Jaboni:”Heads Up è un inno all’unicità”
È in radio e su tutte le piattaforme digitali “Heads UP” il terzo singolo di Jaboni
È in radio e su tutte le piattaforme digitali “Heads UP” il terzo singolo di Jaboni, un invito a camminare a testa alta, un inno alla bellezza della diversità, spesso superficialmente etichettata dalla società contemporanea.
Simone Iaboni, in arte Jaboni, classe 1982, cantautore, interprete, architetto nasce a Frosinone e si trasferisce a Roma all’età di 20 anni. Qui frequenta l’Accademia di musica Scarlatti, partecipa a diversi concorsi locali e nazionali, tra cui il Tour Music Fest nel 2017, anno in cui partecipa al Music Camp presso il CET di Mogol. Nel 2018 entra a far parte del coro romano gospel “All Over Gospel Choir” con il quale si esibisce nei teatri e palcoscenici della capitale. Lo stesso anno diventa membro del coro “Le Mani Avanti” diretto dal maestro Gabriele D’Angelo, con cui partecipa a diverse manifestazioni canore a Roma e in Italia, come il “Vokal Fest” all’Auditorium Parco della Musica. Con loro, durante il lockdown, partecipa alla realizzazione di una cover a cappella del brano di Des’ree “You gotta be” andato in onda su Rai1 nel programma “Musica che unisce”. Scrive testi in italiano e in inglese e collabora attivamente alla composizione di brani con la GIL produzioni, del produttore artistico Giorgio Lorito.
Il 16 aprile 2021 esce il suo singolo di debutto “Love comes back to me” prodotto da Giorgio Lorito per Gil Produzioni. Il brano supera i 50k streams su Spotify e il videoclip viene trasmesso in anteprima su Sky Tg24 e in onda sugli schermi Telesia delle maggiori metro ed aeroporti italiani. Il 3 dicembre esce il secondo singolo “Endless Time”. Il videoclip del brano viene presentato in anteprima su Il Messaggero. Nel 2022, l’artista torna con “Heads up”, il suo terzo singolo rilasciato il 25 marzo.
Cosa ci parli in Heads Up?
Heads up è un invito ad essere se stessi è un inno a quanto sia importante esserlo senza entrare nelle logiche del condizionamento degli altri e della società. È un brano che nasce dalla mia esperienza adolescenziale quando non riuscivo sempre ad esprimere me stesso. Vuole essere quindi un invito a celebrare la propria essenza ed unicità perché il rischio è cadere nella logica di massa e nel far parte necessariamente di un gruppo. Quando esci fuori dal gruppo spesso sei etichettato, sei non capito e l’ottica deve essere quella di rompere questa logica. Quello che conta nella vita è la verità e riuscire ad essere sé stessi non è sempre facile ma dovrebbe esserlo, perché non c’è nulla di più naturale in questo. Non dovrebbero esserci approfondimenti, spiegazioni o analisi sul perché siamo fatti in un determinato modo, perché più se ne cerca il motivo più cadiamo in errore: siamo semplicemente quello che siamo. “Heads up” è quindi un inno a tutte quelle persone che la società etichetta come “diverse” con l’illusione di poterle racchiudere in categorie di pensiero.”
Questa canzone è accompagnata da un videoclip nel quale ci sei tu al centro della scena, cosa ci puoi raccontare?
“Il video è una produzione della Big Carrot Production e abbiamo ideato insieme il contenuto, volevamo fosse semplice e d’effetto e quindi abbiamo tolto filtri ed ambientazioni per lasciare solo l’essere umano come protagonista. Sono io al centro della scena proprio per sottolineare il messaggio della canzone e cioè rimettere se stesso al centro.”
Quello che notato negli ultimi tre videoclip che hai pubblicato Love comes back to me, Endless time e Heads up tu sei sempre da solo. Si, è vero, in Endless time con te c’è un bambino ma nella storia che racconti in quella canzone quel bambino sei sempre tu. Come mai questa scelta?
“Si, perché esiste un collegamento tra i tre video così come tra i tre brani che fanno parti di un unico progetto. Si parte dal viaggio e si affrontano vari temi. Nel video ci sono dei rimandi all’outfit usato proprio in Heads Up ed in Endless. Stesso discorso per alcune scene e dinamiche di Heads up con Love comes back to me. È l’idea che i tre video, anche se legati a tre canzoni e concetti diversi, siano comunque legati da un filo e il fatto di essere il protagonista assoluto è un presentarmi al pubblico così come sono.”
Hai dichiarato che bisogna essere “fieri delle nostre storie, fatte di sofferenze e conquiste”. Possiamo aggiungere anche dei nostri sogni?
“Assolutamente si, perchè il sogno è uno dei motori della vita, continuare a sognare, come dicevo nel brano precedente Endless Time è quello che ci fa sentire più vivi.”
In Endless time di cosa ci parli?
“La canzone parla di un viaggio metaforico che ognuno di noi deve compiere per raggiungere le proprie passioni e i propri sogni e per farlo c’è una ricetta che cerco di dare nella canzone che è quella di risvegliare il bambino che è in noi per farci. È una esigenza che abbiamo dentro di noi, arriva sempre il momento in cui diventa impossibile contenerla. A volte può avvenire perché sentiamo l’esigenza di una fuga dalla vita di tutti i giorni cercando salvezza e rifugio nei nostri sogni.”
Com’è nata questa canzone?
“Questa canzone è nata nel momento in cui mi è venuto in mente quando ero bambino e sognavo di fare musica, immaginavo di stare davanti ad un pubblico e mi sono reso conto che quel sogno era ancora dentro me ed il testo della canzone parte proprio da questo.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Adesso ho in programma di far uscire altri brani sempre in lingua inglese perché il mio progetto, che racchiude questi tre brani, è molto più ampio e durante il corso del 2022 voglio pubblicarli singolarmente, brano dopo brano, in modo da poter dedicare più attenzione ad ognuna delle canzoni e raccontare sempre una storia diversa e farmi conoscere sempre di più.”
Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo se tu fossi un piatto che piatto saresti e perché?
“Sarei un dolce, un Tiramisù perché è abbinato il dolce della crema con il caffè che da il ritmo giusto che ci serve”
JABONI ONLINE:
SITO UFFICIALE – INSTAGRAM – FACEBOOK – YOUTUBE – SPOTIFY