FRE: Nessuna emozione è il vuoto interiore

FRE: Nessuna Emozione è il vuoto interiore

FRE insieme a Young Signorino pubblica Nessuna Emozione il nuovo brano già disponibile in radio e in digitale

“Nessuna Emozione”, (https://orcd.co/nessunaemozione) è il nuovo brano del poliedrico rapper milanese FRE con il trapper Young Signorino, distribuito da The Orchard.

La regia del video è di Spike Comics aka Mattia Scafetti, mentre le animazioni e l’editing sono a cura di Valeria Fusco e Marta Santarelli.

FRE, all’anagrafe Francis Adesanya, è un rapper italiano di origine nigeriana. Nato a Chieti ma cresciuto a Milano, Francis fin da piccolo si divide tra periferia e città coltivando una grande passione per la musica, a cui inizia a dedicarsi producendo i primi mixtape ed esibendosi in piccoli locali. La sua carriera comincia ufficialmente nel 2005, quando entra con suo fratello a far parte di un gruppo, che gli apre la strada a diverse collaborazioni con icone del panorama hip hop Italiano come Vacca, Dj Fede degli Atipici Torino, Ronnie Jones, Vincenzo da Via Anfossi, Tormento e Bassi Maestro, che stimolano Fre a maturare artisticamente e tecnicamente. Nel 2020 partecipa con Shade ad una puntata di MTV con l’autore Daniele Castrogiovanni e lo stesso anno pubblica il suo primo album da solista Gomorrista, che supera il milione di stream su Spotify. Dall’album vengono estratti i singoli “Pasta&Flow” e “Influencer”, ad oggi con oltre 1 milione di visualizzazioni su Youtube. A febbraio 2020 esce “Sott’acqua”, brano che è un chiaro riferimento alla pandemia ed alla difficile situazione socioeconomica, esortando a non smettere di sognare ed a non darsi mai per vinti. La canzone supera ampiamente il milione di visualizzazioni su YouTube, ripagando l’impegno dell’artista.  Seguono i singoli “Un’estate da bere” feat. Ivan Granatino e Xonous , “Farsi Male” con Caneda, “Nevica” e Blu feat. Annalisa Minetti.

“Nessuna Emozione”, prodotta da FRE, è una canzone che parla di amore e dolore, un richiamo costante al desiderio di ricevere affetto e colmare i vuoti interiori, la ricerca di tale sentimento può portare a una crescita personale, anche se attraverso momenti difficili. L’intervento di Young Signorino aggiunge un ulteriore strato di spessore alle liriche. Egli descrive la sua lotta personale con l’emozionalità e la necessità di trovare un sollievo seppur temporaneo.

Le canzoni, l’arte in generale, arrivano a noi per mezzo delle vibrazioni delle emozioni e mi ha incuriosito il titolo della tua canzone che è “Nessuna emozione”. Un contrasto raccontato nella canzone ed anche nel video con due finestre opposte in cui in una piove e nell’altra c’è il sole.

“Ho raccontato un momento che può capitare nella vita, quando ti senti apatico, non ti va di fare nulla, un momento oscuro di vuoto interiore, appunto senza emozioni. Proprio quando sei in questa fase poi arriva la luce e ci vuole proprio quel momento di dolore per far uscire la carica e andare avanti e questa canzone è stata scritta proprio in un periodo così, in un periodo buio. Le altre mie tracce non sono così sad ma questa è uscita in modo molto naturale. In realtà prima si sarebbe dovuta chiamare Piove, perché il ritornello richiamava spesso la parola, poi abbiamo deciso per Nessuna Emozione per renderla il più realistica possibile.”

Proprio parlando di vuoto io ho questa immagine di amore come un buco nero il quale  attira verso se tutte le vibrazioni delle emozioni e si colma di esse. In questa canzone c’è un forte contrasto tra dolore e amore, pioggia e sole e ciò che ho percepito è che al di là di ciò che c’è fuori quello che è realmente importante è cosa o meglio chi c’è al centro e cioè noi stessi. Infatti nel video ci sono due finestre ai lati opposti di una stanza, in una c’è il sole, nell’altra piove ed al centro ci sei tu e Young Signorino a simboleggiare l’essere noi al centro dei nostri pensieri, è l’amore per se stessi. 

“Esattamente, proprio così! Inizialmente avevamo pensato di realizzare un video ufficiale, ne avevo anche parlato con Young e mi aveva detto di si, poi parlando con un amico, Spike Comics, la prima idea che ci è venuta in mente era proprio le due finestre di cui parlavi prima, quindi questo contrasto delle due emozioni. Poi abbiamo pensato alla piovra che esce fuori dal mobile a simboleggiare tutto ciò che conserviamo nel cassetto. L’idea di essere disegnato mi era sempre piaciuta e lui ha usato dei colori molto belli che rispecchiamo l’atmosfera sad del pezzo ed abbiamo deciso di farlo uscire così”.

La piovra che tenta di uscire, come a dire che per quanto i sogni possano essere chiusi in un cassetto tenteranno sempre di uscire per essere realizzati. Perché in fondo un sogno smette di esistere quando siamo noi a non crederci più

“Esatto e sono tremendi quei sogni perché sono quelli che ti fanno stare male perchè poi quel sogno lo vuoi realizzare e devi lottare con il tempo!”

La collaborazione con Young Signorino com’è nata?  

“È nata in modo casuale. Mentre ascoltavo musica, nei consigliati, trovo un video di Young e così gli ho scritto subito. Gli ho mandato un messaggio dicendogli la mia idea e mi ha risposto subito chiedendomi di voler ascoltare la traccia e nel giro di poche settimane l’abbiamo messa giù. Ognuno ha scritto la sua parte del testo e ci siamo subito resi conto che combaciavano perfettamente, è stato tutto molto lineare. Poi gli è venuto in mente di inserire l’intro e in tre settimane avevamo il pezzo pronto.”

Nella canzone canti “Cercherò amore ma tanto lo so che sarà dolore”, perchè?

“Nel dolore è il posto più facile dove mettersi, sei nel silenzio e nel buio. A me sembra che tutti  soffriamo sempre e cerchiamo l’affetto e le situazioni che ci fanno sorridere per stare meglio. Ma oggi è tutto più faticoso, la società, le persone sono diventate più fredde rispetto a prima o perché, quando eravamo più piccoli, tutto era più semplice. Quando si provano delle sensazioni negative, queste, vanno compensate in qualche modo cercando l’amore nelle persone, negli affetti e negli amici anche se poi gli amici veri sono davvero molto pochi. «Vedi?»  Alla fine torna sempre quella nota un po’ triste.”

Il dolore ci dà più tempo per pensare perché sembra farlo scorrere in modo più lento, la felicità lo accelera.

“A me capita di provare più emozioni quando piove o il cielo è grigio che quando c’è il sole. Ho tracce che parlano del sociale, mantenendo vivi quei contenuti del rap. Molti ragazzi, che si pensa non ascoltino, in realtà ascoltano tantissimo quello che dici prendendo anche spunto. Qualcuno mi ha anche scritto dicendo che si è ritrovato nelle mie canzoni e quindi penso che in qualche modo siamo circondati un po’ dal dolore.” 

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“In punta di piedi, con Annalisa Minetti, stiamo ultimando la candidatura per presentarci in coppia al prossimo Festival di Sanremo. Abbiamo un ottimo produttore che è Emilio Bunda ed abbiamo creato una squadra molto valida, cercheremo quindi di essere molto interessanti per Sanremo. Poi abbiamo altri progetti in uscita e parlando di sogni e tempo siamo in un periodo in cui devi essere molto rapido nella pubblicazione dei brani. Appena esci con una canzone devi essere pronto per l’altra quindi stiamo programmando le prossime uscite e lo staff che ho è molto valido. Siamo ancora sulla salita e dobbiamo continuare a lavorare.”

