Lisa Manara: Lasciami cadere è un grido di libertà

Lisa Manara: Lasciami cadere è un grido di libertà

È in radio e sulle piattaforme digitali Lasciami cadere, l’evocativo brano di Lisa Manara

È in radio e sulle piattaforme digitali “Lasciami cadere”, l’evocativo brano di Lisa Manara che incornicia la sua vocalità libera e istintiva, con il pianoforte che accompagna, in modo delicato, le parole del testo.

“Lasciami cadere” è un brano personale e autobiografico, dalle immagini volutamente caotiche e frammentate, che evocano la sensazione vissuta in un dato periodo della vita dell’artista per il rapporto ambivalente con il padre, figura che per una ragazza rappresenta l’incontro con il mondo esterno, un ponte per la conquista della vita a cavallo tra la famiglia e la società. Al centro l’equilibrio precario tra vicinanza e lontananza, l’uno il riflesso dall’altro e da cui ci si vuole affrancare. Si tratta di un amore che vuole trasmetterci protezione ma che a volte finisce quasi per soffocare la nostra individualità quando l’unica cosa che vorremmo è poterci sentire liberi di essere, di sbagliare e anche di cadere per imparare a rialzarsi.

Lisa Manara nel 2011 partecipa al Talent “The Voice” of Italy nella squadra di Riccardo Cocciante. Nello stesso anno vince il concorso “Donne Jazz & Blues” che le permette di partecipare ad un workshop sulla voce presso la Venice Voice Academy di Los Angeles. Dal 2018 al 2020 è stata la vocalist di Gianni Morandi nel “D’Amore d’Autore Tour” dove ha avuto occasione di duettare con lui all’Arena di Verona, nella trasmissione Rai “Con il cuore, nel nome di Francesco” e al Teatro Duse di Bologna in diretta Radio Bruno TV. All’attivo ha un progetto dal titolo L’Urlo dell’Africanità, che recupera brani provenienti dal territorio africano e non solo, riproponendo arrangiamenti delle hit più celebri di Nina Simone, Miriam Makeba, Cesaria Evora e Fatoumata Diawara, arricchito da sonorità soul, funk ed echi africani, creando un sound moderno, del tutto personale, sfruttando la forma canzone, che nei concerti viene portata ad una dimensione più istintiva e libera.

Ascoltando “Lasciami cadere” ho sentito la voglia di essere liberi di vivere la propria vita perché, a volte, una protezione eccessiva ci impedisce di spiegare le ali ed iniziare a  volare. 

“Questa canzone è proprio un volersi liberare da un peso che ho vissuto e che ho poi superato, è un grido di libertà ed un volersi scrollare l’amore di un genitore che tende, a volte, a proteggerti in maniera eccessiva perché rivede in te le sue caratteristiche e per questo si riflette sulla tua vita volendo subentrare per metterla in ordine. È come se volesse condurre la vita del figlio perché rivede in lui certe sue caratteristiche, a me è successo così. Vuole portare la tua vita al meglio non comprendendo che siamo esseri distinti, ognuno con le proprie peculiarità ed ognuno deve fare i propri sbagli per crescere. Infatti il tema centrale del video è il riflesso, come vedersi sempre l’uno il riflesso dell’altro come il padre che si riflette nella figlia e la figlia che ricerca il padre.”

Quanto è stato impegnativo scrivere, cantare e condividere queste tue emozioni?

“C’è sempre la maschera della canzone, se io dovessi parlare di questo tema mi risulterebbe più impegnativo, invece la musica carica l’emozione e quindi diventa bello vivere l’emozione senza pensare troppo al livello testuale e questo mi libera. Io vivo di quella emozione e la rimando a chi l’ascolta, senza la presunzione di voler arrivare a tutti. È una espressione di libertà, è come dire: «Io sono questa ed ho dire questo!». Quindi mi disimpegna un po’ dal peso eccessivo di una storia personale che devo raccontare.” 

In questo racconto c’è un momento nel quale ti fermi e pensi se sia davvero la scelta giusta quella di lasciarsi andare: “Sai che capita che, ci sia bisogno di stare lontani mi volto cerco un perché, vedo l’amore che ci ha soffocati”

“Si, in effetti, quando devo prendere una decisione ci penso sempre bene perché penso potrebbe essere uno sbaglio ma gli sbagli, da quel che ho appreso, mi sono sempre serviti per andare avanti e capire certe cose. Si, mi piace lasciare sempre questo dubbio. Penso che la musica sia un derivato di questa ricerca continua che facciamo dentro di noi, questo dubbio costante, questa ricerca di una verità che aneliamo sempre e che non troviamo mai ed è quello che fa nascere l’arte in generale.”         

La copertina del singolo rappresenta una tua rinascita? 

