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Lobo: Con Farmi racconto la dipendenza affettiva

Lobo: Con Farmi racconto la dipendenza affettiva

Il cantautore pubblica il suo nuovo brano già disponibile su tutte le piattaforme digitali

“Farmi” (ascolta qui) è il nuovo singolo di Lobo, già disponibile su tutte le piattaforme digitali, prodotto da Silvio Siffu e distribuito Artist First.

Il video è stato girato all’interno del liceo artistico Aldo Passoni di Torino che ha accolto con grande entusiasmo il progetto che darà grande visibilità all’istituto. Il video è stato realizzato da Matteo Vasile (Vmaking), giovane e talentuoso videomaker che ha già alle spalle esperienze negli Stati Uniti, dove ha realizzato un video per rapper Ronny J, inoltre ha esperienze a Londra e Dubai.

Marco Picciariello, in arte Lobo, nato a Torino, è un ragazzo di 20 anni con la necessità di fare musica per trasmettere le sue emozioni e farle arrivare alle persone. Da quando la musica è entrata nella sua vita è diventata un tassello importante, il suo unico vero psicologo contro i mali di ogni giorno. Con la sua musica vuole essere vicino alle persone che nella vita hanno passato un periodo buio come lui e dirgli : “Non sei solo”. Tutto parte da quando da piccolino gli viene regalata una console da dj e la curiosità di capire di come si creasse una canzone gli fa scoprire i programmi di produzione audio ed inizia così a produrre per gli amici le prime basi. Col passare del tempo si rende conto di avere molto da raccontare e inizia a produrre le sue prime canzoni. Nasce così “Anxiety”, il suo primo Ep uscito durante la prima quarantena del Covid 19. In questo Ep cerca di descrivere la realtà che ha intorno e raccontare il periodo buio che stava passando, comune a molti giovani nel periodo di pandemia. Dopo il buio c’è sempre la luce ed inizia un nuovo periodo musicale per Lobo che passa dalla emo-trap che troviamo in “Anxiety” alla musica pop-punk che contraddistingue questa sua nuova fase musicale e che si evidenzia molto bene nel suo ultimo nuovo singolo “Farmi”.

Qual è il significato della tua canzone Farmi?

“ In questo brano tratto la dipendenza affettiva nei confronti dell’amore tossico, quell’amore che fa male anziché renderti felice, quell’amore che ti spreme l’anima e ruba tutte le energie, che si trasforma in un ossessione. L’amore tossico di cui si parla nella canzone può essere interpretato come ad esempio quello per una ragazza, per un’amicizia, che ti porta ad averne dipendenza come con una sostanza (alcol, droga,ecc). Come in ogni mia canzone ciò che mi ha ispirato è il mio vissuto e questo brano è nato in un momento nel quale sentivo il bisogno di gridare quello che mi stava accadendo. Magari possono essere utili a qualcuno che può immedesimarsi in quello che vivo e canto e possono servire d’aiuto perché, se ce l’ho fatta io ce la potete fare tutti (ride).” 

Prendono coscienza della propria situazione accorgendosi che accontentare sempre l’altro vuol dire far male a se stessi

“Quando per far contento l’altro devi distruggerti allora non va bene, non è più amore. Questo è un discorso che può anche riferirsi all’amicizia. Quando ho scritto questa canzone stavo vivendo molte amicizie tossiche, Farmi è un titolo crudo ma necessario.”

Del videoclip cosa puoi raccontarci?

“Sul video potrei parlarti per ore ed ore perché il video è stato girato due volte. Dopo averlo girato la prima volta è stata rubata, al videomaker, tutta l’attrezzatura. Ci tengo a ringraziare la Dirigente del liceo artistico Aldo Passoni di Torino perché crede molto nei progetti dei giovani. Il video è stato scritto da me e Paola Giannessi, il mio ufficio stampa. La realizzazione è stata durissima perché, come ti dicevo prima, dopo averlo girato, è stata rubata tutta l’attrezzatura al videomaker e quindi è stato rubato anche il video. A distanza di una settimana abbiamo richiamato tutti ed abbiamo girato di nuovo il video.” 