Gio Cristiano: un ritorno all'essenziale

Gio Cristiano: un ritorno all’essenziale

Gio Cristiano pubblica il suo nuovo album Del blue (ed altre essenze), già disponibile su tutte le piattaforme digitali

“Del blue (ed altre essenze)” è il nuovo album di Gio Critsiano prodotto da Aspro Cuore composto da otto composizioni originali che sono tutte intensamente intrise di quel sound mediterraneo che mescola negritudine (ovviamente a metà!) e melodia partenopea, jazz, jazz-rock e pop(ular) song.

Il disco rappresenta un pieno ritorno al sound mediterraneo del chitarrista e songwriter partenopeo, da sempre ammaliato dalla grande produzione musicale mediterranea ed in particolare partenopea.Con questo nuovo lavoro, Gio Cristiano ritorna dalle profonde immersioni nella “black music più viscerale e innovativa” (cit il Mattino) del disco “Voodoo Miles” (scritto a quattro mani con il vocalist newyorkese Dean Bowman) e rimescola le sperimentazioni soul-gospel-jazz con la grande tradizione melodica partenopea e l’universo armonico della tradizione jazzistica afro-mediterranea.

Quali essenze sono presenti nell’album?

“È presente ciò che è essenziale, ho pensato agli affetti anche a quelli che non ci sono più ed essenziale  è anche la melodia. Il disco contiene dei brani nella forma canonica della canzone, le altre sono quasi delle prese dirette, quasi come in un live. Sentivo il bisogno dell’essenza della freschezza del concerto dal vivo, una take e via. Anche l’improvvisazione è un’altra delle essenze perché è una forma di composizione estemporanea nella quale i processi razionali vengono totalmente messi da parte.”     

Una canzone riesce a comunicare anche senza le parole, riesce comunque a far vibrare le emozioni.

“Concordo su tutto e ritengo che la forma più pura di comunicazione musicale sia quella strumentale che prescinde da un testo e da un significato facilmente codificabile dell’ascoltatore. Il brano strumentale permette all’ascoltatore, con uno sforzo di fantasia, di attribuire delle immagini a quei suoni, basti pensare alle colonne sonore dei grandi film. Il processo di produzione di un testo per me deve essere molto simile al processo improvvisativo quindi tutto il processo deve essere naturale. Ad esempio Pino Daniele usa la parola come un suono, lo stesso Lucio Dalla.”     

Quanto un brano risente dello stato d’animo di chi la sta suonando in quel preciso istante?

“Nella stessa sessione suono il brano tre volte, già dalla seconda sessione si inizia a ragionare, poi nella terza ancora di più. Ogni esecuzione risente dello stato d’animo dell’artista, se ad esempio quel giorno sono in riva al mare è un conto se sono in un club sia ha un’altra sensazione, se sono in streaming è un altro mood. Se sei disposto a rischiare lasciandoti andare allora una sessione è diversa dall’altra.”

Quindi questo album è anche un racconto dei tuoi stati d’animo

“Ddoje parole blues ad esempio è nato da un momento melanconico pensando ad una persona che ho perso. La fase iniziale delle mie canzoni, la fase di ispirazione, per me deve essere totalmente libera e più sono fuori da una possibile codifica più sono felice e più sento che sono mie.”       

Nel nuovo progetto emergono, tra le sei composizioni strumentali, anche due canzoni d’autore scritte ed interpretate dallo stesso Gio Cristiano con la sua voce profonda da crooner mediterraneo.In tutto il disco i temi centrali di “sirena” e “ddoje parole blues” – due sole tracce non totalmente strumentali – vengono rievocati, rielaborati, reinterpretati dal quartetto in un continuo gioco di richiami e citazioni.La canzone è racconto a sé stante, ma al contempo fascinazione per nuove immagini, nuove storie, che a partire dai temi principali, vengono improvvisate e reinventate nelle versioni reprise ed instrumental.

Altre quattro composizioni strumentali vanno a completare l’opera: “Blue quintessenziale”, unico spaccato blues (chiaramente mediterraneo) del disco; “Piazza Miraggio”, un tango con fortissime influenze arabeggianti; “Morgana”, gioco di illusioni e rielaborazioni che plasmano – cavalcando un ostinato di basso – il ritmo del tango fino a riportarlo su lidi nostrani; “Terra!” composizione per trio dai colori del jazz-rock modale post Davisiano, brano dai toni acidi le cui immagini richiamano quel mediterraneo inteso come sogno di speranza per molti disperati.

Il disco è sospinto dal drumming gravido di groove della batteria e delle percussioni di Angelo Calabrese (che in alcuni brani ibrida il set con una darbouka), sin dalle prime note si evidenzia la grande intesa ed il giusto interplay con la chitarra di Gio Cristiano e con il resto della band. Il pianismo elegante di Marco Ciardiello – elemento di novità in una band i cui meccanismi sono già stati rodati nel progetto parallelo Voodoo Miles – sposa perfettamente la visione armonica del compositore ed impreziosisce ogni brano con interventi solistici che fanno da contraltare alle linee essenziali, a tratti suadenti, a tratti graffianti del “chitarrista hendrixiano di matrice jazzistica” (cit La Repubblica). A sostenere tutto il complesso impianto armonico e ritmico delle otto composizioni sono le frequenze basse del giovane e talentuoso bassista elettrico Francesco Girardi.

“Del blue (ed altre essenze)” nel suo complesso è un crossover di elementi di jazz, funky, pop(ular) song, jazz-rock modale, melodia mediterranea, canzone d’autore ed improvvisazione.

“Del blue (ed altre essenze)” è stato registrato presso Aspro Cuore Studio, missato e masterizzato da Marco Ciardiello e Gio Cristiano, che si è occupato anche dei testi e musica. Nel disco hanno suonato Gio Cristiano (chitarre e voce), Marco Ciardiello (pianoforte e tastiere), Angelo Calabrese (batteria), Francesco Girardi (basso) e Roberta di Palma (cori). Credits copertina Francesco Berriola.

TRACKLIST:

  • Ddoje parole blues
  • Blue quintessenziale (instrumental)
  • Sirena
  • Miraggio (instrumental)
  • Morgana (instrumental)
  • Sirena reprise (instrumental)
  • Terra! (instrumental)
  • Ddoje parole blues (instrumental)

Biografia

Gio Cristiano è un chitarrista, cantautore e producer napoletano. Laureato in musica jazz e Scienze Politiche. La Repubblica lo ha definito “Un chitarrista funk/jazz di matrice hendrixiana” mentre Radio 3 lo identifica come “frutto dell’incrocio del mondo arabo-mediterraneo con la tradizione jazzistica”. Fondatore di Aspro Cuore, centro di produzione e formazione musicale ed etichetta discografica. Come producer cura le produzioni di molti artisti emergenti.  Come chitarrista, lavora principalmente nel circuito dei festival jazz e blues italiani. (Sant’Anna Arresi Jazz festival, Eddie Lang Jazz Festival etc). Ha suonato con diversi artisti della scena musicale internazionale, tra i quali gli statunitensi Dean Bowman (con il quale ha realizzato il disco Voodoo Miles), Reggie Washington, Hamid Drake. Con il sassofonista Daniele Sepe ha partecipato alla realizzazione del disco live Direction Zappa. Con “Del blue (ed altre essenze)” il suo ultimo progetto discografico ha tracciato una linea di connessione tra le esperienze americane ed i linguaggi originari della musica napoletana moderna.

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Namida: Cristalli è la paura ad aprirsi

Namida: Cristalli è la paura ad aprirsi

Cristalli, il nuovo singolo della cantautrice punk rock Namida, è disponibile sulle piattaforme di streaming digitale ed in rotazione radiofonica.

“Cristalli” (Matilde Dischi), è il nuovo singolo della cantautrice punk rock Namida disponibile sulle piattaforme di streaming digitale ed in rotazione radiofonica.