“Io fino ad ora ho fatto la cantante che è diverso dal fare la cantautrice perché interpretare brani di altri, come dicevamo prima, ti impegna meno da un punto di vista emotivo e personale sebbene riesci a trovare la tua dimensione in tutti i repertori perché, negli anni, costruisci la tua personalità e ne metti un pizzico in tutto quello che fai, ma non saranno mai le tue storie. Nella copertina ho tolto la pelle che mi ricopriva ed adesso sono io in tutte le parole che scelgo con cura, sono io nelle note che escono dalla mia bocca, nel sound che cerco, adesso sono io in toto.” 

La ricerca delle parole si denota dal testo della canzone, tutto è cucito su misura.

“Si, è un lavoro sartoriale su me. Io faccio molta attenzione non solo alla parola in sé ma anche al suono di quella parola perché, prima di arrivare il significato, ti arriva il suono di una parola è già questo ti fa vibrare determinate corde. Da qui nasce la ricerca della parola giusta. Io non scrivo di getto, butto giù i pensieri,  impiego anche giorni per scegliere la parola giusta che mi vesta bene.”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Quest’estate sarò in tour con il progetto “L’Urlo dell’Africanità” che non ho abbandonato nonostante il mio percorso da cantautrice ma quest’estate saremo in molti jazz festival e poi dopo l’estate usciranno altri miei brani che saranno sempre autobiografici perché io non riuscirei a raccontare altro che quello che ho vissuto perché io ho bisogno di provarle le emozioni che canto, di sentirne l’intensità, ho bisogno di viverle.”   

Segui Lisa Manara: InstagramSito Ufficiale

Biografia

Lisa Manara nasce in un piccolo paese della Romagna. All’età di 5 anni, grazie alla madre pianista, si avvicina al pianoforte e da quel momento non ha mai smesso di studiare.

Nel 1997 inizia gli studi musicali frequentando i corsi Yamaha presso la Scuola di Musica Vassura Baroncini, sotto la guida di Beatrice Santini. Intraprende  poi lo studio del pianoforte sotto la guida del M° Olaf John Laneri prima e poi del M° Francesco Frudua.

Nel 2008 si diploma in Teoria e Solfeggio presso il  Conservatorio G. Verdi di Ravenna e, nello stesso anno si avvia allo studio del canto moderno sotto la guida della M° Paola Matarrese. 

Prende parte a diverse Masterclass per lo studio del canto tra cui, nel 2011, quella tenuta da Dave Liebman sulle tecniche improvvisative nel jazz; nel 2012 al seminario di canto jazz e tecniche dello scat con Bob Stoloff; nel 2013 con Kevin Mahoghany e sempre nel 2013 alla masterclass  sulle tecniche improvvisative con Silvia Donati. Nel 2013 è semifinalista del Tour Music Fest e prende parte allo stage di canto presso il CET.

Nel 2015 partecipa allo Stage di canto con Sarah Jane Morris e Ian Shaw.

Cantante, musicista, autrice e cantautrice, si laurea con il massimo dei voti in canto jazz, al conservatorio Frescobaldi di Ferrara, sotto la guida dei M° Tiziana Ghiglioni, Giuppi Paone, Sabine Mayer, Teo Ciavarella, Paolo Silvestri, Giammarco Maurizio, Luca Bragalini, Leo Izzo, Roberto Manuzzi, Federico Benedetti.

Da diversi anni studia il bel canto sotto la guida del maestro Miguel Curti.

Suona chitarra e pianoforte e nel suo curriculum tantissime collaborazioni con artisti importanti: Quintorigo, Tommy Emmanuel, Eric Sardinas, Diunna Greenleaf, Ricky Portera, Franco Cerri, Renato Sellani, Marco Tamburini, Paolo Ghetti, Marcello Sutera, Schillirò Vonn Washington, Aldo Betto, e molti altri.

Ha scritto di lei Alceste Ayroldi, giornalista della prestigiosa rivista Musica Jazz: 

”Non è facile incontrare una voce che metta insieme grinta, intonazione e una vigorosa interpretazione, Lisa Manara ci riesce con una disarmante facilità attraversando come poche il bel canzoniere afro e soul-blues, padroneggiando le dinamiche e sventagliando una sicurezza derivante da chi ha già alle spalle un bel po’ di anni di palco. Graffia come una pantera nera e svolazza nelle note alte con un glissato che le consente di passare dalle ottave più basse a quelle alte, senza alcun contraccolpo, mantenendo anche una pronuncia chiara e forbita. Chapeau, quindi alla nuova interprete della musica afroamericana “targata” Italia”.

Nella sua carriera ha già partecipato tra i tanti concerti ed eventi a: Pordenone Blues Festival, Trasimeno Blues Festival, MEI Faenza, Accadia Blues Festival, la Carovana del Blues Comacchio, Imola in Musica, al Pistoia Blues, all’Artusi Jazz Festival, al Torrione Jazz Club di Ferrara, Crossroads Jazz Festival, a Suoni Controvento, Urbino Jazz, Tourné e Padova Jazz.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *