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Aska: Le mie canzoni sono flussi di coscienza

Aska: Le mie canzoni sono flussi di coscienza

Il cantautore pubblica l’album “Asgard” già disponibile su tutte le piattaforme digitali

Simone Scaccia, in arte Aska, pubblica l’album “Asgard” (ascolta qui) già disponibile su tutte le piattaforme digitali, realizzato dal collettivo “Juicy Music Group”, prodotto da  Kozak e distribuito Artist First.

Simone grazie alla musica, che ha sempre fatto parte della sua vita, riesce ad esprimere se stesso, a raccontare i propri pensieri attraverso storie che prendono spunto da ciò che vive e da ciò che lo circonda. Sin da piccolo, la musica è sempre stata un elemento importante grazie ai suoi genitori che lo hanno cresciuto a pane, Renato Zero ed altri artisti importanti della musica internazionale come ad esempio i Genesis ed i Pink Floyd. Nel 2020 nasce la “Juicy Music Group”, il collettivo creato da Aska e Massimo Moscogiuri, il suo attuale manager, con lo scopo di creare un team in grado di seguire un artista a 360 gradi, team che attualmente conta più di venti professionisti. In contemporanea si dedica alla composizione di nuovi pezzi e alla sua formazione canora frequentando un’accademia di canto.

Con “Asgard” Aska vuole far fare all’ascoltatore un viaggio, toccando diverse tappe della sua esistenza che vanno dall’adolescenza sino ad oggi, attraverso il racconto di storie che, seppur  diverse tra loro,  sono collegate da un filo sottile di esperienze ed emozioni. Un viaggio alla scoperta dell’evoluzione emotiva ed artistica che ha portato Aska ad essere quello che è oggi, un viaggio verso la consapevolezza di se stessi.

Dov’è o meglio che cos’è Asgard?

“Asgard è un viaggio a tappe, simboleggiate dalle canzoni, quelle tappe della mia vita che mi hanno portato ad essere l’artista e la persona che sono oggi. Le mie canzoni sono tutte autobiografiche, ad esempio Milano Goodbye è una traccia che è nata proprio a Milano, quando lavoravo nel marketing e le cose non andavano molto bene, una sera mi sono ritrovato a camminare di notte a piedi da solo a pensare. Le mie canzoni sono flussi di coscienza”

Ne Il mio nome, brano contenuto nell’EP, canti  “Ero in letargo, quasi al tracollo, giuro non mollo” questo segna il momento nel quale hai iniziato a prendere coscienza di te?

“Assolutamente si, perché prima non avevo ancora ben chiara la consapevolezza di me stesso e dei miei mezzi, quindi ero praticamente in letargo ed è stato quindi un giuramento a me stesso che non avrei mollato. 

Canti anche del cielo e del mare che si uniscono, in questo caso fai riferimento alle due parti di te che si uniscono?

“Il parallelismo che hai colto è quello giusto perché mi riferivo alla mia vita artistica e alla mia vita personale e tratta dei problemi che ho avuto all’inizio della mia carriera. In questo caso la mia vita artistica è rappresentata dal cielo perché è la cosa più “alta” che faccio, che eleva il mio spirito. Creare aiuta lo spirito a raggiungere la consapevolezza. Il mare è l’altra mia vita che è molto burrascosa, piena di onde ma anche calma senza onde, dipende dal vento che tira.”

Un’altra canzone contenuta nell’EP è “Posto nel mondo” nella quale racconti la nostra continua ricerca di quel posto giusto che non riusciamo a trovare. Se la risposta alla nostra ricerca fosse semplicemente che il posto giusto siamo noi?

“Questa è una bella riflessione alla quale ci sono arrivato anche io dopo aver fatto molte esperienze e forse il problema del nostro posto nel mondo è proprio quello stato di malessere che ci accompagna sempre e che ci fa sentire sempre fuori posto anche in quei momenti nei quali non avremmo motivo di sentirci così come ad esempio nel pranzo di Natale con tutti i propri familiari che canto nella canzone. Non è importante dove andiamo è importante ricercare noi stessi. Asgard infatti non è un posto fisico, è il proprio posto nel mondo dove ti senti sicuro.”

Tra queste tappe del tuo viaggio qual è quella nella quale racconti i tuoi sogni?

“Sicuramente l’ultima canzone, “Riemergo” dove canto che riemergo solo se canto. Solo facendo ciò che voglio fare mi sento bene. Diciamo che quest’ultima canzone è la canzone del prossimo album presa in prestito (ride). Il mio sogno è arrivare alle persone, trasmettere il mio messaggio agli ascoltatori.”

Hai detto presa in prestito dal prossimo album, quindi cosa ci puoi dire dei tuoi progetti futuri?