Claudia Pregnolato, in arte Namida, (Torino, 20 febbraio 2000) è una cantautrice punk rock dal sapore internazionale. La sua voce calda e potente è il marchio di fabbrica del suo primo progetto discografico che tocca sonorità sperimentali senza dimenticare la melodia italiana. Si avvicina alla musica da molto piccola e infatti, all’età di 6 anni, si esibisce per la prima volta su un palco, partecipando ad alcuni concorsi canori della provincia. Namida, artista pungente che riesce a mischiare, allo stesso tempo, cattiveria e dolcezza trasportandovi in un meraviglioso viaggio fatto di istinto, colori ed emozioni contrastanti è vincitrice di Area Sanremo 2021, finalista al Festival di Castrocaro e  finalista di The Voice of Italy 2018. 

Cristalli è un brano che racconta una storia vera vissuta non solo da Namida ma da molti. Parla della paura di innamorarsi e di lasciarsi andare davanti ai sentimenti soprattutto quando sono talmente forti da spaccarti le ossa. Namida lo racconta su una musica potente, che fa ballare per far immergere gli ascoltatori nel Setting in cui ha dovuto fare i conti con la realtà: dall’amore non puoi scappare, devi solo lasciarti trasportare. 

Il pezzo è stato scritto da Claudia Pregnolato (Namida) e da Gianmarco Grande che si è occupato anche della produzione.

Cristalli è nata da un’esperienza personale o hai immaginato  come ti saresti comportata se ti fossi trovata in una situazione simile?

“Questa canzone è un ibrido tra una storia vera ed il frutto della mia immaginazione. Tutti nella vita abbiamo conosciuto quella persona che ci ha fatto provare delle emozioni ma con la quale, all’inizio, abbiamo avuto paura ad aprirci. L’ambientazione della canzone invece è un qualcosa che ho creato nella mia mente, come ad esempio il ballare in spiaggia. La situazione in sé è una situazione che ho vissuto.

La stessa paura che provi ad aprirti con una persona è la stessa paura che si può provare ad aprirsi con chi ascolta la canzone?

“Sto imparando a non averla e  sto cercando di capire come scavare dentro di me. Nel momento in cui scaverò nel profondo allora sentirò la paura di far ascoltare agli altri quello che ho trovato ma se ho scelto di scrivere canzoni e di renderle fruibili a tutti è perché così, anche chi le ascolta, possa rispecchiarsi nella mia storia. A volte pensiamo che ciò che viviamo non sia importante invece riesce a colpire anche altre persone.”    

Guardando la copertina del brano ho visto un occhio con intorno dei tagli, è come se quell’occhio provasse dolore e visto che gli occhi sono lo specchio dell’anima allora è come se quei tagli e quel dolore fossero tagli e dolore dell’anima. 

“Bellissima interpretazione! L’idea era di fare un qualcosa di psichedelico, i colori sono particolari e se noti l’occhio si sta sciogliendo, nell’occhio c’è la paura e poi Cristalli era anche un riferimento alla droga. Questo è il bello della musica, io scrivo una canzone che significa qualcosa per me poi gli altri possono percepire qualcos’altro che dipende anche dal loro vissuto, dando quindi un significato diverso.”     

Le tue canzoni nascono in seguito a…

“Solitamente ad emozioni negative (ride) come la rabbia, la tristezza, la paura e poi io le trasformo con la musica in sensazioni positive perché io, di base, sono una persona molto solare. Analizzo la vita con gli occhi di una ragazza di 23 anni che a volte non vede tutto bellissimo (ride).”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Stiamo lavorando ad altri singoli e ad un album che uscirà dopo l’estate e sarà come una chiusura di un cerchio. Poi sarà come immergersi in un’altra dimensione perché io ho in mente già il prossimo album. A questi singoli sto lavorando da un anno e mezzo e in un anno e mezzo tante cose cambiano, in primis te stesso, ci sono storie nuove da raccontare. Adesso stiamo lavorando anche molto alla dimensione live, abbiamo già avuto un po’ di date e andremo avanti così fino a Settembre.”  

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Giulia Pratelli: La musica colma le distanze della vita

Giulia Pratelli: La musica colma le distanze della vita

Tutt i Santi è il nuovo Ep di Giulia Pratelli già disponibile sulle piattaforme digitali

È disponibile su tutte le piattaforme di streaming “Tutti i Santi” (Blackcandy Produzioni), nuovo ep di Giulia Pratelli dal quale è estratto l’omonimo singolo in rotazione radiofonica.

Giulia Pratelli, che ha più volte attirato l’attenzione di grandi artisti quali Fiorello (che dal 2014 l’ha accolta nel cast della sua Edicola Fiore), Enrico Ruggeri e Grazia De Michele, negli anni è stata ospite nel concerto di Marco Masini, mentre ha aperto i live di Edoardo Bennato, Diodato e Mirkoeilcane. Nel 2018 crea e organizza “Come è profondo il mare”, uno spettacolo in omaggio alla musica di Lucio Dalla che la porta a cantare nei teatri e locali italiani insieme a Tommaso Novi, Giorgio Mannucci e Luca Guidi. Nell’estate 2020. A gennaio 2022 esce l’album “Nel mio stomaco” anticipato dal singolo “Qualcuno che ti vuole bene” feat. Bianco.

“Tutti i santI” è un piccolo EP homemade, che contiene due brani inediti “Tutti i santi” e “Come stai” e una nuova versione di “Nodi” (già contenuta in TUTTO BENE, 2017) interpretata qui in duetto con Setak, cantautore abruzzese e amico di Giulia. I tre pezzi sperimentano sfaccettature diverse dello stesso tema: la distanza.  Il lavoro, prodotto e arrangiato da Luca Guidi, è breve ma intenso e in esso le canzoni di Giulia si affidano a sfumature nuove e atmosfere sospese, che ruotano attorno alla chitarra, elettrica e acustica. 

“Tutti i santi” è un brano che prova in qualche modo a descrivere la distanza più difficile da misurare e raccontare che è probabilmente quella che ci separa da chi se n’è andato per sempre, spalancando una piccola crepa affinché da questa possano entrare (e uscire) i sentimenti, i ricordi, la rabbia, la nostalgia e tutte le imprecazioni possibili. Un piccolo percorso per ritrovare quella voglia di cantare che in certi momenti ci abbandona ma poi, in un modo o in un altro, ritorna. 

Ascoltando Tutti i Santi ho pensato a  quei momenti della vita nei quali hai solo voglia di lasciare tutto e non perché hai perso fiducia in te stesso ma hai perso la voglia di fare anche ciò che più ami fare. Capita un qualcosa che ti porta a soffrire e quella sofferenza ti fa perdere la voglia ma è solo una sensazione passeggera che, pur andando via, ti lascia una ferita.

“Il significato della canzone è proprio questo che hai detto, nella mia esperienza riguarda la perdita di un’amica per un problema di salute grave ed è stata una perdita rapidissima e prematura vista la sua giovane età. Capitano, quindi, quei momenti che dicevi tu e ti senti sopraffatta da un qualcosa che è più grande di te, che non ha spiegazione ed è anche inutile cercarla e che ti fa passare la voglia di fare le cose che ti tengono anche vivo. Con questa canzone ho voluto provare a raccontare questa mia esperienza. La voglia di fare ciò che ami deve tornare proprio per vivere appieno le nostre giornate ed il tempo che abbiamo.” 

Tutto questo ti porta a comprendere ancora di più l’importanza del trascorrere dei singoli attimi della vita. Apprezzando ancora di più il presente si riesce a riempire quegli attimi del tempo che diversamente sarebbero vuoti. 

“Esattamente è proprio così, noi ci accorgiamo di tutto ciò solo dopo che avviene qualcosa che ci spaventa. Se imparassimo a vivere le cose nel momento in cui ci sono, dando il valore che hanno, la nostra vita sarebbe più completa.”

