Emmegi: Ognuno è libero di essere se stesso basta volerlo
La nostra estate è la sua canzone pop punk di ribellione contro tutto ciò che ci blocca
Dopo brani dai temi impegnati, Emmegi pubblica un pezzo allegro ed estivo, “La nostra estate” (Orangle Records/Ingrooves), ideata e scritta dalla stessa Emmegi con Nicky Noise e prodotta da Kid Riff. Un tocco di freschezza e spensieratezza dopo il lungo periodo del Covid, che ci ha visti così tutti digitalmente vicini anche e così fisicamente lontani. La cantautrice racconta di un adolescente che, dopo questi anni, vuole ricominciare ad avere la libertà di vivere la vita che purtroppo ha perso. Attraverso il genere pop punk, che indica la ribellione, questa canzone è il voler ribellarsi a tutto ciò che ha bloccato l’adolescente che vuole ricominciare ad innamorarsi senza pensare troppo a ciò che verrà.
Com’è nata questa canzone e qual è il suo significato?
“Questa canzone è nata dall’esperienza che ho vissuto io come tutti i giovani, l’esser stati chiusi per colpa del Covid che ci ha impedito di fare quello che in realtà avremmo voluto. Siamo stati chiusi nel mondo digitale facendo venir meno proprio il contatto fisico e questa canzone è un invito a voler ritrovare il coraggio di vivere a pieno tutte le esperienze.”
L’esser costretti a non poter vivere tutte queste emozioni ci può aver fatto trovare proprio quel coraggio di cui parli?
“Per tanti sicuramente si, l’esser stati bloccati per tanto tempo rappresenta una spinta più. Molti altri ragazzi oggi si fanno trascinare dall’onda del momento e questo mi dispiace molto perché secondo me se un ragazzo di oggi ascoltasse davvero se stesso riuscirebbe a capire cosa vuole realmente e la sua vita sarebbe diversa. Con questa canzone voglio invitare chi fa fatica a spingersi oltre.”
La canzone si chiama appunto la “nostra” estate anche se nel videoclip che l’accompagna ci sei soltanto tu. Perché questa scelta?
“La canzone parla di un adolescente che sta cercando di comunicare i suoi sentimenti ad un’altra persona. Nel video sembra che le scene avvengano a caso ma non è così, tutto è stato voluto. È il rappresentare che ciò che vogliamo lo possiamo realizzare solo credendoci. Nessuno è nato per essere da solo, nonostante a volte si cerchi proprio la solitudine, perché lì dove non riesce ad arrivare uno ci può arrivare l’altro. Se non hai nessuno con cui farlo allora ci sarà la musica che ti aiuterà.”
Hai detto che sembra che tutto avvenga per caso ed invece non lo è, a questo punto ti chiedo delle scarpe. Ad un certo momento del video si vedono tre paia di scarpe messe in fila e in altri momenti le stesse paia di scarpe vengono divise lasciando quindi solo una scarpa per ogni paio.
“Ogni cosa che faccio ha sempre un motivo. Le scarpe in particolare è un’idea della mia stylist che io ho abbracciato pienamente. Il senso è sempre la libertà di fare ciò che si vuole come si preferisce ed essere sempre se stessi dimostrandolo nel modo che si vuole. Una canzone può avere diverse interpretazioni e se vuoi mandare un messaggio è giusto farlo nel modo più esplicito possibile.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Io sono una persona che sogna tantissimo. Un futuro che vorrei è la stabilità, anche se come artista è difficile trovare una stabilità (ride). Ciò che vorrei è ritrovarmi in toto nella musica, vorrei trovarci la mia identità. Quindi il progetto è raccontare in musica tutte le mie esperienze così che anche altri si possano sentire a casa quando ascoltano la mia musica.”
Mi piace abbinare la musica alla cucina e quindi ti chiedo se tu fossi un piatto che piatto saresti e perchè?
“La pizza, senza alcun dubbio! Fosse per me la mangerei sempre perché la pizza puoi farla in tanti modi diversi ma è sempre la pizza”
Chi è Emmegi
Tutto parte dalla cucina di casa dove la mamma cercava di intrattenerla, mentre preparava la cena, dandole mestoli e mestolini che lei anziché utilizzare per far finta di cucinare usava per suonare la sua batteria immaginaria. Grande gioia arriva quando una batteria giocattolo le viene regalata e da lì gli strumenti musicali non la lasceranno più. Sin dalle elementari inizia a studiare diversi strumenti, chitarra, pianoforte e batteria, ma quello che continua a suonare ancora oggi è il pianoforte. Alle scuole medie raggiunge la madre, che nel frattempo si era trasferita nelle Marche, e conosce un ragazzino della sua età con cui inizia a condividere la passione per la musica e a scrivere i primi brani. Da lì continua a mettere su carta i suoi pensieri. A quattordici anni torna in provincia di Como dal padre e vive con lui sino ai sedici anni, fino a quando lui si trasferisce in Brasile con la nuova compagna. Rimane sola ed inizia per lei un periodo difficile che la porta ad allontanarsi dalla musica fino ai diciannove anni. Tutto riparte grazie al capo animatore di un villaggio in cui lei era andata a lavorare che la sente cantare per caso e le chiede da quella sera di esibirsi negli spettacoli serali. Tornata a casa e presa la maturità, nonostante tutte le difficoltà che la vita le ha messo davanti, riprende con la sua musica. Le sue canzoni negli anni hanno un’evoluzione sino ad arrivare alla Emmegi di oggi, più consapevole della sua musica, che utilizza di più la linea melodica, che continua a raccontare la sua vita e i suoi disagi per arrivare a quelle persone che come lei ne hanno passate tante e grazie alle sue canzoni vuole dire loro: “Non siete soli”. Attraverso le sue canzoni affronta anche temi importanti come la violenza sulle donne e l’omofobia, storie in parte autobiografiche. Dopo tanti brani dai temi impegnati, Emmegi fa uscire un pezzo allegro ed estivo “La Nostra Estate”.
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