Mi hai detto prima che hai vissuto amicizie tossiche e quindi le comparse del video come le avete scelte, con quali criteri, hai cercato di trovare comparse che ti ricordassero quelle amicizie tossiche?

“Le scelte le ho fatte  sempre con Paola Giannessi e qualcuno era un mio amico, altri invece non li conoscevo ma ora siamo amici. Non ho scelto le comparse secondo quello che mi hai chiesto ma sarebbe stata una bella idea.” 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Ho scritto tanto in questo periodo e se vogliamo il problema è proprio quello (ride), quindi stiamo decidendo con che cosa uscire. Posso dirti che non è così scontato che il sound della prossima uscita sia uguale a quello di Farmi.”

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Aska: Le mie canzoni sono flussi di coscienza

Aska: Le mie canzoni sono flussi di coscienza

Il cantautore pubblica l’album “Asgard” già disponibile su tutte le piattaforme digitali

Simone Scaccia, in arte Aska, pubblica l’album “Asgard” (ascolta qui) già disponibile su tutte le piattaforme digitali, realizzato dal collettivo “Juicy Music Group”, prodotto da  Kozak e distribuito Artist First.

Simone grazie alla musica, che ha sempre fatto parte della sua vita, riesce ad esprimere se stesso, a raccontare i propri pensieri attraverso storie che prendono spunto da ciò che vive e da ciò che lo circonda. Sin da piccolo, la musica è sempre stata un elemento importante grazie ai suoi genitori che lo hanno cresciuto a pane, Renato Zero ed altri artisti importanti della musica internazionale come ad esempio i Genesis ed i Pink Floyd. Nel 2020 nasce la “Juicy Music Group”, il collettivo creato da Aska e Massimo Moscogiuri, il suo attuale manager, con lo scopo di creare un team in grado di seguire un artista a 360 gradi, team che attualmente conta più di venti professionisti. In contemporanea si dedica alla composizione di nuovi pezzi e alla sua formazione canora frequentando un’accademia di canto.

Con “Asgard” Aska vuole far fare all’ascoltatore un viaggio, toccando diverse tappe della sua esistenza che vanno dall’adolescenza sino ad oggi, attraverso il racconto di storie che, seppur  diverse tra loro,  sono collegate da un filo sottile di esperienze ed emozioni. Un viaggio alla scoperta dell’evoluzione emotiva ed artistica che ha portato Aska ad essere quello che è oggi, un viaggio verso la consapevolezza di se stessi.

Dov’è o meglio che cos’è Asgard?

“Asgard è un viaggio a tappe, simboleggiate dalle canzoni, quelle tappe della mia vita che mi hanno portato ad essere l’artista e la persona che sono oggi. Le mie canzoni sono tutte autobiografiche, ad esempio Milano Goodbye è una traccia che è nata proprio a Milano, quando lavoravo nel marketing e le cose non andavano molto bene, una sera mi sono ritrovato a camminare di notte a piedi da solo a pensare. Le mie canzoni sono flussi di coscienza”

Ne Il mio nome, brano contenuto nell’EP, canti  “Ero in letargo, quasi al tracollo, giuro non mollo” questo segna il momento nel quale hai iniziato a prendere coscienza di te?

“Assolutamente si, perché prima non avevo ancora ben chiara la consapevolezza di me stesso e dei miei mezzi, quindi ero praticamente in letargo ed è stato quindi un giuramento a me stesso che non avrei mollato. 

Canti anche del cielo e del mare che si uniscono, in questo caso fai riferimento alle due parti di te che si uniscono?

“Il parallelismo che hai colto è quello giusto perché mi riferivo alla mia vita artistica e alla mia vita personale e tratta dei problemi che ho avuto all’inizio della mia carriera. In questo caso la mia vita artistica è rappresentata dal cielo perché è la cosa più “alta” che faccio, che eleva il mio spirito. Creare aiuta lo spirito a raggiungere la consapevolezza. Il mare è l’altra mia vita che è molto burrascosa, piena di onde ma anche calma senza onde, dipende dal vento che tira.”

Un’altra canzone contenuta nell’EP è “Posto nel mondo” nella quale racconti la nostra continua ricerca di quel posto giusto che non riusciamo a trovare. Se la risposta alla nostra ricerca fosse semplicemente che il posto giusto siamo noi?