In “Come stai” canti che in un labirinto non è importante la via d’uscita ma trovare il centro. Questo labirinto possiamo intenderlo come la vita o come noi stessi quindi diventa importante trovare il centro di noi stessi perché, trovandolo, ci permette di superare proprio quella sensazione di voler mollare tutto che canti in Tutti i santi.

“È proprio così ed è un percorso faticoso che ci dà la conoscenza di noi stessi. Lo canto come se fosse semplice (ride) ma in realtà, conoscere se stessi,  non è proprio così semplice (ride). Quantomeno provarci è importante soprattutto in un periodo come questo che ci vede sempre di corsa e ci chiede di dover essere sempre prestanti e rapidi. Quindi è importante trovare il centro del labirinto, fermarsi e capire che al centro ci sono aspetti di noi stessi che vale la pena conoscere.”   

Magari al centro del labirinto si nasconde la parte peggiore di noi, quella parte che tendiamo sempre a nascondere, con la quale invece dovremmo dialogare proprio perché così si può avere una visione completa del nostro essere. 

“Sono assolutamente d’accordo! Anche se non mi piace autocitarmi, quando parlavi mi è venuta in mente “A memoria” che è una canzone contenuta nel mio precedente album, che dice: “io resto il peggio di me tu resta con me”. Nel senso che il peggio di me fa parte di me e per restare insieme ad un’altra persona è necessario che anche quest’ultima la conosca. Magari può capitare che quello che noi vediamo essere il peggio di noi stessi, visto da fuori, è molto più gentile. Conoscere la parte peggiore di noi ci può permettere anche di migliorarla.” 

In Come stai canti “Come te la immagini la felicità?”. Tu come te la immagini la felicità?

“Me la immagino vicino al mare e molto simile alla serenità. Più cresco e più sto rivalutando il concetto di serenità che non è una assenza di pensieri ma è una pace di fondo che è data dall’aver raggiunto un equilibrio nella vita e dall’avere raggiunto la conoscenza di se stessi, di quello che ci piace fare, di dove vogliamo arrivare e l’esserci anche un po’ arrivati.”   

Tra le canzoni dell’Ep esiste una linea che le lega?

“Si c’è e mi ha sorpreso accorgermene perché sono tre canzoni che sono nate in periodi molto diversi tra loro. Mi sono resa conto che tutte e tre raccontavano la distanza. In Tutti i Santi c’è una distanza irrimediabile, in Come stai c’è una distanza che si può colmare ma che in quel momento non si riesce a colmare e in Nodi c’è una distanza di cui siamo consapevoli.”  

Sulla copertina dell’ep cosa ci puoi raccontare?

“È stata disegnata da Disegnacci, nome d’arte di Riccardo Pratesi, che ha voluto giocare, conoscendo la mia passione per la storia, con una vetrata medievale ed un insieme di elementi che vogliono veicolare un messaggio più complesso, sono elementi che raccontano il disco. Ci sono io con uno strumento medievale, i microfoni a simboleggiare la registrazione dell’ep e il palazzo perché questo progetto è stato interamente registrato a casa e poi intorno alla mia figura ci sono un insieme di piccoli nodi che ricordano la terza traccia dell’ep.”  

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MonnaElisa: in Caffè canto il bisogno di leggerezza

MonnaElisa: in Caffè canto il bisogno di leggerezza

Caffè il nuovo singolo di MonnaElisa, artista prodotta da Joseba Label, è disponibile su tutte le piattaforme digitali. 

Il videoclip di “Caffè” è stato registrato in uno scenario statico, un semplice divano, in un modo però molto dinamico. Dall’inizio alla fine si può seguire infatti il cambiamento, il graduale approccio, tra i due protagonisti, interpreti di un amore in cui vengono esaltati pregi e difetti.

Elisa Malpezzi, in arte MonnaElisa, cantautrice, rocker, nostalgica, sicuramente ribelle è cresciuta con le sue chitarre, ancora tutte colorate, piene di adesivi, come a volerle ricordare ogni esperienza, ogni tappa musicale, ogni mano stretta. Alla fine del 2023 partecipa ad AreaSanremo, vincendo con il brano “Gaia”. 

Caffè è un brano leggero che parla però di un amore turbolento, quello dove vengono esaltati pregi e difetti, dove si osserva ogni minimo dettaglio del partner, dal contestare il fatto di non mettere zucchero nel caffè al conoscere perfettamente il colore dei suoi occhi. È una canzone che mette in risalto il contrasto tra “me” e “te”, dove la diversità a volte stride e altre invece è quella scintilla che accende il fuoco, che ci permette di amare, di essere reali.

L’ascolto della tua canzone mi ha fatto venire in mente che, a volte, ci facciamo troppe domande, sia rivolte all’altra persona sia a noi stessi. In realtà le anime non hanno bisogno di fare troppe domande, perché le anime sanno comunicare tra loro, le anime comunicano anche attraverso le sensazioni che ci provoca l’altra persona.

“Si, è proprio questo il senso. In amore si guardano sia i pregi che i difetti e ad un certo punto, quando il rapporto diventa troppo pesante, si dà peso ai difetti e si contesta anche ciò che è futile, come ad esempio canto nella canzone, il non mettere lo zucchero nel caffè. In Caffè canto un amore che vede i protagonisti crescere insieme e amarsi per quello che sono senza farsi troppe domande, soltanto guardandosi, toccandosi e sfiorandosi. Questo è ben visibile nel video che accompagna la canzone infatti io divento Drag King e il mio lui Drag Queen, quindi ci si ama e basta.”

In questa canzone ho ascoltato un contrasto, un testo forte accompagnato da una melodia spensierata, contrasto che ho visto anche nel video del quale parlavamo prima.

“Hai colto esattamente ciò che voglio trasmettere. Quando faccio delle musiche più concentrate alleggerisco i testi invece quando mi rendo conto di avere dei testi che sono pesanti, alleggerisco la canzone dandole spensieratezza perché voglio comunque che il messaggio arrivi sempre in modo diretto e chiaro. Anche attraverso il video ho voluto fare la stessa cosa trattando un tema che mi sta molto a cuore e cioè l’amore libero. L’idea iniziale del video era diversa poi ho conosciuto Leila Star, che è la Drag Queen, che mi ha dato una lezione sulla libertà della vita che ho pensato di raccontare nel video.”

L’idea del titolo del brano com’è nata, perché Caffè, perché dà l’idea di incontro e leggerezza?

“Ho scelto caffè perché dà l’idea della semplicità ed è legato al concetto che a volte ci focalizziamo su aspetti dell’altro che sono poco importanti, come dicevamo prima il non mettere lo zucchero nel caffè. Ci soffermiamo su aspetti davvero inutili di una relazione.”  

Questa canzone nasce da una tua esperienza personale?

“Si, nasce dalla necessità di liberarmi di un amore pesante ed avevo bisogno di chiudere un cerchio. Stavo riscoprendo me stessa, dando spazio alle mie priorità, studiando ogni mio singolo rapporto. Nel frattempo, ho conosciuto Leila Star una drag queen incredibile che mi ha davvero alleggerito l’esistenza e mi ha dato una bella lezione sull’essere se stessi, sulla bellezza della diversità.” 

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

“Tutto il cantautorato italiano che va da De Andrè , Baglioni Mina, fino al rock italiano e straniero. Da piccola, i miei genitori, mi facevano ascoltare rock e mi sono innamorata di Jimi Hendrix e ricordo che, tutte le volte che prendevo la mia chitarra giocattolo, facevo finta di suonare le sue canzoni. Infatti nella canzone Caffè c’è un’influenza, molto leggera, di Little wing proprio di Jimi Hendrix.”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Al momento sto continuando a scrivere e sto registrando in studio nuovi pezzi perchè, a breve, dovrebbe uscire un altro brano e sto lavorando al mio Ep, quindi sono nel pieno della mia produzione artistica. Il prossimo brano che uscirà parla di me ed è molto introspettivo anche se la prima canzone che ho pubblicato, che si chiama Gaia, l’ho scritta per la mia migliore amica e parla dei disturbi alimentari. Non scrivo solo musica per sfogarmi ma anche per stare vicino agli altri.”     

