Isotta: "Bambola di pezza è un invito ad innamorarsi di sé"

Isotta:”Bambola di pezza è un invito ad innamorarsi di sé”

La cantautrice senese pubblica il suo nuovo brano in vista dell’album di debutto.

Fermi ed immobili intrappolati in una relazione tossica incapaci di reagire, l’essere vittima di quel carnefice che arriviamo, a volte, addirittura a giustificare pensando di essere noi a sbagliare, capace di ingenerare sensi di colpa che contribuiscono ancor più a lacerare le ferite che ci provoca. Ferite fisiche e psicologiche difficili da richiudere, fino a quando non siamo noi a decidere di reagire accendendo il fuoco che brucia dentro noi così da rinascere come la fenice simbolo di chi, nelle difficoltà, riesce a trovare la forza di reagire. 

È online su YouTube anche il videoclip con la regia di Renato Nassi.

Proprio come ci racconta Isotta nel suo nuovo brano “Bambola di pezza”  (Women Female Label & Arts/Artist First), disponibile in digitale https://Isotta.lnk.to/Bamboladipezza, scritto dalla stessa Isotta con Pio Stefanini e prodotta dallo stesso Pio Stefanini che è un inno contro la violenza sulle donne e la violenza contro ogni essere umano in generale ed è un invito ad innamorarsi della della propria ribellione e quindi ad innamorarsi di sé perché “Amare sé stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta una vita” (Oscar Wilde). 

Isotta Carapelli, in arte Isotta, è una cantautrice nata a Siena dalla voce “romantic dark” , tra le prime donne a far parte del nuovo progetto discografico Women Female Label & Arts vincitrice del Premio Bianca D’Aponte 2021 insieme alla menzione per la miglior musica grazie alla sua “Io”, (https://isotta.lnk.to/Io_),  ci ha raccontato la sua “Bambola di pezza”

In questa tua nuova canzone, Bambola di pezza, usi la metafora della bambola quale trofeo da vincere in una giostra di un Luna Park di paese che non può ribellarsi al divertimento del giostraio, per parlarci di violenza di genere.

“La bambola vuole dare l’impressione di immobilismo verso una violenza che può essere intesa sia in senso fisico che psicologico. Questa è la prima canzone in cui parlo di una relazione d’amore ma intesa come un amore tossico e la bambola è un invito a cercare di cucirsi addosso la propria bambola e cioè cercare di essere quello che si è. Racconto anche di questa violenza subdola che il giostraio o di chi per lui fa sulla vittima che, magari innamorata, permette di fare un pò di tutto. Un amore tossico che ti immobilizza e intrappola in una situazione nella quale sei talmente preso da una persona che non hai la lucidità per comprendere che ti sta facendo del male o anche se lo capisci cerchi ugualmente di restargli attaccato perchè l’amore può farti vedere le cose come realmente non sono fino a far mettere in dubbio te stessa, proprio perché vedi l’altro come non è e lo vedi come un essere “superiore” non riuscendo a ribellarti. Bambola di pezza è un invito alla ribellione e ad innamorarsi della ribellione e quindi di noi stessi.”

Con “Io” hai iniziato a raccontare un po ‘ di te, poi hai proseguito con “Palla avvelenata”. Voglio chiederti quanto di autobiografico c’è in Bambola di pezza? 

“Si, anche in questo brano c’è qualcosa di autobiografico circa una violenza psicologica passata che mi ha spinto a scrivere questa canzone. Uso le canzoni un pò come catarsi. Cerco di scrivere in modo da buttare fuori tutto ciò che mi fa soffrire. Sono parti di me che cantandole riesco ad affrontare sempre di più. Un pensiero quando lo scrivi lo vedi e lo riesci a vedere dall’esterno. Anche quando ascolto la canzone riesco a vedermi in modo diverso, ho questa sensazione.”      

La copertina del singolo vede ricucire una ferita, uno strappo, che lascerà una cicatrice che resterà visibile e ci ricorderà e racconterà cosa ci è successo?

“Esatto, per me la cicatrice è un modo per ricordarsi di una esperienza, intesa più in senso emotivo. È un pò il ricucire una ferita o anche inteso come il cucirsi addosso i vestiti che stanno meglio, è il cucirsi della propria pelle ed ho considerato proprio questo quando ho pensato alla copertina del singolo.”

Cosa ci racconti del video che accompagna la canzone?

“Di questo video, come tanti altri, insieme al regista Roberto Nassi ne ho seguito tutto il montaggio. Con lui scegliamo anche insieme la sceneggiatura e le coreografie. Mi piace tantissimo partecipare a tutte le fasi della produzione della canzone, anche del video perché oggi il video è importante quanto la canzone. La scelta di far partecipare nel videoclip più persone di etnie diverse nasce dal presupposto di raccontare non solo la violenza sulle donne ma la violenza in generale, perché la violenza sull’essere umano riguarda tutte le culture”.  

Tutte le tue canzoni hanno un colore, “Io” è blu, “Palla avvelenata” è giallo ocra, “Bambola di pezza” è rosso porpora e la prossima canzone che colore sarà?   

“La prossima è bianca ed uscirà l’8 Marzo. Gireremo anche il video di questa canzone e sarà il singolo che lancerà poi il mio album di debutto in uscita il prossimo mese di aprile. Tra i miei impegni imminenti ci saranno le audizioni a Musicultura 2022”

www.instagram.com/therealisotta_/

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