Cenere: Il nostro è un grido di libertà
“A testa in giu”, il nuovo brano del duo tutto al femminile, sintetizza alla perfezione la voglia di riprendersi a piene mani la libertà perduta.
È disponibile in digitale “A testa in giù” (ascolta qui) (ADA Music Italy), il nuovo brano di Cenere, il duo indie rock composto da Sarah Fornito, ex cantante di Diva Scarlet e Decana, e Rebecca Dallolio, violinista di formazione classica.
Per il nome del duo, le artiste hanno scelto di farsi ispirare dalla mitologica figura della fenice, che dopo le difficoltà rinasce dalle proprie ceneri, forte di una resilienza che lo stesso duo bolognese si è riscoperto possedere, dopo il difficile periodo che abbiamo attraversato a causa della situazione pandemica.
“A testa in giù” nasce come una riflessione figlia dei nostri tempi e rappresenta un vero e proprio grido liberatorio: in una manciata di minuti sintetizza alla perfezione la voglia di riprendersi a piene mani la libertà di viaggiare, toccarsi, suonare e ricominciare a respirare con la faccia scoperta.
Una vincente miscela tra sonorità pop e rock caratterizza questo brano dal messaggio ben chiaro, che esige di essere ascoltato: bisogna riprendere in mano la propria vita, avere il coraggio di sfogarsi per catartizzare definitivamente le difficoltà affrontate.
A Testa in giù, qual è il significato della canzone?
“Questa canzone è un grandissimo sfogo nato durante il periodo del lockdown. È l’insofferenza vissuta verso i DPCM che cambiavano in continuazione, il non sapere cosa avremmo potuto fare o non fare, concerti che non c’erano più. Questo testo è nato alle tre di notte tutto d’un getto ed è stato liberatorio.”
Guardando il video, rapportandolo al testo, ho pensato che a testa in giù volesse dire guardare da un altro punto vista tutto ciò che avviene.
“Si è anche assolutamente così. Nel video tutte le persone hanno il volto coperto, chi ha una pentola sul viso, chi uno stura lavandini. Ci siamo inventati di tutto pur di resistere a questo periodo di grande disagio e noi essere umani siamo abituati ad adattarci alle situazioni e quindi ecco il cambio di punto di vista anche artistico perché è un voler dire: «Trasformiamo questo momento di disagio in momento creativo!»”
Nel video, ci si trova in una casa reinterpretata da gesti e posizioni innaturali creati con gli oggetti di tutti i giorni. Gesti estremi, situazioni assurde che sottolineano sia lo stress della condizione di isolamento forzata che il tentativo di sperimentare per evadere con la creatività. Il concept è stato ideato da ADVISTA cinema communication agency di Padova, fondata da Livia Rodà e Giuseppe Tommasini.
Trova spazio il sublime linguaggio dell’arte, grazie alla reinterpretazione di alcune opere, tra cui spiccano “One minute Sculptures” di Erwin Wurm e “How to not destroy your tights” di Maurizio Di Iorio. Questi sono solo alcuni degli omaggi e ispirazioni a cui si è scelto di dare vita, facendoli muovere e cantare: lo scopo era liberarli dalla staticità della foto. Una staticità che noi tutti, per troppo tempo, abbiamo condiviso.
E qui il vostro nome “Cenere” è perfetto perché è la cenere che precede la rinascita della Fenice e quindi si collega benissimo alla canzone.
“Il nome della band è un voler fissare questo momento storico molto importante che ha visto anche tanta gente cambiare lavoro per reinventarsi. Vedi ad esempio oggi non si trovano più tanti fonici di palco perché, visto tutto quello che è successo negli ultimi due anni, hanno dovuto cambiare lavoro.”
Mi piace molto la copertina del singolo, cosa ci puoi raccontare?
“Ci tengo molto a citare l’artista che l’ha creata che è Benedetta Bartolucci, una mia carissima amica con la quale collaboro artisticamente da tantissimi anni, anche musicalmente, perché suona e canta anche lei. Ho visto questa parte di una sua opera e le ho chiesto se potesse essere la copertina della canzone perché ne esprime proprio il senso . È come se la testa fosse un vaso e fiori fossero i pensieri.”
E quindi sarebbe bello sapere se il petalo ed il fiore stanno cadendo o stanno tornando al loro posto. Mi è piaciuto interpretarlo, capovolgendo l’immagine, come i sogni che pian piano ritornano da noi quando ritroviamo noi stessi.
“Un petalo caduto anche inteso come un qualcosa che hai perso ma che poi comunque si rigenererà. Il bello dell’arte è che ognuno la può vivere interpretandola in modo personale ed è bello anche così non svelando il significato. Sono interpretazioni ed illuminazioni e sono il bello della musica, del teatro, del cinema e dell’arte in generale. La fantasia deve essere libera.”
Progetti futuri?
“Il progetto futuro è il live per poter sfogare tutto sul palco. Il 24 Luglio abbiamo una seconda data a Bologna. Il live crea tantissime emozioni perché hai le persone lì vicine a te ed è quello che ti fa godere veramente. Un live è insostituibile e l’artista stesso, a seconda di cosa trasmette il pubblico, riesce ad esprimersi al meglio e quindi l’interpretazione live può cambiare rispetto alla versione contenuta nel disco.”
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