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Ida Altrove: L'imperfezione tonalizza la vita

Ida Altrove: L’imperfezione tonalizza la vita

Ragazza a modo è  il nuovo singolo di Ida Altrove feat. Fabrizio Bosso

Ragazza a modo è  il nuovo singolo di Ida Altrove feat. Fabrizio Bosso ed è già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica

Ida Scarlato, in arte Ida Altrove, si avvicina alla musica sin da piccola, partecipando a vari concorsi canori e masterclass di formazione musicale. Consegue il triennio di Canto Jazz presso il Conservatorio di Cosenza ed è prossima al compimento del secondo livello. L’artista fa parte della squadra di RC Voce Produzione diretta da Cecilia Cesario e Rosario Canale nella quale studia da un anno.

“Ragazza a modo”,  brano prodotto da Core e distribuito da Sony Music Italy,  descrive una ragazza che ha una doppia personalità: una fragile e un’altra più spavalda e irriverente. Il singolo, con contaminazioni jazz e il featuring di Fabrizio Bosso, vuole rimandare anche ad un riferimento di una “ragazza a modo”, oltre che per i modi di fare anche per i “modi” delle scale musicali caratteristiche della teoria jazz come anche nel passaggio testuale cambia subito quel tono.

La canzone racconta di una relazione nascosta nella quale la ragazza non trova più il suo posto e nel ritornello parla di un cuore rotto in maniera molto allusiva proprio per continuare e sottolineare questa duplice personalità. “Sei la piega imperfetta che prende la vita perfetta di una ragazza a modo” è il fulcro di un testo che vuole far comprendere che quasi sempre sono le imperfezioni a farci innamorare e renderci perfetti.

Ascoltando la canzone ho percepito una presa di coscienza, canti “mi hai rotto il cuore” e “cambia subito quel tono.”  È il momento nel quale si arriva finalmente a vedere che l’altro ci ha feriti e ci ha fatto del male. Riusciamo a vedere ciò che non volevamo vedere.

“Si esatto, racconto di una persona stanca di dover vivere una relazione in un modo che non gli piace più e quindi prende consapevolezza di voler cambiare vita perché le si è rotta il cuore e anche le scatole (ride). Hai interpretato esattamente l’intento con il quale ho scritto la canzone ed è bello ascoltare i pareri di altre persone perché magari ci trovano aspetti diversi da quelli pensati da me durante la scrittura del testo. Una canzone raggiunge la sua completezza nel momento in cui viene condivisa con il pubblico, se rimanesse nella camera dove l’hai scritta le mancherebbe sempre qualcosa.”   

Nella canzone canti “Sei la piega imperfetta che prende la vita perfetta di una ragazza a modo.”  Noi cerchiamo sempre di raggiungere la perfezione ed invece la nostra unicità risiede proprio nelle nostre imperfezioni. La perfezione è trovarsi fermi in un luogo di cristallo nel quale un minimo movimento rischia di incrinare tutto. La perfezione la vedo come staticità e l’imperfezione come movimento. 

“Si esatto, l’imperfezione è quella sfumatura che tonalizza la vita di ognuno di noi e la compostezza di questa ragazza, che canto nel brano, viene stravolta da una imperfezione che è ciò che cambia tutto. L’immagine che hai dato di questo movimento è bellissima perchè il più delle volte le opere d’arte che siano canzoni, poesie, libri o quadri vengono sempre fuori da momenti di frattura, di movimento e non quando sei fermo, anche se poi fermi in realtà non stiamo mai e questo movimento ci porta a creare. Ogni tanto c’è bisogno di fare delle pause ed anche se fermi, dentro di noi, stiamo sempre macinando dei pensieri che poi  si concretizzano.”

Questa canzone nasce da un’esperienza personale, hai immaginato sensazioni ed emozioni o è il racconto di una storia che hai ascoltato?

“Nelle canzoni c’è sempre qualcosa della vita, in passato mi è capitato di vivere una situazione simile a quella che racconto nella canzone anche se, nel momento nel quale l’ho scritta, non pensavo ad un episodio preciso ma ad uno stato d’animo. È nata in modo molto spontaneo mentre ero in movimento in casa ed ho iniziato a canticchiare il ritornello poi, in un secondo momento, mi sono messa al piano per definire la struttura.”      

La collaborazione con Fabrizio Bosso com’è nata?

“Dopo aver scritto il testo ed abbozzato un arrangiamento, l’ho portata al mio produttore facendo una richiesta ben precisa, desideravo che nella canzone ci fosse una tromba con una parte strumentale importante e scherzando ho azzardato il nome di Fabrizio Bosso, che già conoscevo artisticamente avendo ascoltato più volte i suoi concerti. Poi, due persone con le quali collaboro, Cecilia Cesario e Rosario Canale hanno fatto in modo di poter realizzare questo mio sogno e adesso sono felice e grata perchè non avrei mai immaginato di condividere questa canzone con Bosso che è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di jazz e per tutti i musicisti.”       

Questo “altrove” del tuo nome d’arte dov’è, è un luogo al di là del tempo e dello spazio?

“Altrove è una parola che mi ha sempre affascinato tanto da accostarlo al mio nome sin dall’adolescenza, sin dai primi video su Youtube. Mi piace l’immagine che evoca nella mente quando pronuncio quella parola, è quella ricerca che io posso fare altrove, in un posto che può essere lontano ma che in realtà è dentro di me, è quel movimento che posso fare all’interno di me.”       

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Continuo a scrivere perché, essendo una cantautrice, la scrittura è anche una sorta di terapia e di spontaneo che arriva durante la giornata. Ho già avuto modo di far ascoltare questa canzone nei miei concerti e durante questa estate continuerò a suonarla e poi spero di continuare a produrre qualcosa che mi renda felice così come è stato per Ragazza a modo.”   

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Francesco Maria Gallo: Orlando Opera rock è un ponte tra due mondi

Francesco Maria Gallo: Orlando Opera rock è un ponte tra due mondi

Il nuovo album di Francesco Maria Gallo ispirato dall’omonimo romanzo di Virginia Woolf

Dall’album è tratto l’omonimo lungometraggio che è stato proiettato in anteprima al Cinema Teatro Orione di Bologna lunedì 29 maggio.

Dopo il successo di “Inferno Opera Rock”, l’album dedicato alla celebre cantica della Divina Commedia, Francesco Maria Gallo torna sulle scene musicali con “Orlando Opera rock”,  il nuovo album ispirato dall’omonimo romanzo di Virginia Woolf, disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download https://lnk.to/jME7L72o  (prodotto dall’etichetta discografica bolognese SanLucaSound e distribuito da Tunecore).

Il nuovo progetto discografico di Francesco Maria Gallo, attraverso un’inedita sovrascrittura, rappresenta la prima opera rock ispirata all’omonimo romanzo di Virginia Woolf. “Orlando Opera Rock” è un concept album che narra la storia dell’umanità attraverso un lavoro di sovrascrittura della propria libera interpretazione dell’opera e dei personaggi, che in questo disco raccontano la propria verità. Un percorso musicale e lirico che narra il viaggio di un Orlando inedito, ripercorrendo la linea temporale a partire dalla crocefissione di Gesù sino ad arrivare ai giorni nostri. Il protagonista è un poeta alla ricerca dell’amore perduto, che migra da un’epoca all’altra. A volte come protagonista degli eventi, a volte narratore di alcuni momenti chiave della storia umana. 

