AmbrOsino: Bisogna avere cura per le parole
Dal 18 novembre 2022 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “3 ‘O Figlio D’’O Rre” (MMG/Graf/Believe), il suo nuovo EP
Dal 18 novembre 2022 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “3 ‘O Figlio D’’O Rre” (MMG/Graf/Believe), il nuovo EP di AmbrOsino.
Ambrosino Massimiliano, in arte solo AmbrOsino, è un cantastorie nato a San Giorgio a Cremano in provincia di Napoli. I suoi brani trovano la propria dimensione nel viaggio che lega un passato e un futuro musicale radiosi e identitari, con ancora una volta protagonista quella Napoli officina e laboratorio di nuove idee e guizzi sonori trascinanti e originali.
Ha all’attivo 2 album, l’omonimo “AmbrOsino” (2015) ed “Edicola Votiva” (2018).
Nel 2019 Pietra Montecorvino sceglie di reinterpretare “‘Na Mullica ‘E Pane”, brano presente in “Edicola Votiva”, per il suo l’album “Rigina”.
Il suo nuovo EP “3 ‘O Figlio D’’O Rre” si sviluppa in 6 tracce, scandite da un’acuta ritmicità, permeabili e generose a firma di Ambrosino Massimiliano, che in prima persona ha curato anche la produzione artistica, affiancato da Enzo Foniciello al coordinamento musicale e al basso, Luca Mignano alla batteria e Stefano Bottiglieri alle tastiere. La registrazione e i mix sono stati affidati a Stefano Formato. La produzione esecutiva è di Carlo Antognetti.
L’EP, registrato nel centro storico di Napoli, è un piccolo viaggio tra la West Coast, Rio De Janeiro e la stessa città ai piedi del Vesuvio, caratterizzato da sonorità che si mescolano ridefinendo i confini geografici, in stile Contemporary R&B con cui il cantastorie napoletano sembra sentirsi perfettamente a suo agio.
Spiega l’artista a proposito dell’EP: “3 ‘O Figlio D’’O Rre” si rifà alle mie origini rapportate ai nostri giorni, ai miei ascolti, al mio modo di guardare alla musica, anche d’oltreoceano. “3” per il mio terzo progetto, “‘O Figlio D’’O Rre” per citare la terza “voce”, declinata al maschile, del gioco della cavallina.
La cavallina era un gioco semplice della mia infanzia, innocente e pulito, con cui i bambini si confrontavano, competevano anche sportivamente, senza l’ausilio dei cellulari, senza interferenze; e le “voci” del gioco variavano da quartiere a quartiere, da città in città”.
Dal nuovo EP è estratto il singolo in rotazione radiofonica “Money And Honey” un brano dai forti rimandi newyorkesi e non solo nella sonorità, bensì anche il testo esplicito puntella il mondo di Notorius B.I.G., Gucci Mane, Travis Scott, rivelando quella frontiera che spesso, non solo, non separa la legalità e l’illegalità di alcuni rapper, anche nostrani, ma perfino a volte la confonde. Ed è sempre più un dato di fatto constatare quanto le periferie della Napoli di oggi somiglino a quelle di NY degli anni ’80 e ’90.
Qual è il messaggio contenuto nel brano Money and Honey e cosa ti ha ispirato la sua scrittura?
“Il messaggio è sempre positivo, è un invito a non lasciarsi ammaliare dai soldi facili, perché nulla ci è dato senza conquista, senza sacrificio. E alla base ci sarebbe un discorso lungo da fare sulla scolarizzazione, sull’arte e sulla musica che dovrebbero essere un faro continuamente acceso su alcune realtà di periferia che vivo costantemente. Per questo brano, sono stato ispirato da un documentario su Notorius B.I.G., quel mondo e mood d’oltreoceano, che troppo spesso sento molto vicino alle periferie della mia Napoli.“
In una società dell’apparire abbiamo smesso di essere ed è quanto la tua canzone mi ha trasmesso, cosa ne pensi della continua ricerca dell’apparire?
“È davvero avvilente. Capisco quanto sia necessario per la “moda” seguire fenomeni del momento, ma questo andazzo dura oramai da moltissimo tempo. Bisognerebbe invece ricercare la bellezza delle cose, attraverso la via dell’arte, stipare la semplicità, la cura per le parole, rimodulare le tensioni, rallentare, decisamente rallentare questo pazzo mondo.”
Abbiamo dimenticato ciò che è realmente importante nella vita dando urgenza a ciò che urgente non è?
“Dici bene. È diventato tutto urgente, in questo modo ci stanno forgiando, così drogano le menti delle nuove generazioni. Si arriverà irreparabilmente a un doloroso scontro per resettare tutto e gestire nuovamente l’urgenza, che a parer mio, al momento, è una sola: curare l’ambiente, il territorio e le fragili comunità.“
Tutto questo accade perché non abbiamo il coraggio di fermarci e ascoltarci, perché abbiamo paura di rompere gli schemi nell’incertezza di cosa ci aspetta?
“Sì. Lo dicevo prima: rallentare. A volte perché no, è doveroso fermarsi per poter ascoltare i bisogni su più longitudini, quelli della dirimpettaia, così come quelli del pianeta. E lo abbiamo visto in poche settimane con il Lock Down come la natura si è ripresa i suoi spazi, come il mare e i fiumi hanno smesso di tossire immondizia. Credo che non ci sia alternativa, rallentare, fermarsi e fare.”
Cosa ci puoi raccontare del video che accompagna la canzone?
“Il video è stato realizzato da un giovane videomaker abruzzese, Nicola Calabrese, con il quale ho già collaborato per il videoclip di AUM! (il singolo precedente), e anche questa volta mi sono affidato alla sua verve al suo linguaggio che sento vicino al mio; ed infatti Nicola, ha voluto raccontare attraverso le immagini, alcune sfumature sugli “eccessi”, sui “vizi”, che il più delle volte portano ad un corto circuito, mettendo a repentaglio la vita stessa.”
Possiamo trovare un filo conduttore tra tutte le canzoni del tuo EP?
“Assolutamente sì. Queste canzoni sono nate durante il periodo della pandemia, ed è probabilmente tangibile questo desiderio di lasciarci tutto alle spalle, di riemergere e riprenderci in mano la nostra vita, le nostre giornate, con un bagaglio di esperienza in più che questo periodo ci ha insegnato, sperando che possa essere un monito a fare meglio, a fare il giusto.”
Cosa secondo te accomuna le periferie di Napoli a quelle di NY anni ’80 e ’90?
“Il disagio, l’assenza completa di guide, delle istituzioni; la rabbia e la prepotenza viene fuori anche per questo. Regna la legge del più forte, del più furbo, delle bande. Sono comunità depresse e lasciate il più delle volte senza margini per i cambiamenti“
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Ci sono diverse cose in pentola, quella che più mi sta a cuore è quella di portare la mia musica, quanto prima, in giro per la penisola. E il nuovo anno porterà un mio brano in corto indipendente.”
Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo se tu fossi un piatto che piatto saresti e perché?
““Spaghetti alla Gennaro”, il piatto preferito di Totò, un piatto all’apparenza semplice, con ingredienti mediterranei che bisogna abbinare e dosare bene: acciughe, pane raffermo, pomodorini, basilico e peperoncino… insomma un mix di sapori che inebriano e colorano una giornata.“