Lorenzo Santangelo: “L’arancio è stata dettata dal cuore”
Il cantautore romano pubblica la sua nuova canzone, raffinata, incisiva e di forte impatto emotivo.
“L’arancio” (Lungomare – Believe) è il nuovo singolo del cantautore romano Lorenzo Santangelo. L’autore, dopo aver vissuto molti anni all’estero, riscopre le sue radici utilizzando per la prima volta il proprio dialetto in un viaggio emozionale che ha come traccia un immaginario monologo del nonno. Il testo del brano, raffinato ed incisivo allo stesso tempo, si sviluppa in un crescendo perfettamente in armonia con la musica, partendo da una tenera immagine di vita quotidiana, seguita da una serie di riflessioni mai banali e di forte impatto emotivo.
Lorenzo Santangelo ha iniziato sin da piccolo a studiare pianoforte. Dopo aver frequentato il conservatorio di Santa Cecilia si avvicina alla forma canzone, affascinato dai grandi cantautori italiani. Nel 2012 scrive un romanzo prima di lasciare l’Italia per trasferirsi in Australia, dove vive 7 anni ottenendo la cittadinanza australiana. Dal 2019 collabora con Radio SBS (la radiotelevisione nazionale australiana) per la quale ha ideato e conduce tutt’oggi la trasmissione settimanale “Parlando di Musica”, giunta ormai alla centesima puntata.
Ascoltando L’arancio, canzone che hai dedicato a tuo nonno, ho avuto come l’impressione che in fin dei conti tuo nonno sei tu, sono io, tuo nonno siamo tutti perché nel testo della canzone ci sono dei momenti che prima o poi passiamo tutti.
“Ci hai preso in pieno mio nonno siamo tutti! Questa canzone racconta un insegnamento di una generazione ad un’altra intesa in senso generale come una che arriva prima dell’altra. È fondamentale la memoria perché dentro c’è la chiave di tutto e in questa canzone penso ci si possa ritrovare chiunque. Io ho sempre avuto un rapporto pessimo con il tempo che va e spesso mi sono trovato ad immaginare la fine e l’ho voluta esorcizzare con questa canzone ed ho immaginato un anziano che sa che il suo tempo è quasi finito e non si riconosce perché non sente l’età che ha realmente perchè lui dentro si è fermato a venti, trenta o quaranta anni. So per certo che una persona anche se non più presente fisicamente non morirà mai finché c’è il ricordo, finché qualcuno la ricorda e per questo l’ho voluta scrivere in onore di mio nonno che nella sua normalità era un grande.”
Questa tua canzone suggerisce come si dovrebbe realmente ascoltare quando una persona comunica con noi. Perché l’ascolto quello vero, quello attivo, è l’unico che ci permette di ascoltare davvero, perché non si ascolta solo con le orecchie ma anche con la mente, guardando negli occhi e soprattutto in silenzio e questa canzone mi evoca proprio questa immagine, tu al tavolo in silenzio ad ascoltare tuo nonno.
“Mi fa davvero tanto piacere che tu te ne sia accorto perché questa è una canzone emozionale e a volte emozionandosi si rischia di perdere di vista altri aspetti come questo che hai appena detto perché, in effetti, nella canzone di mio non dico una parola e questo mi piace tantissimo tu l’abbia notato perché, di fatto, questa canzone è un monologo di mio nonno. Magari, a livello di scrittura, utilizzo mio nonno per dire cose che penso io ma nella canzone è come dici tu, io non dico niente lo ascolto e basta.”
Quando hai scritto questa canzone, in quale occasione?
L’ho scritta un pò più di un anno fa e lo ricordo perché era a cavallo del mio compleanno, il 5 novembre, ed ero stato operato proprio quel giorno all’orecchio, l’ho scritta senza un orecchio (ride) e per questo lo ricorderò per sempre. Credo che alcune canzoni a volte abbiano una magia che non dipende dall’autore e per questa canzone non mi prendo tanti meriti nel senso che è arrivata così dal cuore senza pensarci più di tanto. È stato emozionante crearla, perché solo scrivendo mi sono accorto del legame indissolubile che c’è tra me e mio nonno, che non c’è più da tanti anni, e mi è venuto spontaneo utilizzare il mio dialetto, come si fa in famiglia. È una canzone un po’ strana, non ha la classica struttura “strofa/ritornello”, e di sicuro non strizza l’occhio alla moda. È una canzone onesta, per niente furba, che cerca soltanto di emozionare e di lasciare un segno un po’ più profondo, a prescindere da like e stream”
Canzone che è accompagnata da un video con colori scelti e atmosfere classiche nel quale ci sei soltanto tu con immagini che raccontano perfettamente la canzone
“Sono molto contento di questo video, la scelta di essere da solo è stata dettata dal non voler distrazioni ed è in perfetta armonia con la canzone fin dalla scrittura. Volevano che si pensasse soltanto al testo durante la visione e ascolto del videoclip.”
A cosa stai lavorando adesso?
“Io ho scritto molte canzoni e mi piace realizzare progetti ben strutturati, quindi se devono essere pubblicate c’è bisogno che ci sia una struttura dietro proprio come in questo caso che sono stato fortunato nell’aver trovato qualcuno che ha creduto in questa canzone investendo dei soldi e che ringrazio sempre che è Filippo Raspanti, che è il mio manager e produttore, che ha voluto investire su questa canzone e su un cantautore non più giovanissimo e nel 2022 secondo me è coraggioso.”
Recentemente Lorenzo Santangelo si è aggiudicato la vittoria nella sezione Musica alla XX edizione del Premio Fabrizio De Andrè all’Auditorium Parco della Musica di Roma portando live il suo ultimo singolo “L’arancio”, accompagnato da Riccardo Cherubini e Sandro Paoli (produttore e arrangiatore del pezzo). Oltre alla prestigiosa Targa, Lorenzo ha vinto un assegno da € 10.000 da Nuovo IMAIE per la realizzazione di un live tour di almeno 6 concerti.
“Vincere il premio dedicato a quello che nell’immaginario collettivo è considerato IL cantautore per eccellenza – ha dichiarato Lorenzo – ha un significato davvero molto importante per me. E vincerlo con questo pezzo, “L’arancio”, vale ancora di più, perché è un pezzo vero, scritto con il cuore. Fabrizio De André ci ha lasciato un patrimonio inestimabile e vedere il mio nome associato in qualche modo al suo mi mette i brividi”.
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