Francesco Maria Gallo è un cantautore, autore televisivo, storyteller, comunicatore. Ha scritto diversi format televisivi per Rai 1 e Rai 2 tra i quali “Suicidi Letterari: Morire di penna nel ‘900” (Rai 2), “Il Premio per il Lavoro” (due edizioni per Rai 2 e una edizione per Rai 1) e “The voice of ethics” (TED televisivo sull’etica dell’innovazione trasmesso in diretta su piattaforma Sky). Ha collaborato con Silvia Ronchey e Beppe Scaraffia come consulente autorale al “Festival della poesia di Sanremo” (Rai 2). È stato fondatore, frontman e autore dei Calabrolesi Rock Band e successivamente di Legality Band Project, entrambe rock band che promuovono etica e legalità. Nel 2010 ha ricevuto il Leone d’oro di Class CNBC per la comunicazione sociale. Nel 2021 scrive e pubblica “Inferno Opera Rock”, ispirata alla prima cantica della Divina Commedia. 

Arrangiato dal Maestro Renato Droghetti, l’album è composto da 12 brani inediti e dalla nuova versione di “Ventu”, brano originariamente pubblicato nel 2010, che si caratterizza per l’unione tra le sonorità tipiche del rock e del progressive e la drammaticità dell’opera letteraria. Il disco vanta la partecipazione di numerosi artisti italiani di fama internazionale, come il chitarrista Ricky Portera, il bassista Pier Mingotti il chitarrista Pietro Posani, il batterista Stefano Perez Peretto, le flautofonie di Simona Rae e la giovane rapper Anna Padalino. 

L’ascolto dell’album porta a compiere un viaggio attraverso i diversi punti di vista dell’amore. Secondo me l’amore è un vuoto che assorbe tutte le emozioni e le vibrazioni che l’altro ci trasmette e che, quindi, si colma dell’altro. È come se tra due persone ci fosse uno scambio di emozioni, sensazioni e vibrazioni che vanno a riempire questo vuoto che c’è in ognuno di noi e viaggiando insieme al protagonista, che è un poeta alla ricerca dell’amore perduto, ogni canzone trasmette una visione diversa dell’amore. Amore inteso come dolore, privazione, scoperta e rivoluzione quindi un concetto d’amore universale, inteso anche come amore per se stessi.

“Hai colto perfettamente l’essenza di Orlando Opera rock! L’amore è anche dolore, sofferenza, gioia, meraviglia e scoperta, l’amore è tutto ciò che c’è nel bene e nel male, nel bianco e nel nero, nel buio della notte e nella luce dell’alba. Tutto ciò che è intorno a noi è amore. L’amore è anche un vuoto quando ti viene a mancare qualcosa o qualcuno e senti quella sensazione irriducibile di vuoto che è proprio quella sensazione di assenza, il vuoto è una delle tantissime declinazioni dell’amore. Se non ci fosse stato amore allora non ci sarebbe stata quella sensazione di vuoto. Pensa all’universo che esprime l’amore della creazione, basti pensare a ciò che ha creato l’esplosione di una nana bianca. Pensiamo anche alla dialettica fra due persone: è un atto di amore verso se stessi.”

Com’è nata l’idea di  questo album e del precedente Inferno Opera Rock?

Io ho studiato al DAMS e partecipai ad un seminario sulla Divina Commedia tenuto dal Maestro Eco. Ci andai a parlare e gli raccontai le sensazioni che avevo provato e mi chiese quali fossero i miei interessi ed io gli risposi che ero un musicista. Il Maestro Eco mi disse che visto comero stato colpito dalla Divina Commedia avrei dovuto abbinare la letteratura alla musica e così è nato Inferno Opera Rock. Poi, essendo amante dei libri di Virginia Woolf, mi sono reso conto che Orlando si prestava benissimo ad una mia opera. Una volta finito mi sono accorto che Orlando Opera rock è la prosecuzione dell’Inferno Opera rock. In Inferno racconto il dramma personale di alcuni personaggi che hanno subito delle ingiustizie mentre con l’Orlando intraprendo un viaggio alla scoperta dell’umanità, tutto ciò che ha subito nel bene e nel male. Tutto questo mi porta ad una terza opera che ci sarà tra un paio d’anni che è  L’elogio alla follia di Erasmo da Rotterdam.”         

Qual è quindi il significato di Orlando Opera rock?

“Ho voluto creare un ponte tra due mondi molto diversi tra loro, ma allo stesso tempo complementari. Spero che il pubblico possa apprezzare il mio lavoro e che possa viaggiare nel tempo con Orlando, quel personaggio di Virginia Woolf che ha ispirato molti artisti del cinema, del teatro internazionale e il sottoscritto. Ogni epoca ha i suoi orrori, quelli a nostro carico e di fronte ad ogni orrore c’è chi lo subisce, chi lo perpetra e chi resta a guardare. Ma ci deve essere anche chi trova il modo di dire che così non va e indica o cerca la via o invita a cercarla per cambiare le cose. Questo è il senso della ricerca nel tempo dell’amore perduto di Orlando in questa opera rock. E che la musica ci dia sollievo!”.

Quest’album nasce da un concetto di sperimentazione , anche questo blog nasce da una sperimentazione abbinando la musica alla cucina, da una canzone nasce un piatto.

“Sai, cucinare è il mio hobby preferito. Lavorando con la testa ho bisogno di mettere le “mani in pasta”, è un modo per scaricare tutte le idee che mi vengono in mente. La cucina ti dà la sensazione di essere terreno, materico, ed è bellissimo perché la materia la trasformi, crei, anche cucinare è un gesto sublime d’amore. I piatti sono opere d’arte, la cucina è un’opera d’arte  e danno la possibilità di provare diverse sensazioni e nella complessità di queste sensazioni nasce un’opera d’arte da presentare ai commensali. Ognuno di noi si approccia ad  una qualsiasi opera d’arte che può essere un’opera lirica o una scultura, ne riceve dei segnali che vengono codificati in maniera soggettiva e l’opera d’arte inizia a comunicare alla persona che  esprime quindi  una parte di sé che è una parte di tutto.”

www.francescomariagallo.com/

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https://facebook.com/francescomaria.gallo – https://youtube.com/@francescomariagalloofficia5868

Ester Cesile: 1122 è l'ultimo capitolo di un amore sofferto

Ester Cesile: 1122 è l’ultimo capitolo di un amore sofferto

Il nuovo brano di Ester Cesile, che anticipa l’album, è disponibile su tutte le piattaforme digitali

È disponibile su tutte le piattaforme digitali “1122” https://bfan.link/1122 (prodotta presso il Purple mix e distribuita da Believe), il nuovo singolo di Ester Cesile,  scritto dalla stessa cantautrice e che anticipa il suo nuovo album.

“1122” racconta l’ultimo capitolo di un amore sofferto, almeno da parte della cantautrice. In particolare, parla della fine di una relazione, fatta di incomprensioni, poca comunicazione e modi di vedere la vita in maniera diversa. Come se Ester in un certo senso avesse preso finalmente consapevolezza che le cose non funzionavano già da tempo e che la storia è durata anche più del dovuto.

Con questa canzone è come se chiedessi: Ti senti mai solo pensando che vivrai senza di me?

“Stavo diventando completamente dipendente da lui, dal punto di vista romantico, era come se indossassi degli occhialini rosa che modificavano la realtà. Ora, in qualche modo sono finalmente libera da lui e avrei voluto trovare questa indipendenza anni prima. All’inizio sentivo di non aver avuto una chiusura rispettosa di quella storia, l’avevo in qualche modo accettata, ma dovevo raccontare la mia versione, volevo che le persone sapessero quanto ho amato un cuore che non ha battuto una sola volta in più per me. L’unico modo che avevo era attraverso la musica. “

Quanto è stato impegnativo scrivere e cantare quelle emozioni?

