pizzico d’immaginazione, e di sinestesia, da una traccia o da una strofa può nascere una ricetta ‘multisensoriale’.

Così come da un buon vino può  nascere un piatto o essere abbinato, anche da una canzone  o semplicemente da una strofa può nascere un piatto o può essere semplicemente abbinata ad esso.

Ha inizio quindi un nuovo viaggio seguendo le note della musica e i profumi della nostra vita, inizia un viaggio tra le righe dei testi delle canzoni e i colori della cucina alla ricerca del proprio Io, come un “veliero che attraversa la tempesta” e sfida le avversità per raggiungere la sua destinazione, sfida i forti venti e le onde del giudizio della gente che tormentano l’anima e che cercano di trascinarti nel vuoto allontanandoti sempre di più dal raggiungere la propria destinazione, la consapevolezza e l’amore di sé stessi, quell’Io che è quel “faro che sovrasta la tempesta e non vacilla mai è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore e’ sconosciuto, benche’ nota la distanza” (Sonetto 116 di Shakespeare). 

©_ANGELO_TRANI

Proprio come canta Isotta, voce romantic dark della musica italiana, nella sua canzone “Io”

Questa notte ci spingeremo così a largo che all’alba ci saremmo perduti 

questa notte ci spingeremo così a largo che…

C’è un veliero che attraversa la tempesta 

“Io” esprime quella voglia di realizzare chi si è nel profondo, racconta la forza insita in ognuno di noi a scoprirsi, a diventare ciò che si è, quella forza ribelle che ci fa sentire inadeguati e insoddisfatti quando usciamo dalla nostra dimensione abituale. Scoprire chi siamo veramente potrebbe significare fare i conti con il passato e con le nostre aspirazioni non realizzate.

«Forse nei miei sogni di bambina c’era una ragazza con una vita più stabile, sposata con figli e un lavoro che tutti avrebbero riconosciuto come tale. “Io” – racconta Isotta – comprende gli aspetti del mio essere, del mio approccio alla vita, le mie fragilità e l’ostinazione a voler trovare me stessa. Canta la sensazione di precarietà che fa parte di ognuno di noi e l’esigenza di un sogno da realizzare, quella portaerei ferma ma sempre pronta per partire».

E proprio ad “Io” mi è piaciuto abbinare un tortino di crêpes con funghi, carne macinata, mozzarella e besciamella al curry, piatto da me realizzato.

Quando ho ascoltato la canzone ed in particolare questa parte del testo “Questa notte ci spingeremo così a largo che all’alba ci saremmo perduti, questa notte ci spingeremo così a largo che… mi è venuto in mente il tortino di crêpes, per forma e colore, a simboleggiare il sole e poi la luna di parmigiano a simboleggiare la notte insieme a stelle di besciamella. “C’è un veliero che attraversa la tempesta” mi ha riportato alla mente il “faro che sovrasta la tempesta”, del Sonetto 116 di Shakespeare e il tortino di crêpes può essere anche inteso come il “faro che sovrasta la tempesta”, tempesta che è rappresentata da schizzi di besciamella al curry. 

Un piatto così come una canzone può essere polisemico, sta a noi scegliere. 

Provate a preparare il piatto e mangiarlo con il sottofondo di “Io”, il piatto avrà un gusto differente.

Isotta: le sue canzoni un viaggio nell'inconscio

Isotta: le sue canzoni un viaggio nell’inconscio

La cantautrice senese pubblica il suo nuovo brano “Palla avvelenata” e con  “Io” vince il premio Bianca D’Aponte

Non è semplice raccontarsi, perché c’è bisogno di avere coraggio, quel coraggio di affrontare i propri ricordi, le proprie paure rileggendole nelle cicatrici che gli atti di bullismo subiti hanno lasciato lì indelebili nell’anima. 

Sigmund Freud diceva che il nostro inconscio tende a celare tutto ciò che è doloroso e sgradevole e quando un’artista, abbatte le barriere del proprio inconscio e racconta al grande pubblico il proprio dolore, può arrivare fin dentro l’anima di chi l’ascolta infondendo quella forza di cui si ha bisogno per affrontare i propri malanni e debolezze.

Isotta, con il suo nuovo brano “Palla avvelenata” scritto dalla stessa Isotta Carapelli, Pietro Stefanini e Giuseppe Polistina, racconta il ricordo di una sofferenza legata al bullismo, di ciò che l’ha portata, così come porta tante persone, a una guerra contro sé stessa e contro la bilancia. “Palla avvelenata” è un invito ad aprire il cuore, con leggerezza, alle difficoltà; a guardare con un filo di distacco, per quanto possibile, i nostri piccoli drammi personali.

«Mi trovavo nello studio di registrazione con il co-autore del brano, quando lui disse: “vado a portare mio figlio a giocare a palla avvelenata”. Senza pensarci su, gli risposi: “a palla avvelenata venivo catturata per prima perché ero grassa, ma grassa davvero”. Da quel momento – racconta Isotta ho rivissuto l’orrore che mi assaliva quando dovevo subire le angherie di stupidi, che trovavano nel gruppo la forza che non avevano da soli, riversando su di me il loro disagio e la loro maleducazione. Credo sia grazie a questa esperienza che ho sviluppato una viscerale sensibilità verso chi subisce ogni genere di discriminazione». 

Gli atti di bullismo lasciano cicatrici profonde, vorrei chiederti cosa possiamo leggere nelle tue cicatrici?