“Sicuramente Asgard è un album molto impegnativo sia per me che per il pubblico, ricco di contenuti ed un concetto ben preciso. Per il futuro ho già avuto delle idee sulle quali sto riflettendo, sicuramente usciremo con dei singoli che abbiamo già pronti.”

Asgard track by track

Asgard: E’ qui che inizia il viaggio, questa è la canzone più carica, autocelebrativa, piena di emozioni positive in cui possiamo notare un Aska pronto ad affrontare il tutto con grande entusiasmo, molto carico e pieno di energie, un pezzo molto euforico ed esuberante dalle sonorità vicine allo street.

Il mio nome: è una delle due canzoni più introspettive dell’ep, è molto riflessiva e parla di un Aska più giovane, che ancora non capisce, vive le cose molto di pancia, che si fa tante domande e si ribella nei confronti di tutto ciò che non reputa giusto, non pensandoci più di tanto. Un momento difficile della vita, ma che vive con la consapevolezza che alla fine, in futuro, tutto andrà meglio.

3.00 AM: è la prima canzone d’amore, che può essere per una ragazza, ma anche per la musica o nei confronti di qualcosa che si ama. Racconta quell’amore che ci tiene svegli tutta la notte, a cui si pensa tutti i giorni. La cosa bella è poter esprime quello che in quel momento si prova dentro.

Dimmi il perché: anche questa canzone parla d’amore, un’amore che non è stato contraccambiato o che noi abbiamo messo al centro della nostra vita e poi ci siamo resi conto che non ne valeva la pena. Questo è il problema di tutte quelle persone che come Aska sono passionali e mettono loro stessi in tutto ciò che fanno.

Cammino solo: il racconto di un amore infelice, uno di quegli amori che ci piacciono tanto, ma in realtà ci fanno tanto male, quegli amori che finiscono, ma non abbiamo il coraggio di chiudere definitivamente. Questa chiude il trio delle prime tre canzoni d’amore. Nella prima abbiamo l’innamoramento, nella seconda la delusione e in questa sempre la delusione, ma con una speranza attraverso la quale si lascia una finestrella aperta, ed è proprio per questo motivo che viene messa a metà dell’ep.

Milano Goodbye: scrive “Milano Goodbye” in un periodo difficile della sua vita, nel quale si sentiva solo, vuoto, dove cercava, grazie al raggiungimento di obiettivi, l’appagamento emotivo che poi non arrivava, un periodo in cui pensava che le cose materiali potessero dargli sollievo e riempire quei vuoti. Ma è veramente così? Possiamo stare meglio cercando la soluzione nelle cose e negli altri? La canzone prende spunto da un avvenimento accaduto veramente, in cui Aska, a causa di alcuni disguidi, si è trovato a dover percorrere a piedi con la nebbia una tangenziale per diversi chilometri. Questo il momento in cui, essendo solo e nel totale isolamento, ha potuto riflettere. Come dice in “Milano Goodbye”, quando hai un problema nessuno risponde alla tua richiesta e ti aiuta a risolverlo.

Vicino: torna come tema l’amore e dopo tutte le delusioni delle precedenti relazioni, finalmente un nuovo amore più consapevole e più maturo, ottenuto grazie alle esperienze passate. Come si dice: “ Dopo il temporale torna sempre il sereno”.

Sigarette: questa è un po’ la gemella de Il mio nome, è sempre una canzone introspettiva e ci racconta come è messo Aska a questo punto del viaggio, in base alle esperienze che ha avuto precedentemente. Racconta cosa Aska pensa in quel momento di se stesso, una chiave di lettura di lui come artista.

Posto nel mondo: Quante volte ci siamo sentiti persi? Quante volte ci siamo resi conto che la vita che stavamo vivendo non era quella che avremmo voluto avere? Tante. Anche Aska ha vissuto questo momento di smarrimento dove non riusciva a capire qual era il suo “Posto nel Mondo”. Non riusciva a trovare una sua identità, un posto che lo facesse sentire in pace con se stesso, protetto e non stiamo parlando solo di un posto fisico, ma anche di uno mentale. Ci sono luoghi che dovrebbero essere il nostro posto nel mondo, ma anche lì non ci sentiamo a nostro agio, ci sentiamo come il sole di notte e le scarpe rotte, come racconta nella canzone. Per far fronte a questa situazione le proviamo tutte: “Ho rotto tutte le porte, ballato insieme alla morte” (cit. canzone).

Riemergo: dopo tutto quello che Aska ha passato ed ha raccontato nell’ep, finalmente grazie alla musica riemerge. La consapevolezza che la cosa che stava cercando è il viaggio e che per raggiungere quello a cui vuole arrivare, la costante, che nel viaggio deve essere sempre presente, è la cosa che più ama fare, ovvero la musica. E’ l’ultima traccia dell’ep, che, anziché andarlo a chiudere perché in realtà si chiude con “Posto nel Mondo”, apre la strada ad un altro viaggio.

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