“È stato molto difficile rivivere quei ricordi, ho pianto per tutto il tempo che ho scritto e registrato il brano ma adesso sono contenta. A volte dobbiamo perdere la persona che amiamo per poter amare veramente noi stessi, soprattutto quando la persona che amiamo non ci ama nel nostro stesso modo. Ero totalmente e incondizionatamente innamorata di lui, ma lui mi ha insegnato che amarlo non era abbastanza.”

Nella canzone canti “dimmi se amare è uccidere”, qual è il significato di questa parte del testo?

“La parola amore deriva dal latino a-mors, senza morte, ma quella relazione è stata così devastante, mi ha fatto sentire sbagliata, inadeguata al punto che sono arrivata a dire «Forse in realtà amare è dover uccidere la nostra vera personalità pur di essere la versione che l’altra persona vuole?» Ecco perché nel brano canto “dimmi se amare è uccidere”. Ora sono in un nuovo capitolo della mia vita e questa canzone segna la fine di quella relazione.”

Kimono: Per placare la tempesta dobbiamo ascoltarci di più

Kimono: Per placare la tempesta dobbiamo ascoltarci di più

È disponibile in digitale Tempesta il nuovo brano di Kimono vincitrice della 13a edizione di X Factor.

È disponibile in digitale “Tempesta” (http://ada.lnk.to/tempestakimono) (Dischi dei Sognatori / distribuito da ADA Music Italy) il nuovo brano di Kimono (nome d’arte di Sofia Tornambene) vincitrice della 13a edizione di X Factor.

“Tempesta”, suonato e prodotto dalla stessa artista e da Maestro in collaborazione con Marco Rettani, vede protagonista assoluta l’eterea voce di Kimono, accompagnata da una chitarra malinconica e da una produzione electro-acoustic con venature che si rifanno all’indie/pop. 

Il brano ha l’intento di invitare l’ascoltatore ad abbracciare la propria vulnerabilità e a cercare il sostegno delle persone care nei momenti di difficoltà e caos interiore. Scritto in seguito al suo trasferimento a Milano, periodo di forte cambiamento e di crescita sia dal punto di vista personale che musicale, Sofia ha trovato il modo di esorcizzare le sue paure scrivendo questo brano. 

Siamo troppo concentrati a pensare al passato e troppo concentrati al futuro, pensiamo le emozioni invece di viverle e Tempesta l’ho percepita come un invito a fermarsi a vivere quelle emozioni perché solo vivendo il presente possiamo sentire realmente quelle emozioni. Infatti tu canti “E se il tempo vola ne vorrei un po’ di scorta” cioè il momento in cui viviamo le emozioni è il momento nel quale il tempo si allarga nel senso che lo viviamo più intensamente.

“Hai colto in pieno il significato della canzone, Tempesta è nata da un mio sfogo dopo un periodo difficile dovuto a tanti cambiamenti e ricordo che stavo piangendo in camera mia. «Sai quando si dice che  la musica è terapia?» Ho iniziato a suonare il pianoforte piangendo e buttando fuori tutti i miei  pensieri, tutto questo caos che avevo nella mia mente e Tempesta parla proprio di questo caos interiore. Io penso che, molto spesso, siamo gli acerrimi nemici di noi stessi, siamo sempre troppo nel passato e sempre troppo nel futuro senza riuscire mai a goderci il presente che è l’unica cosa che c’è realmente. Basta fermarsi a respirare, basta un abbraccio della persona che si ama. Dopo il covid ci siamo molto allontanati, ci sono più attacchi di panico, i ragazzi si sentono soli ed hanno paura di esternare le emozioni. Con questo brano voglio aiutare tutte queste persone e tutti questi ragazzi che si sentono nella tempesta perché anche io ho vissuto questi momenti, ho vissuto gli attacchi di panico. Ognuno di noi ha i suoi traumi e le sue paure e non bisogna avere paure di condividerli perché noi siamo tutti uniti e saperlo e lavorarci su è già tanto, proprio per questo sto facendo un percorso di grande crescita interiore. Ormai viviamo solo all’esterno, come appariamo, invece è importante imparare ad ascoltarsi ed amarsi. Prima ero una persona molto autocritica ora invece sto imparando ad ascoltarmi e ad  amarmi di più, sto imparando a curarmi dentro.” 

Quel “E allora prendimi ora che sto per cadere voltati” che canti nella canzone è rivolto a qualcuno anche se possiamo intenderlo come rivolto a se stessi; in un momento di debolezza mi rivolgo alla mia parte interiore. Hai parlato anche di caos interiore e lo possiamo intendere sia come una confusione interiore, come una tempesta interiore, sia come una voragine da colmare, quella sensazione di vuoto che  proviamo e che pian piano si riempie di noi stessi.

“Esatto, ognuno può avere la sua interpretazione del brano e vorrei che la mia musica fosse quel vestito nel quale ognuno possa riconoscersi. In questo caso, per me, è importantissimo andare a cercare aiuto dalle persone che più ci amano. Per me anche un abbraccio del mio ragazzo, un semplice suo tocco, mi fa stare bene. Poi sai dipende, perché ci sono dei momenti nei quali ho bisogno del tocco fisico della persona che amo e ci sono poi momenti in cui sono da sola con me stessa e ritrovo la pace nel silenzio, bisogna imparare ad amare anche il silenzio.”

Il video che accompagna la canzone ti riprende nella tempesta ma è una tempesta al contrario.

“Con il visual video, registrato al contrario onetack, abbiamo voluto ricreare un attacco di panico. Ci sono io in mezzo a questa tempesta cercando di trasmettere un senso di malessere e man mano che la canzone prosegue e che il video va avanti, la tempesta diminuisce e tramite il respiro ritrovo il mio momento di quiete.”

Da X Factor ad oggi cosa è cambiato in te?

“Mi sento sempre me stessa ma con una crescita interiore in più perché negli ultimi 3 anni sono successi tanti avvenimenti. Dopo X Factor mi sono trasferita da sola a Milano e quindi ho vissuto il distacco dalla mia famiglia che rappresenta, da sempre, un punto di riferimento. Mio padre è un pianista jazz e la mia famiglia è sempre stata presente nella mia vita musicale ed io sono grata a loro perché mi hanno sempre sostenuta, quindi ad un certo punto mi sono ritrovata da sola a Milano a dover decidere anche le piccole cose come fare la spesa o pagare l’affitto. Dovevo finire la scuola perché avevo gli esami di maturità ed è arrivato il Covid, quindi immagina ero andata a Milano a vivere un sogno buttandomi a capofitto nella musica con il tour ed i live ed invece, tutto bloccato. Poi una mattina svegliandomi ho avuto un problema alle orecchie, non sentivo più da un orecchio e parzialmente da un altro. È una malattia che si chiama ipoacusia improvvisa ed ho dovuto fare un percorso di camere iperbariche e adesso ogni tanto sento solo dei fischi, devo fare attenzione a non sforzarle troppo. Quindi per me è stato un momento di buio, perché io mi sono innamorata della musica attraverso il suono, il pianoforte era il mio rifugio e ad un certo punto avevo perso la possibilità di poter ascoltare quel suono. Non avrei mai pensato un giorno di poter perdere quelle vibrazioni, quelle energie e sono grata di aver recuperato. Da lì ho iniziato quel percorso di crescita ed oggi sono molto più sicura di me.”   