«Molti hanno detto che questa canzone facesse riferimento a problemi alimentari anche se io, quando l’ho scritta, non avrei mai creduto potesse portare a questa idea. Quando hai avuto dei problemi del genere, credo questi non ti abbandonino mai e le cicatrici raccontano proprio quel periodo ed anche l’essere riuscita a superare quelle paure, che in quei momenti erano puro terrore, mentre oggi sembrano piccoli drammi. A volte non volevo andare a scuola o uscire di casa e questi problemi vanno affrontati, perché solo affrontandoli piano piano li superi, soffrendo, ma li superi. Quelle cicatrici che ti restano indicano che hai superato quei momenti ma resteranno per sempre e ti cambieranno, in meglio o in peggio poi dipende dalla persona. Non ti abbandoneranno mai, nel bene o nel male. Personalmente mi hanno resa più sensibile verso i problemi delle persone e probabilmente lo sarei stata molto meno se non li avessi provati in prima persona.»  

Nell’inciso canti “Prima che cambi il colore del cielo voglio dirti che ero grassa, grassa davvero”, come possiamo interpretarlo: prima che cambi idea e non te lo dica più, o avendo raggiunto una consapevolezza in sé stessi lo vuoi dire subito? 

«Prima che cambi il colore del cielo può essere letto in due modi, tenendo conto che il cielo cambia spesso il suo colore,  può significare che voglio dirtelo subito  perché non voglio tenerlo più  dentro, è una cosa che ho superato e finalmente mi va di dirla. Però a livello emozionale può essere anche inteso prima che cambi il mio umore, prima che cambi idea ora sono nel momento adatto per dirtelo e non riesco ad aspettare perché ho paura che cambi qualcosa. Già quando l’ho scritta ero molto dubbiosa, perchè come tutte le cose che ti segnano è più difficile renderle pubbliche, non sapevo come sarebbe stata accolta perché c’è una frase molto forte nel ritornello “Voglio dirti che eri grassa, grassa davvero” ed invece è stata recepita come avrei voluto e cioè come una testimonianza. Raccontarmi è proprio quello che voglio con la musica e sono felicissima del mio team perché mi conoscono e sanno quello che voglio fare e sanno che non voglio cantare ciò che non mi appartiene.»

©_ANGELO_TRANI

Isotta sta raccontandosi nelle sue canzoni, come in “Io” il brano pubblicato di recente che le è valso il Premio Bianca D’Aponte. Si è conclusa, con le serate finali il 22 e 23 ottobre scorso al teatro Cimarosa di Aversa, la 17esima edizione del Premio Bianca D’Aponte, l’unico concorso italiano riservato a cantautrici, con Rai Radio 1 in veste di Media Partner.  Isotta si è aggiudicata, tra l’altro, tre concerti di presentazione prodotti da Doc Live, la partecipazione come ospite alla prossima edizione del Premio e la possibilità di concorrere al Premio dei Premi del Mei di Faenza insieme alla menzione per la miglior musica grazie alla sua “Io”, (https://isotta.lnk.to/Io_) brano, scritto dalla stessa Isotta Carapelli con Pio Stefanini e Giuseppe Polistina, che esprime quella voglia di realizzare chi si è nel profondo, che spiega la forza insita in ognuno di noi a scoprirsi, a diventare ciò che si è veramente.  Disponibile anche il videoclip: https://www.youtube.com/watch?v=seFMD0heowI

Circa il concorso Bianca D’Aponte Isotta ci ha detto che:

«È stata una vittoria inaspettata ed è stata una conferma che sono un po’ sulla strada giusta. Ero molto emozionata, ma non agitata a livello conscio, sentivo una agitazione dentro. Il mio sogno che è anche il mio obiettivo è vivere cantando, è vivere scrivendo la mia musica mettendoci impegno in questa mia passione. Io non credo di salvare la vita a nessuno però metto il mio mattoncino facendo quello che mi piace fare e sono molto felice se, percorrendo questa strada,  arriveranno dei riconoscimenti come questo.»

“Io” mi avevi detto essere di colore blu, “Palla avvelenata” di che colore è e poi la prossima canzone di che colore sarà? 

«Palla avvelenata è giallo ocra, è una sensazione che ho, non c’è un motivo ben preciso, quando l’ho registrata in studio e quando l’ascolto mi viene in mente il colore giallo ocra, è proprio una sensazione mentre il colore della prossima canzone si vedrà, magari sarà rosso non si sa. Stiamo lavorando a tante canzoni che non vedo l’ora di far uscire e quindi ho molti colori (ride).»

Isotta Carapelli, in arte Isotta, è una cantautrice nata a Siena nel 1992. Inizia a cantare e a prendere lezioni di canto all’età di 5 anni. Influenzata fin dalla tenera età dai più grandi cantautori italiani e stranieri, inizia a scrivere le sue canzoni all’età di 14 anni, e a partire dai 16 si esibisce dal vivo con svariate formazioni musicali. Il suo stile può essere definito “romantic dark”. Negli ultimi anni ha lavorato ad un progetto discografico molto intenso con alcuni produttori e arrangiatori toscani, cercando di mettere in musica e parole tutte le sue esperienze personali, artistiche ed umane. 

https://www.instagram.com/therealisotta_/

https://www.youtube.com/channel/UCIKweSCodzm7nGC9oyG8VDQ

PALLA AVVELENATA

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero

Venivo catturata per prima

A palla avvelenata   

Venivo catturata

Nonostante tutto nei suoi occhi mi specchiavo stupenda

Ma ero solo un soldo bucato agli occhi del mondo

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero

Non sono più una bimba che montava in vespa senza giacchetto

E non mi riconosco

Non mi avete conosciuta quando ancora me la facevo addosso

C’è un mare di sguardi che inghiotte a ginnastica volevo sparire

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero

E maledetta allegria e maledetta allegria

E maledetta allegria che ho sempre rincorso

E maledetta allegria e maledetta allegria

E maledetta allegria che ho sempre rincorso

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero

Prima che cambi il colore del cielo

Voglio dirti che ero grassa, grassa davvero