“Questa è una bella riflessione alla quale ci sono arrivato anche io dopo aver fatto molte esperienze e forse il problema del nostro posto nel mondo è proprio quello stato di malessere che ci accompagna sempre e che ci fa sentire sempre fuori posto anche in quei momenti nei quali non avremmo motivo di sentirci così come ad esempio nel pranzo di Natale con tutti i propri familiari che canto nella canzone. Non è importante dove andiamo è importante ricercare noi stessi. Asgard infatti non è un posto fisico, è il proprio posto nel mondo dove ti senti sicuro.”

Tra queste tappe del tuo viaggio qual è quella nella quale racconti i tuoi sogni?

“Sicuramente l’ultima canzone, “Riemergo” dove canto che riemergo solo se canto. Solo facendo ciò che voglio fare mi sento bene. Diciamo che quest’ultima canzone è la canzone del prossimo album presa in prestito (ride). Il mio sogno è arrivare alle persone, trasmettere il mio messaggio agli ascoltatori.”

Hai detto presa in prestito dal prossimo album, quindi cosa ci puoi dire dei tuoi progetti futuri?

“Sicuramente Asgard è un album molto impegnativo sia per me che per il pubblico, ricco di contenuti ed un concetto ben preciso. Per il futuro ho già avuto delle idee sulle quali sto riflettendo, sicuramente usciremo con dei singoli che abbiamo già pronti.”

Asgard track by track

Asgard: E’ qui che inizia il viaggio, questa è la canzone più carica, autocelebrativa, piena di emozioni positive in cui possiamo notare un Aska pronto ad affrontare il tutto con grande entusiasmo, molto carico e pieno di energie, un pezzo molto euforico ed esuberante dalle sonorità vicine allo street.

Il mio nome: è una delle due canzoni più introspettive dell’ep, è molto riflessiva e parla di un Aska più giovane, che ancora non capisce, vive le cose molto di pancia, che si fa tante domande e si ribella nei confronti di tutto ciò che non reputa giusto, non pensandoci più di tanto. Un momento difficile della vita, ma che vive con la consapevolezza che alla fine, in futuro, tutto andrà meglio.

3.00 AM: è la prima canzone d’amore, che può essere per una ragazza, ma anche per la musica o nei confronti di qualcosa che si ama. Racconta quell’amore che ci tiene svegli tutta la notte, a cui si pensa tutti i giorni. La cosa bella è poter esprime quello che in quel momento si prova dentro.

Dimmi il perché: anche questa canzone parla d’amore, un’amore che non è stato contraccambiato o che noi abbiamo messo al centro della nostra vita e poi ci siamo resi conto che non ne valeva la pena. Questo è il problema di tutte quelle persone che come Aska sono passionali e mettono loro stessi in tutto ciò che fanno.

Cammino solo: il racconto di un amore infelice, uno di quegli amori che ci piacciono tanto, ma in realtà ci fanno tanto male, quegli amori che finiscono, ma non abbiamo il coraggio di chiudere definitivamente. Questa chiude il trio delle prime tre canzoni d’amore. Nella prima abbiamo l’innamoramento, nella seconda la delusione e in questa sempre la delusione, ma con una speranza attraverso la quale si lascia una finestrella aperta, ed è proprio per questo motivo che viene messa a metà dell’ep.

Milano Goodbye: scrive “Milano Goodbye” in un periodo difficile della sua vita, nel quale si sentiva solo, vuoto, dove cercava, grazie al raggiungimento di obiettivi, l’appagamento emotivo che poi non arrivava, un periodo in cui pensava che le cose materiali potessero dargli sollievo e riempire quei vuoti. Ma è veramente così? Possiamo stare meglio cercando la soluzione nelle cose e negli altri? La canzone prende spunto da un avvenimento accaduto veramente, in cui Aska, a causa di alcuni disguidi, si è trovato a dover percorrere a piedi con la nebbia una tangenziale per diversi chilometri. Questo il momento in cui, essendo solo e nel totale isolamento, ha potuto riflettere. Come dice in “Milano Goodbye”, quando hai un problema nessuno risponde alla tua richiesta e ti aiuta a risolverlo.