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“In questo momento sto continuando a scrivere musica, non ci sono momenti durante la giornata che non dedichi alla musica. Sicuramente usciranno nuovi brani e ci saranno diversi live a Luglio le cui date si potranno vedere sui miei canali social. Io sono nata facendo musica dal vivo suonando con il mio papà ed è ciò che mi è mancato di più perché, quando sei sul palco, sei in condivisione di emozioni ed energie con il pubblico”   

Biografia

Kimono (nome d’arte di Sofia Tornambene) nasce a Civitanova Marche nel 2002 e fin dai 3 anni si dedica allo studio del canto (pop e jazz) da privatista, partecipando a vari stage, masterclass e concorsi canori. Successivamente inizia a prendere anche lezioni di pianoforte e di chitarra ed a scrivere i suoi primi brani, diventando una cantautrice. Oltre alla musica, Sofia si appassiona fin da piccola al karate, ed è da qui che nasce il nome d’arte Kimono. A febbraio 2019 partecipa a Sanremo Young, classificandosi al terzo posto. Sempre nel 2019 con il brano “A domani per sempre”, scritto a 14 anni, vince la tredicesima edizione di X Factor. Dopo la vittoria firma un contratto con Sony Music e si trasferisce a Milano. Nel 2020 esce il suo secondo singolo “Ruota Panoramica” e pubblica un progetto acustico di tre brani registrati presso gli RCA Studio Sessions (“Tra l’asfalto e le nuvole”, “Finali imprevisti”, “Fiori viola”). Inizia una collaborazione con Maestro e a fine 2020 esce il singolo “Solo” seguito dal primo EP “Dance Mania: Stereo Love” contenente i brani: “Aria”, “Bene Così”, “Eco”, “L’impossibile”, “My love”, “Weekend”, “Nell’Universo”). 

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Gli occhi dei giganti è il nuovo brano dei CdA, già disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale

CdA: Gli Occhi dei giganti è un invito a non fuggire dalle proprie emozioni

Gli occhi dei giganti è il nuovo brano dei CdA, già disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale

È disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Gli Occhi dei Giganti”, il nuovo singolo dei CdA.

I CdA sono Matt Mancuso, David Cherubini, Simone “Billo” Tomei e Lorenzo “Lorenz” Cicerchia e nascono a Roma nel 2014 con l’obiettivo di portare sui palchi di tutta Italia le sigle dei cartoni animati più amati trasmessi dagli anni ‘70 fino ad oggi. Grazie ai loro elettrizzanti arrangiamenti in chiave Rock e a un vero e proprio Show completo di sketch e video proiezioni ad hoc, riescono a divertire, appassionare e far rivivere emozioni sopite dal tempo. 

“Gli Occhi dei Giganti” è un brano che racconta di come le persone che appaiono più spaventose o imponenti, come i giganti, possono nascondere un cuore gentile o una storia difficile che le ha rese così. Il pezzo invita l’ascoltatore a non farsi intimorire dalle apparenze e a prendersi il tempo di conoscere davvero le persone.

Ascoltando “Gli Occhi dei giganti” mi è venuto in mente il pregiudizio e l’ascolto di sé. Il pregiudizio perché proprio nel ritornello cantate “Non correre anche gli occhi dei giganti hanno lacrime” perché anche quelle persone che sembrano essere forti e che spiccano tra gli altri per sicurezza in se stessi, hanno le loro debolezze. Ascolto di sé perché cantate “cerchi fuori ma è dentro la chiave che ti libererà” ed è solo ascoltando se stessi che si riesce a comprendere e conoscere il Sé più vero.   

“Quello che volevamo trasmettere con la canzone è proprio questo! Ogni brano che pubblichiamo è ispirato ad un anime e il progetto al quale stiamo lavorando è proprio quello di creare canzoni ispirate agli anime. In questo caso “Gli occhi dei giganti” è ispirato a “L’attacco dei giganti”. Con questo brano vogliamo dire che non ci dobbiamo mai fermare all’apparenza e che è proprio negli occhi che si cela la verità di una persona. Molto spesso le persone creano una corazza per affrontare la quotidianità e quindi bisogna comprenderne  il motivo.”  

Abbinare ogni canzone ad un anime nasce da una vostra passione, cioè quella di rivedere in chiave rock le sigle dei cartoni animati dagli anni ‘70 ad oggi.

“Esatto, infatti questo è un progetto che nasce nel 2014, con lo scopo di creare degli arrangiamenti in chiave rock delle sigle dei cartoni animati che tutti noi conosciamo. Dal 2022 abbiamo deciso di fare quel passo in più e di scrivere dei nostri brani originali, è stata proprio una nostra necessità.”

Quanto i testi delle canzoni di quei cartoni animati hanno influenzato i vostri brani, perché quei testi, soprattutto dei cartoni animati anni ‘70 e ‘80 raccontavano delle storie a differenza di quelli di oggi?

“Hai ragione noi ci siamo ispirati a quei testi  perché il significato delle parole negli ultimi anni si è perso a differenza di quello che accadeva dagli anni ‘70 in poi. Secondo me non c’è bisogno di spiegare il significato di un brano perché poi ognuno di noi può capirlo in modo molto personale. I nostri brani hanno sicuramente un significato e per noi è molto bello capire cosa hanno recepito le persone senza che gli diciamo nulla. Per me è stato molto bello sentire cosa avevi colto tu ascoltando il brano e anche se tu non avessi centrano in pieno il significato del brano, sarebbe stato bello ugualmente sentire un’altra versione.”     

Il testo de “Gli occhi dei giganti” nasce da un’esperienza personale?

“Si, nasce da un’esperienza personale di Matt, il cantante del gruppo, che ha voluto raccontare attraverso il brano un’esperienza personale che e poi è coincisa con la storia raccontata nell’anime “L’Attacco dei giganti” che tratta proprio questi temi e quindi ci è piaciuto abbinarli. Come dicevi tu, è molto importante il mood che ispira questa canzone perché c’è stato uno studio molto meticoloso sul brano. I brani nascono da riff e da armonie poi ognuno di noi del gruppo mette delle proprie idee e una volta creata una struttura ci dedichiamo a scrivere melodia e testo. Questo brano, come i precedenti due, nasce prima dalla musica.” 

Per i prossimi brani a quali anime vi state ispirando?

“Il primo brano che abbiamo fatto uscire era ispirato a One-Punch Man e si chiama “Come un pugno” ed ha una chiave rock, un altro brano “You & I” era ispirato a “Demon Slayer” e stiamo lavorando ad altri anime ma che non voglio spoilerare ma posso dirti che stiamo lavorando insieme ad un’orchestra, non dico altro.”  

Parlando di orchestra e arrangiamenti in chiave rock mi fai venire in mente il periodo prog

“Esatto, noi siamo amanti delle armonie particolari. Ad esempio, sulle strofe de “Gli Occhi dei giganti”, ci sono tanti ritmi particolari che sono proprio ispirati dal prog  e questo lo riproponiamo spesso nei nostri brani.”   

Biografia

“CdA” nascono a Roma nel 2014 con l’obiettivo di portare sui palchi di tutta Italia le sigle dei cartoni animati più amati trasmessi dagli anni ‘70 fino ad oggi. Grazie ai loro elettrizzanti arrangiamenti in chiave Rock e a un vero e proprio Show completo di sketch e video proiezioni ad hoc, riescono a divertire, appassionare e far rivivere emozioni sopite dal tempo. 

L’effetto nostalgia che attivano i CdA quando salgono sul palco fa venir voglia di scoprire, sigla dopo sigla, quale sarà il prossimo ricordo ad uscire dal cassetto. Dal 2022 affiancano a quello delle cover un nuovo percorso che li porta a scrivere brani inediti inerenti il mondo degli anime giapponesi. I primi singoli “Con un pugno” (One Punch Man) e “You & I” (Demon Slayer) sono disponibili in tutti gli store e le piattaforme digitali. Dopo quasi dieci anni di attività, i CdA vantano collaborazioni con molti doppiatori e artisti del campo musicale e dell’animazione, nonché l’essersi esibiti in numerosi locali prestigiosi e l’aver calcato i più famosi palchi italiani. Apparizioni in articoli di giornale, rubriche radiofoniche e trasmissioni televisive completano il curriculum vitae di questa band di ragazzi romani pronti a portare a termine la loro missione alla fine di ogni concerto: far divertire ed emozionare fino all’ultimo spettatore.

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