Vicino: torna come tema l’amore e dopo tutte le delusioni delle precedenti relazioni, finalmente un nuovo amore più consapevole e più maturo, ottenuto grazie alle esperienze passate. Come si dice: “ Dopo il temporale torna sempre il sereno”.

Sigarette: questa è un po’ la gemella de Il mio nome, è sempre una canzone introspettiva e ci racconta come è messo Aska a questo punto del viaggio, in base alle esperienze che ha avuto precedentemente. Racconta cosa Aska pensa in quel momento di se stesso, una chiave di lettura di lui come artista.

Posto nel mondo: Quante volte ci siamo sentiti persi? Quante volte ci siamo resi conto che la vita che stavamo vivendo non era quella che avremmo voluto avere? Tante. Anche Aska ha vissuto questo momento di smarrimento dove non riusciva a capire qual era il suo “Posto nel Mondo”. Non riusciva a trovare una sua identità, un posto che lo facesse sentire in pace con se stesso, protetto e non stiamo parlando solo di un posto fisico, ma anche di uno mentale. Ci sono luoghi che dovrebbero essere il nostro posto nel mondo, ma anche lì non ci sentiamo a nostro agio, ci sentiamo come il sole di notte e le scarpe rotte, come racconta nella canzone. Per far fronte a questa situazione le proviamo tutte: “Ho rotto tutte le porte, ballato insieme alla morte” (cit. canzone).

Riemergo: dopo tutto quello che Aska ha passato ed ha raccontato nell’ep, finalmente grazie alla musica riemerge. La consapevolezza che la cosa che stava cercando è il viaggio e che per raggiungere quello a cui vuole arrivare, la costante, che nel viaggio deve essere sempre presente, è la cosa che più ama fare, ovvero la musica. E’ l’ultima traccia dell’ep, che, anziché andarlo a chiudere perché in realtà si chiude con “Posto nel Mondo”, apre la strada ad un altro viaggio.

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Emmegi: Ognuno è libero di essere se stesso basta volerlo

Emmegi: Ognuno è libero di essere se stesso basta volerlo

La nostra estate è la sua canzone pop punk di ribellione contro tutto ciò che ci blocca

Dopo brani dai temi impegnati, Emmegi pubblica un pezzo allegro ed estivo, “La nostra estate” (Orangle Records/Ingrooves), ideata e scritta dalla stessa Emmegi con Nicky Noise e prodotta da Kid Riff. Un tocco di freschezza e spensieratezza dopo il lungo periodo del Covid, che ci ha visti così tutti digitalmente vicini anche e così fisicamente lontani. La cantautrice racconta di un adolescente che, dopo questi anni, vuole ricominciare ad avere la libertà di vivere la vita che purtroppo ha perso. Attraverso il genere pop punk, che indica la ribellione, questa canzone è il voler ribellarsi a tutto ciò che ha bloccato l’adolescente che vuole ricominciare ad innamorarsi senza pensare troppo a ciò che verrà.

Il video è ideato e scritto da Emmegi con Ilaria Fittipaldi. Regia e montaggio: Edoardo Novati. Stylist: Ilaria Fittipaldi. Make up artist: Greta Tavella

Com’è nata questa canzone e qual è il suo significato?

“Questa canzone è nata dall’esperienza che ho vissuto io come tutti i giovani, l’esser stati chiusi per colpa del Covid che ci ha impedito di fare quello che in realtà avremmo voluto. Siamo stati chiusi nel mondo digitale facendo venir meno proprio il contatto fisico e questa canzone è un invito a voler ritrovare il coraggio di vivere a pieno tutte le esperienze.”  

L’esser costretti a non poter vivere tutte queste emozioni ci può aver fatto trovare proprio quel coraggio di cui parli?

“Per tanti sicuramente si, l’esser stati bloccati per tanto tempo rappresenta una spinta più. Molti altri ragazzi oggi si fanno trascinare dall’onda del momento e questo mi dispiace molto perché secondo me se un ragazzo di oggi ascoltasse davvero se stesso riuscirebbe a capire cosa vuole realmente e la sua vita sarebbe diversa. Con questa canzone voglio invitare chi fa fatica a spingersi oltre.”

La canzone si chiama appunto la “nostra” estate anche se nel videoclip che l’accompagna ci sei soltanto tu. Perché questa scelta?

“La canzone parla di un adolescente che sta cercando di comunicare i suoi sentimenti ad un’altra persona. Nel video sembra che le scene avvengano a caso ma non è così, tutto è stato voluto. È il rappresentare che ciò che vogliamo lo possiamo realizzare solo credendoci. Nessuno è nato per essere da solo, nonostante a volte si cerchi proprio la solitudine, perché lì dove non riesce ad arrivare uno ci può arrivare l’altro. Se non hai nessuno con cui farlo allora ci sarà la musica che ti aiuterà.”

Hai detto che sembra che tutto avvenga per caso ed invece non lo è, a questo punto ti chiedo delle scarpe. Ad un certo momento del video si vedono tre paia di scarpe messe in fila e in altri momenti le stesse paia di scarpe vengono divise lasciando quindi solo una scarpa per ogni paio. 

“Ogni cosa che faccio ha sempre un motivo. Le scarpe in particolare è un’idea della mia stylist che io ho abbracciato pienamente. Il senso è sempre la libertà di fare ciò che si vuole come si preferisce ed essere sempre se stessi dimostrandolo nel modo che si vuole. Una canzone può avere diverse interpretazioni e se vuoi mandare un messaggio è giusto farlo nel modo più esplicito possibile.” 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Io sono una persona che sogna tantissimo. Un futuro che vorrei è la stabilità, anche se come artista è difficile trovare una stabilità (ride). Ciò che vorrei è ritrovarmi in toto nella musica, vorrei trovarci la mia identità. Quindi il progetto è raccontare in musica tutte le mie esperienze così che anche altri si possano sentire a casa quando ascoltano la mia musica.”

Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo se tu fossi un piatto che piatto saresti e perchè?

“La pizza, senza alcun dubbio! Fosse per me la mangerei sempre perché la pizza puoi farla in tanti modi diversi ma è sempre la pizza”

Chi è Emmegi

Tutto parte dalla cucina di casa dove la mamma cercava di intrattenerla, mentre preparava la cena, dandole mestoli e mestolini che lei anziché utilizzare per far finta di cucinare usava per suonare la sua batteria immaginaria. Grande gioia arriva quando una batteria giocattolo le viene regalata e da lì gli strumenti musicali non la lasceranno più. Sin dalle elementari inizia a studiare diversi strumenti, chitarra, pianoforte e batteria, ma quello che continua a suonare ancora oggi è il pianoforte. Alle scuole medie raggiunge la madre, che nel frattempo si era trasferita nelle Marche, e conosce un ragazzino della sua età con cui inizia a condividere la passione per la musica e a scrivere i primi brani. Da lì continua a mettere su carta i suoi pensieri. A quattordici anni torna in provincia di Como dal padre e vive con lui sino ai sedici anni, fino a quando lui si trasferisce in Brasile con la nuova compagna. Rimane sola ed inizia per lei un periodo difficile che la porta ad allontanarsi dalla musica fino ai diciannove anni. Tutto riparte grazie al capo animatore di un villaggio in cui lei era andata a lavorare che la sente cantare per caso e le chiede da quella sera di esibirsi negli spettacoli serali. Tornata a casa e presa la maturità, nonostante tutte le difficoltà che la vita le ha messo davanti, riprende con la sua musica. Le sue canzoni negli anni hanno un’evoluzione sino ad arrivare alla Emmegi di oggi, più consapevole della sua musica, che utilizza di più la linea melodica, che continua a raccontare la sua vita e i suoi disagi per arrivare a quelle persone che come lei ne hanno passate tante e grazie alle sue canzoni vuole dire loro: “Non siete soli”. Attraverso le sue canzoni affronta anche temi importanti come la violenza sulle donne e l’omofobia, storie in parte autobiografiche. Dopo tanti brani dai temi impegnati, Emmegi fa uscire un pezzo allegro ed estivo “La Nostra Estate”.